Ecco la presentazione di tre gustosi prodotti mediterranei, una semplice e gustosa ricetta, un buon vino che ben si accosta con la pietanza e uno strain dai “sentori mediterranei”.
La ricetta. Per ragioni di spazio non posso dare la ricetta completa. Mezze maniche con funghi porcini, pachino e cicorietta di campo e una zuppa di lenticchie, sono ricchissime di moltissime proprietà, non hanno assolutamente bisogno del cotechino se cucinate a dovere, inoltre sceglietele bene, un consiglio superficiale: preferite quelle più piccole e scure a quelle grandi e chiare.
Il vino. Due Vini, dell’azienda vitivinicola “Antichi Poderi di Jerzu” della provincia di Nuoro. Cannonau di Sardegna Chuerra Riserva 2004, ha un costo intorno ai 12 euro. Il Cannonau è molto diffuso ma è difficile trovare un compromesso qualità-prezzo, è uno dei vitigni più antichi del mediterraneo, proviene dalla Spagna ma recenti ritrovamenti archeologici in Sardegna potrebbero mettere in discussione questa ipotesi. Le uve che compongono il Chuèrra, provengono dai vigneti di Jerzu, il vino matura in botti di rovere francese da 500 litri per un anno e mezzo ed affinato successivamente in bottiglia.
Lo strain. Lo strain mediterraneo per eccellenza è la “rossa calabrese”, dalle informazioni attuali deriva da un Afgana importata moltissimi anni fa e “naturalizzata” in Calabria, acquistando originalità, distinguendosi notevolmente dalla sua presunta antenata. Purtroppo negli ultimi anni causa il proibizionismo e l’invasione di semi da collezione di fama olandese, della rossa calabrese si sono perse le tracce, speriamo che saggiamente qualche collezionista abbia preservato la specie e prima o poi condivida il prezioso risultato con tutti noi.
Se qualche lettore volesse spedirci dei semi di “rossa calabrese” che ci contatti all’indirizzo mail ([email protected]), attenzione parliamo solo di semi, non di erba, solo semi calabresi da collezionare con lo scopo di preservare la specie. Per chi ha avuto la fortuna di gustarla negli anni passati quando era diffusa, conosce quel profumo caratteristico con dei sentori di pomodoro, quel colore rosso e quel sapore inconfondibile, con un effetto molto simile all’high delle sative, il tutto era possibile grazie alla magica combinazione tra il terreno, l’aria, il sole e lo strain perfettamente adattato all’ambiente, come ogni strain autoctono una combinazione difficilmente ripetibile, proprio come succede per il vino.
Scegliendo tra gli attuali strain in commercio troviamo la “Babilonia” di Semitalia, è un incrocio creato in Olanda da un italiano che è riuscito a mischiare dei sentori che ricordano i profumi mediterranei, con un high classico da sativa, ma non eccessivamente.
Gennaro Maulucci
Pubblicato su Dolce Vita n°20 – Gennaio/Febbraio 2009