Grandissimo concerto dello storico gruppo spagnolo. Dalle canzoni più famose (degli album “El vals del obrero” e “Planeta esckoria”) a quelle del loro ultimo lavoro: “Incontrollable”. Più di due ore di eccellente musica, adrenalina, emozioni.
Il Mazda Palace di Milano ha 9.000 posti a sedere più circa 4.000 posti in piedi ma, vi assicuro che dentro, la sera del concerto c’erano (almeno!) 15.000 persone, o meglio 15.000 “scatenati”.
Apertura del concerto affidata ai “Linea 77” che (al di fuori dei gusti musicali) hanno saputo scaldare il pubblico nel migliore dei modi. Durante l’attesa e i preparativi sul palco, il pubblico ha più volte intonato cori e inni che, viste le vicine elezioni, preferisco lasciarvi immaginare (incentrati comunque tutti, sul “povero” Silvio).
L’entrata del gruppo, accompagnata da boati e urla, è stata tanto improvvisa quanto emozionante: poche parole e tanta, tanta buona musica! In 9 sul palco, hanno presentato un repertorio vastissimo di canzoni, tra coreografie ironiche e di protesta. Un suono eccellente come non ho mai sentito al palazzetto di Milano; solo le voci forse, erano leggermente basse ma questo è certo, non ha assolutamente influito sul comportamento della folla (ripresa più volte per l’eccessiva “violenza” nei balli, poghi, ecc. ecc.). Una splendida serata, che ha confermato ancora una volta, la grandezza di questo gruppo.
La storia degli SKA-P
A Vallekas, un quartiere operaio nella periferia di Madrid, dove è presente una lunga tradizione di lotta contro la dittatura e dove le persone hanno imparato a sopravvivere ignorando lo Stato, 5 ragazzi formarono un gruppo. Decisero di mettere un avviso per tutti quelli che avessero voluto partecipare. Il nome del gruppo deriva in modo evidente dal loro genere musicale, ma anche da un gioco di parole: gli spagnoli pronunciano SKA-P “esca-pe”, che significa “scappare”. Pulpul, voce e prima chitarra, Pako, alla batteria, Julio, al basso, Kogote, alle tastiere, e Toni, seconda chitarra, decisero di lanciarsi nella mischia per cantare proprio dove c’era la gente benpensante. Furono (e sono!) gli unici ad avere il coraggio di dire ciò che veramente pensavano, per questo presero come riferimento musicale lo “ska” e i ritmi delle lotte che hanno percepito nei quartieri operai di Londra, Berlino e Parigi, senza però escludere tutte le altre espressioni musicali che gli permettono di dare sfogo al loro messaggio di denuncia e di far smuovere le coscienze di chi li ascolta. Incitano alla lotta, ma consigliano anche di godersi la vita: “Il miglior modo di combattere la povertà è riuscire a convincere chi ti ascolta…”. Non possiamo comprendere a pieno la loro nascita senza la presenza di Tony Lopez loro amico, produttore, confidente, manager e consigliere! La squadra è ormai al completo e un ampio capitolo delle storia dello ska sta per essere scritta! Pulpul:“Le nostre canzoni sono intrise di contestazione sociale perchè in questo Stato c’è ancora tanta “merda” da pulire ed è ciò che noi vogliamo fare!”. Il debutto è stato duro, senza soldi e avendo scritto solamente due brani, “Chupones” e “Como un Rayo”, ma avendo la testa piena di (buone) idee decisero di infrangere le norme (una prerogativa del gruppo) della musica e non si cercarono una casa discografica che li producesse, ma preferirono autoprodursi. Pako:“Ciò che noi facciamo in scena ha lo scopo di incitare il pubblico e fare sì che questo a sua volta accolga i nostri messaggi”. Gli SKA-P cominciano ad esibirsi nei piccoli locali di Vallekas e una piccola compagnia indipendente li aiuta a diffondere il loro primo disco. La figura del Pipi, corista e “intrattenitore”, protagonista delle “follie” del gruppo sulla scena con le sue interpretazioni teatrali dei brani, quella di Joxemi, che ha rimpiazzato Tony come secondo chitarrista, e quella di Louis Mi (l’ultima in ordine di tempo), al posto di Pako alla batteria, verranno a completare il gruppo.