Abbiamo riportato puntualmente le notizie delle dichiarazioni di Saviano prima e di Veronesi poi, siamo stati in osservazione quando altre voci si sono levate aggiungendosi al coro delle persone favorevoli alla legalizzazione, come il procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda o Il magistrato (Procuratore aggiunto di Palermo) Antonio Ingroia, abbiamo letto gli articoli di “la Repubblica”, “l’Espresso” e “Il Tirreno”, tutti a favore di una regolamentazione dell’uso di canapa a scopo personale e ci siamo stupiti per quanti sentivano il bisogno di esporsi tutti insieme per cercare di far ragionare l’apparato governativo.
Non ci siamo invece stupiti affatto nel leggere le solite, ovvie e scontate repliche da parte del fronte proibizionista, istituzionale o meno, e come al solito non possiamo non applicare la riflessione ed elaborare alcune considerazioni.
Iniziamo con il senatore Antonio Gentile (PDL), ormai noto per le sue sporadiche uscite “no-sense” e che prima o poi raccoglieremo in una gustosa raccolta di sproloqui sulla cannabis e sui pericoli che ne deriverebbero. Davanti a certe frasi bisognerebbe andare avanti, e farsi una sonora risata, sennonchè a pronunciarla è stato un senatore della repubblica, che già si era distinto tempo fa per la proposta di vietare le cartine e per essersela presa con il festival spagnolo sulla canapa Spannabis.
Il senatore, afferma senza indugio che: “La cannabis distrugge il cervello. Non lo dico io, che non sono un medico, ma oltre duecento pubblicazioni scientifiche.”
“Anche l’alcool fa molto male, ma a 18 anni una birra o un mezzo bicchiere di vino rosso nei pasti puo’ essere addirittura benefico, ma una canna, anche una sola, puo’ compromettere la vostra vita“.
“La prevenzione e’ mostrare ad ognuno di voi ragazzi i danni che la cannabis (o marijuana, e’ la stessa cosa ) produce al cervello. Basta andare su you-tube e verificarlo. “
La sua indulgenza nei confronti delle droghe di Stato, addirittura in questo caso dichiarate ‘benefiche’, e la sua dipendenza ideologica da quanto viene dichiarato di volta in volta dal Dipartimento Antidroga, ci crea una sorta di imbarazzo: come si fa a replicare ad una persona incapace di intendere?Divertente è il fatto che dopo averci propinato le sue personali ‘teorie’ su alcol e cannabis, e trattato di ‘pubblicazioni scientifiche’, ci inviti ad andare su Youtube a verificare la pericolosità della marijuana, sennonchè su youtube si trovano ben altre informazioni sulla cannabis.
Continuiamo con la dura presa di posizione della comunità di S. Patrignano, che in un suo comunicato lancia anatemi e scomuniche contro tutti coloro che si sono pronunciati a favore della legalizzazione. Inutile controbattere punto per punto le infondate argomentazioni che vengono espresse nel comunicato, ma un dato ci ha particolarmente incuriosito: “Il giro d’affari mosso dalla vendita delle cosiddette droghe leggere rappresenta solo l’1,5 per cento del volume di soldi illeciti in mano alle organizzazioni criminali“.
Ci sorge una legittima domanda: ma a S. Patrignano sono in possesso del bilancio delle organizzazioni criminali? E se le droghe leggere rappresentano l’1,5% del volume dei soldi in mano alla criminalità, sarebbero così gentili da farci conoscere anche le altre percentuali di introiti derivati dalle altre attività illecite? Ma ancor di più saremmo curiosi di sapere quanto le attività della fabbricazione di pellicce, dell’allevamento di cavalli e della produzione di vino pregiato renda al bilancio di S. Patrignano e di quanto invece viene erogato in stipendi e salari ai ragazzi ospiti della comunità, che quei lavori svolgono, perché ci sorge il dubbio che grazie a questa legge, se si ha la ‘fortuna’ di non finire dietro le sbarre, molti pacifici fumatori di marijuana si ritrovino ad essere, loro malgrado, manovalanza a basso costo per attività lucrose e di discutibile gusto!
