L’Hc melodico per molti giornalisti sembra essere un genere ormai morto e sepolto, per noi di Punkadeka invece proprio no. A ricordarcelo è la nuova creatura della Indie Box Records, gli Standing Still. Il loro primo album sembra uscito proprio dai tempi d’oro del punk hardcore, e a pochi mesi dall’uscita andiamo a conoscerli più da vicino.
E’ un grande piacere conoscervi ragazzi e ascoltare “Draw your line” lo è stato ancor di più. Per iniziare penso sia d’obbligo una presentazione della band.
(Simone: Batteria) Ciao! Grazie mille per lo spazio che ci state concedendo! Ci siamo formati all’inizio del 2005, dopo pochi mesi abbiamo registrato il primo demo, abbiamo cominciato a farlo circolare intraprendendo un’intensa attività live che è culminata nell’estate 2006, quando abbiamo firmato per Indiebox. “Draw your line” è stato registrato a dicembre 2006 ed ora siamo nel bel mezzo del nostro primo tour!
Il vostro sound è sano e potente: Hc melodico dei bei vecchi cari tempi. C’è chi dice che questo genere sia morto e sepolto, forse non hanno fatto i conti con gli Standing Still?!
E’ quello che noi speriamo! Non credo di peccare in presunzione se dico che finchè ci sarà anche solo una persona nel mondo che comprerà un disco dei Nofx, dei Lagwagon – ma anche degli Standing Still – questo genere non potrà essere dichiarato morto. Prima di dichiarare la morte di una persona, bisogna accertarsi della morte cerebrale, vale a dire totale assenza di impulsi nervosi, perchè non dovrebbe essere lo stesso per l’h/c melodico? Noi ci siamo e ci crediamo, e sappiamo di non essere gli unici: noi siamo vivi, e la nostra musica vive con noi.
E’ inutile negare che la scena odierna italiana sia dominata da emo bands, decisamente tendenti al banale e allo stucchevole. Purtroppo però il genere è di moda e riscontra grande successo. Le vostre promo photo diciamo che sono molto chiare riguardo il vostro punto di vista. Non pensi che questo possa inimicarvi tanti ragazzini figli di questa moda?
Si, ne sono convinto, come sono convinto che può anche cominciare a far riflettere tutte queste persone che non riescono a trovare una propria personalità e devono nascondersi dietro questo clichè dell’emo boy. Rendiamoci conto che in Italia la parola punk viene accostata a nomi tipo Falloutboy, Finley e cazzate simili, io penso che ognuno sia libero di suonare il genere che preferisce, però sarei più contento se questi gruppi lo facessero senza infangare la nostra musica e la nostra scena. In sostanza non ci importa se questi ragazzini ci odiano o meno, noi continueremo sempre a lanciare il nostro messaggio, sia che ci ascoltino in 10 o in 10000.
Bene ragazzi siamo giunti quasi alla fine di questa chiacchierata. Per concludere diteci quali sono i vostri progetti per il vostro prossimo futuro e per terminare sentitevi liberi di dire quello che volete e salutare i lettori di Punkadeka.it e di Dolce Vita.
Cercheremo sicuramente di fare più concerti possibile, di far girare il disco ovunque e di riuscire insieme alle altre band che ci credono come noi, di riportare l’ h/c melodico al posto che merita. Per i lettori … se qualche emo legge quest’intervista, TAGLIATEVI I CAPELLI!!!
Punkadeka
Pubblicato su Dolce Vita n°11 – Luglio/Agosto 2007