Una storia d’amore, sofferenza, lotta contro la malattia e i pregiudizi giunge da Racale, nel Basso Salento. Lucia Spiri, 32 anni, due decenni e più di sclerosi multipla nella sua vita recente, sabato pomeriggio ha sposato William Verardi, 33 anni.
E lo ha fatto sull’altare della chiesa «Maris Stella» nella marina di Torre Suda, perché lei, usando farmaci a base di canapa indiana, dopo le stagioni che l’avevano incatenata ad una sedia, ora cammina.
Dopo la cerimonia gli invitati si sono recati nella villa dei genitori di Lucia per festeggiare le nozze con una cena speciale, probabilmente unica nel suo genere: le pietanze, non tutte, ma una buona parte, sono state preparate con la canapa «sativa» da Daniele Giannuzzi, originario di Sandonaci (Brindisi), chef di «Canapa lifestyle», una comunità di servizi con sede a Milano, ma attenzione: la canapa utilizzata per il menù è priva del principio attivo per preparare pane, pasta e guarnizioni.
La volontà di Lucia, fondatrice nel gennaio scorso del primo «Cannabis social club» d’Italia, è quella di trasmettere il messaggio che «i prodotti alimentari con canapa sono altamente nutritivi, contengono Omega 3 e Omega 6 e sono privi di glutine, quindi adatti anche ai celiaci».
Una strenua battaglia quella che vede la giovane donna impegnata in prima fila affinché il mondo «altro» comprenda appieno una terapia nella quale dell’uso del farmaco a base di canapa (il «Bedrocan») possa essere assicurato a tutti i malati che ne hanno bisogno.
«Io assumo il farmaco legalmente – racconta – sorto stata autorizzata dopo un lungo percorso alla fine del quale sono stata riconosciuta “farmacoresistente”».
La dose di Lucia prevede da uno a tre grammi al giorno, inizialmente il farmaco le veniva prescritto nell’ospedale di Casarano, oggi si rivolge ad un medico foggiano. Ci sono tantissimi malati, però, che nonostante l’esistenza di una delibera regionale con cui è consentita l’erogazione non trovano medici abbastanza informati per prescriverlo.
In questo vacuum si innesta il progetto sociale dell’associazione: assicurare l’uso di canapa indiana, che giunge solitamente dall’Olanda, a chi dispone dell’autorizzazione per esclusive ragioni medico-terapeutiche legate non solo alla sclerosi multipla, ma anche ad altre patologie.
Lucia, William e il foggiano Andrea Trisciuoglio (anch’egli affetto da sclerosi multipla e fruitore del farmaco) inaugurarono il «Cannabis social club» alla presenza di Mina Welby, moglie di Piergiorgio, e dell’esponente radicale Rita Bernardini.
«Il nostro progetto continua e va bene – dice Lucia – stiamo continuando gli incontri, cerchiamo di aiutare i malati ad ottenere il “Bedrocan” e “premiamo” sulle istituzioni. Non ci siamo fermati nemmeno in estate».
Ma sabato è stato soprattutto festa, e Giannuzzi, chef salentino stabilitosi nella capitale lombarda dopo periodi di lavoro in Europa, Australia, Giappone e Singapore, osserva: «È la prima volta che sono stato chiamato ad elaborare ricette per un matrimonio con la canapa. Sino ad ora, con “Canapa Lifestyle”, ho lavorato molto per privati e locali di Milano».
Il menu? Allo chef sfugge solo una parola: tradizione, che vuol dire semplice ed efficace, i piatti salentini con aggiunta di… cannabis sativa.
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I più grandi auguri a Lucia e William da parte di tutti noi di ASCIA e Enjoint 🙂