Ed infine di ieri l’intervento del Modavi (Movimento delle Associazioni di Volontariato), di cui non comprendiamo il fine, che commenta: “leggendo tra le colonne dell’Espresso che, oggi, la droga cosi’ detta ‘leggera’ rappresenta un tabu’ (sic!). Noi, al contrario, combattiamo attivamente, da tempo, la normalizzazione culturale per cui fare uso di droga e’ diventata cosa assolutamente accettata e normale, appunto. Riteniamo che questo stato delle cose sia inaccettabile da un punto di vista etico e civile, e ci piace parlare, in questo senso, di prevenzione del danno.”
Combattere contro la normalizzazione di un comportamento che non arreca danno a nessuno, come appunto quello di consumare cannabis, oltre ad essere altamente reazionario e altamente pericoloso come principio, e da considerarsi un atto di intolleranza e di soppruso verso la libertà di scelta dell’individuo.
Noi che della libertà di autodeterminazione, ne facciamo una battaglia civile, vogliamo legalizzare la canapa invece perchè è assurda la proibizione per una sostanza che crea meno danni di altre legalmente in commercio ed ha inoltre una cultura millenaria di utilizzo.
Una sostanza che è stata ‘tolta’ dal mercato per assecondare interessi economici di compagnie petrolifere e farmaceutiche in primis, nonchè per favorire il commercio illegale che portasse introiti utilizzati per rimpinguare le casse delle banche internazionali sempre pronte ad ‘inglobare’ moneta senza preoccuparsi minimente della sua origine.
Dobbiamo insistere nel fare informazione corretta sulla canapa per controbattere le esagerazioni sulla pericolosità, se non vere e proprio leggende vecchie e nuove, utilizzate per terrorizzare e minacciare gli utilizzatori.
Vite vengono devastate ogni giorno, ci sono stati morti ammazzati, durante i controlli, nelle caserme, nelle carceri, più le migliaia di casi di violenze che non vengono mai riportate, quasi mai denunciati, per paura delle rappresaglie minacciate a quattr’occhi.
E tutto solo perchè si detiene qualche grammo oltre i limiti (prefissati in modo totalmente antiscientifico) o ci si coltiva per i fatti propri qualche piantina, senza dar noia a nessuno se non alla criminalità organizzata e soci (case farmaceutiche e dipartimento politiche antidroga inclusi, a quanto pare).
Anche con le sole sanzioni amministrative, molto spesso a catena, dopo aver perso il passaporto e la patente, si perdono lavoro, custodia dei figli, casa, famiglia, salute, dignità, in una spirale perversa senza via d’uscita.
Ecco il motivo che impone di legalizzare e dichiarare la pace, l’insostenibilità di questo livello di violenza contro cittadini innocenti. “No victim, no crime”, dice il principio fondante della giurisprudenza anglosassone. Il resto viene percepito come apologia della pianta, sappiamo bene come reagiscono alle rivendicazioni che la canapa è meno dannosa di altre ‘droghe’, avendo posto la cannabis nella stessa tabella di altri stupefacenti.
In questo momento di crisi grave e profonda poi, non è ammissibile che lo Stato spenda tanti soldi dei contribuenti per queste politiche barbare contro milioni dei propri cittadini, mentre taglia servizi sociali ed ospedali. Li spendessero per curare i malati, piuttosto. E con il bel risultato che, dopo anni di guerra ai “drogati” delle più feroci e sanguinarie in Europa, siamo diventati i secondi consumatori pro capite al mondo dopo le isole Palau, ed anche le nostre cosche non sono da meno nel mondo, avendo già conquistato la politica e la finanza del nostro paese.
Pubblicato anche su: www.legalizziamolacanapa.org