L’altro ieri sono state depositate presso il registrar-recorder, l’autority eloettorale della California, le firme per il referendum sulla canapa. Come previsto il numero legale di almeno 500.000 nomi e’ stato ceritificato ufficializzando il referendum che in autunno dovra’ decidere sulla legalizzazione della marijuana. La Calfornia e’ gia’ la mecca delle “pharmacies” le dispense di erba ad uso medicinale, istitutite in seguito ad un’altra legge passata per referednum nel 2005. Nella sola Los Angeles ad esempio sono spuntate un migliaio di “erboristerie” per rifornirsi dalle quali e’ in pratica necessaria una semplice ricetta medica certificante uno qualunque delle molteplici patologie e sintomi (dall’asma all’ansia) previsti dalla legge. Solo di recente la citta’ di Los Angeles ha deciso di ridurre il numero di spacci a non piu’ di 170 ma la realta’ acquisita per la marijuana e’ comunque un regime di semilegalita’ (favorito anche dalla direttiva Obama contro l’interferenza federale) – e i sondaggi rivelano che la maggioranza della popolazione sarebbe favorevole alla definitiva depenalizzazione.
Buone notizie dunque per il partito del cannabis guidato da Richard Lee, imprenditore che gestisce erboristerie ad Oakland e la Oaksterdam university dove si impara la coltivazione della maria e la gestione di spacci. Si preannuncia comunque la forte opposizione soprattutto dai repubblicani e settori vicini alle forze dell’ordine. La fonte d’opposizione piu’ sorprendente pero’ viene da Humboldt County, nell’estremo nord dello stato, cuore del cosidetto Emerald Triangle, la zona di produzione intensiva di Marijuana (che costituisce ormai per valore il principale raccolto del paniere californiano). Terra di agricoltori clandestini supportati da un’infrastruttura di atterazzature agricole, pubblicazioni di settore una cultura corsara autoctona con ascendenza hippie solo recentemente infiltrata da interessi piu’ oscuri legati ai cartelli messicani attratti dalle potenti varieta’ di ganja che crecsono nella regione. Qui l’idea del referendum e della legalizzazione stranamente (ma non prorio) non piace – anzi. Mentre ad esempio la prospettiva delle tasse imponinbili su un potenziale settore economico da diversi miliardi di dollari non dispiace a molti politici, compreso Schwarzenegger ad Humboldt si teme non solo l’imposizione di nuove tariffe da pagare allo stato ma l’arrivo di grossi conglomerati agricoli che sicuramente marginalizzerebbero i coldiretti artigianali della marijuana “sostenibile”. E da un paio di giorni circolano gli adesivi che dicono “Salvate Humbodlt County. Mantenete illegale l’erba”. (fonte: blog.ilmanifesto.it)