La Giamaica è l’isola del sole: le spiagge stupende, le ville dei miliardari, i resort lussuosi, la filosofia rasta, la dignità degli abitanti, il reggae e il ghetto. Sono proprio le sue incomparabili bellezze e le sue contraddizioni che la rendono così magica.
Perché visitarla? Oltre all’incantevole bellezza dell’isola fatta di coste azzurre e paesaggi marini da cartolina, ma anche di cascate, montagne, sorgenti termali, luoghi selvaggi e una vegetazione che definire esuberante è ben poco; sono gli abitanti a rendere speciale la Giamaica. Il popolo giamaicano, come l’isola che abita, è ricco di contrasti. E’ molto orgoglioso e dignitoso (pensate solo a quanti anni di schiavitù sono stati costretti a sopportare) e, ad un primo impatto, il loro atteggiamento può sembrare rude e scostante. Ma se mostrerete di voler conoscere questa cultura, di accettare di essere ospiti e non nuovi colonialisti, di essere persone scaltre e brillanti e non il classico pollo da spennare il popolo giamaicano saprà darvi grandi soddisfazioni. Dipenderà solo da voi quindi conquistare il vero e sincero “respect” della Giamaica, dimenticatevi l’immagine del rasta gioviale e bonario trasmessa dagli spot televisivi: il vero rispetto laggiù lo si deve conquistare pian piano.
Ed è per questo che la Giamaica bisogna viverla, non basta una settimana per vedere le mille sfaccettature che la compongono e l’ideale sarebbe affittare una macchina per girarla in autonomia. Partendo da Kingston, la capitale, ha l’aria della metropoli giamaicana, piena di energia e di differenze tra la zona antica e povera “downtown” e quella moderna, ricca e sede dell’università e delle istituzioni “uptown”. Sono interessanti le visite al Bob Marley Museum, alla Modern Gallery realistica ed emozionante e alle splendide statue del Parade Square. Inoltre si può terminare la visita con un pranzo a base di aragosta in un pittoresco ristorantino panoramico a Port Royal. Una volta vissuta l’atmosfera caotica della città, spostandosi verso nord attraverso le Blue Mountain, si raggiunge la zona più selvaggia dell’isola: il Portland e Port Antonio dove la natura è impressionante e non si trovano grandi resort e strutture turistiche. I giamaicani sono consapevoli del patrimonio che custodiscono, pertanto si trovano strutture alberghiere modeste che interessano i viaggiatori alla ricerca delle zone meno turistiche.
In questa zona, oltre alle spiagge da sogno come Frenchman Cove, Blue Lagoon e Long Bay è obbligatorio visitare le Reach Falls e le Dunn’s River Falls: forse le più belle cascate della Giamaica ricche di piscine naturali. La discesa del Rio Grande, invece, è percorribile con una zattera di bambù e offre due ore di relax profondo immersi in uno scenario mozzafiato. Tutte queste meraviglie sono accompagnate da ottimo cibo locale (jerk porc), la musica raggae che si sente davvero dovunque e l’immancabile odore della ganja.
Spostandosi a ovest, si arriva a Ocho Rios dove merita visitare il mercatino locale, davvero caratteristico e con tantissime bancarelle. Si possono acquistare oggetti artigianali in legno come maschere e statuette varie oltre ai classici cappellini con i colori della Giamaica e ai variopinti quadri. Inoltre è necessario non dimenticare di portare a casa il rum e il caffè delle Blue Mountain che è uno dei più famosi al mondo.
Un’altra tappa obbligatoria è sicuramente Negril: è la Rimini della Giamaica (non per il mare ma per il lifestyle) con 12 km di spiaggia bianchissima e un mare con infinite tonalità di azzurro. Questa città è sicuramente la più turistica della Giamaica ma i tramonti che offre sono indimenticabili, che siano ammirati da un bar o da un’altro. Inoltre non è da perdere la cerimonia gospel della domenica mattina. Adulti e bambini si vestono a festa per partecipare alla messa tutta cantata con basso elettrico e batteria e un coro di 15 voci: un’emozione indimenticabile. Proprio per la grande quantità di turisti che popolano questa città, ognuno a Negril ha la propria zona e il proprio business, proveranno a vendervi di tutto: dalla ganja alle escursioni, ma è importante imparare a rilassarsi, sorridere e salutare. I motivi che spingono a visitare la Giamaica sono molti, e uno tra questi è proprio la ganja. È da specificare che per i veri rasta la ganja non è un vizio, né una droga anzi, essi credono che la ganja abbia la proprietà di metterli in comunicazione con Dio, la loro religione però non si limita a questo come è spesso stato fatto credere. Essi osservano rigide regole bibliche che li esortano a vivere in armonia con le tradizioni del vecchio testamento, sono inoltre vegetariani, astemi e disprezzano il consumismo.
Ma chi pensa che in Giamaica sia legale fumare e coltivare ganja, si sbaglia. La legge lo permette solo in due posti in tutta l’isola: la tomba di Bob Marley e quella di Peter Tosh in segno di rispetto nei confronti della loro religione. Ciò che si può dire a questo proposito è che essendo un paese molto povero e con scarso controllo da parte del governo è molto più facile evadere le leggi e oltrepassare le frontiere, quindi la maggior parte della popolazione (che sia per motivi religiosi o meno) fa uso di cannabis.
Nonostante questo, in particolare negli ultimi anni, i giamaicani si sono resi conto che la canapa potrebbe essere una vasta fonte di guadagno da diversi punti di vista. Infatti rendendola legale potrebbero utilizzarla, come i mercati stranieri già fanno, a livello industriale come canapa tessile oppure a scopo terapeutico. A questo proposito, nel 2002 fu istituita una commissione governativa per risolvere il problema del consumo – anche religioso – della marijuana. La commissione presentò al parlamento una relazione con la quale suggeriva che fosse permesso ai cittadini di fumare nella privacy della loro abitazione, e che venisse istituita un’agenzia per la ricerca sulla cannabis affinché la Giamaica non rimanesse indietro nel commercio, sempre crescente della marijuana terapeutica. Purtroppo questo progetto è stato a lungo rimandato e la situazione legale a proposito del consumo e della coltivazione di ganja è sempre la stessa. Insomma i motivi per visitare la Giamaica sono veramente moltissimi e qualsiasi racconto non sarà mai sufficiente per capire l’atmosfera che si respira in questa meravigliosa isola.
In particolare per gli amanti della musica reggae questo posto sarà un paradiso, non bisogna fermarsi però solo alla musica di Bob Marley e gli altri soliti luoghi comuni; è importante sottolineare che in Giamaica la realtà degli artisti ‘anonimi’ del ghetto e della gente di strada, va via via sviluppandosi ma purtroppo è spesso occultata dal governo giamaicano che cerca sempre di presentare la sua nazione come ‘Jamaica No Problem’, nell’intento di attirare i turisti. Quindi, non andate in Giamaica col fare di chi sta andando alle Hawaii o alle Maldive, non cercate solo spiaggette, tramonti ed indigeni che vi allietano con stucchevoli musichette caraibiche. Siete su un’isola dove c’è una cultura pulsante, orgogliosa, rude e… talvolta anche difficile.
di Giulia Rondoni
Pubblicato su Dolce Vita n°39 – Marzo / Aprile 2012