Nonostante sia illegale in molte nazioni Europee, la coltivazione della cannabis sta diventando sempre più popolare come strategia per togliere terreno alla criminalità organizzata. Per molti growers alle prime armi, il problema principale è: Da dove comincio?
Il primo punto da cui partire consiste nell’evitare di investire troppe risorse finanziarie, così da evitare quel totalizzante sentimento di disappunto che si presenta quando qualcosa va storto. Nonostante la pianta in questione sia chiamata weed (in italiano “erbaccia”) – ovvero un’erba vigorosa e difficile da estirpare che qualcuno potrebbe non volere nel suo giardino – è necessaria poca preparazione e niente più che piccole precauzioni affinché una pianta di Cannabis abbia tutto ciò di cui ha bisogno per fiorire, dai semi di cannabis alle piante complete.
Quello della preparazione è il primo passo, ed una buona preparazione deriva dalla scelta dei tratti genetici più appropriati allo scopo. Ecco una breve introduzione alle tre principali famiglie di piante su cui lavorano i growers di cannabis.
La genetica delle Indica e delle Sativa le rende piante che dipendono dal fotoperiodo per cominciare a produrre fiori, mentre le piante della famiglia Ruderalis sono le uniche ad iniziare il processo di fioritura una volta raggiunta la maturità sessuale. Diamo ora uno sguardo più da vicino alle caratteristiche di ognuna famiglia, cominciando dall’ultima:
La cannabis Ruderalis è pianta autoctona delle regioni nordiche della Russia, ed è stata usata per secoli come fonte di fibra per tessuti. La coltivazione originale non produceva, in realtà, molti cannabinoidi, ma recenti pratiche di ibridazione coi genomi di Indica e Sativa hanno portato alla creazione di una pianta di Cannabis Ruderalis più potente. Inoltre queste piante completano un ciclo di crescita e fioritura entro otto o dieci settimane e, crescendo fino ad altezze non eccessive, rappresentano una coltivazione ideale per l’ indoor growing così come per i principianti.
La Cannabis Sativa è invece il “cugino” tropicale, che cresce in ambienti con caratteristiche quasi opposte al precedente. Questa differenza ambientale potrebbe spiegare il corredo di cannabinoidi di questa pianta, il quale è molto più ricco in THC che in CBD. Come risultato delle alte temperature e degli alti livelli di umidità a cui questa famiglia di piante è esposta tutto l’anno, le Sativa crescono più alte e sottili, così da disperdere più calore e vapore. Inoltre, a causa della piccola variazione nel fotoperiodo attorno all’Equatore, la fase di fioritura può impiegare mesi, prima di raggiungere la piena maturità. La Sativa può essere coltivata indoor, ma richiede almeno un minimo di esperienza.
Per finire, la Cannbis Indica proviene dalle montagne circostanti la catena dell’ Himalaya, dall’ India, Pakistan e Afghanistan, dove sono state selezionate per secoli come coltivazioni di hashish. Siccome l’altitudine influisce sulla produzione di oli essenziali, le piante di Indica producono molti tricomi contenenti alti livelli sia di THC che di CBD. Alla fine, questo clima montagnoso in continuo mutamento ha reso le Indica piante basse ma robuste, le quali fioriscono velocemente, nonostante dipendano dal fotoperiodo, e sono ricche di cannabinoidi psicoattivi. Queste caratteristiche la rendono una candidata ideale per l’ indoor growing e per i principianti.
Fonte: Sensi Seeds