Il Senato ha approvato il Ddl sulle cure palliative
Nel provvedimento si introducono novità per la prescrizione dei farmaci antidolore, tra cui gli oppiacei (morfina), ed è stata presa in considerazione la possibilità di produrre in Italia farmaci a base di cannabis, ad oggi prescrivibili solo per uso antidolorifico, ma acquistabili solo attraverso importazione dall’estero.
Ogni anno il cancro fa registrare 12 milioni di nuovi casi in tutto il mondo; l’incidenza in Italia è di 250 mila nuovi casi, e per il 2010 si prevede la presenza di 2 milioni di malati di cancro. Le cure palliative e la terapia del dolore per i malati di tumore rappresentano la panacea. Quelle attenzioni e cure per alleviare le sofferenze che una malattia tumorale provoca.
Il Ministero della Salute ha presentato pochi giorni fa un Piano Oncologico Triennale, un disegno di legge che aspetta solo l’approvazione definitiva della Camera, che propone soluzioni interessanti, tra cui novità per la prescrizione di farmaci oppiacei (morfina) come antidolorifico, la possibilità di produrre in Italia farmaci a base di cannabis, ma soprattutto mira a creare un sistema di prevenzione più efficace e a garantire una continuità assistenziale in fase diagnostica e terapeutica, ma soprattutto domiciliare con l’attivazione di servizi e strutture per le cure palliative.
La prevenzione è uno dei punti salienti del programma: combattere il fumo; promuovere un’alimentazione salubre e l’attività fisica; combattere l’uso di alcool; prevenire infezioni che potenzialmente potrebbero causare tumori; prevenire l’esposizione ad agenti cancerogeni negli ambienti di vita e di lavoro.
Scopo principale del programma dovrebbe consistere nel ridurre il divario di mortalità fra le varie Regioni e la conseguente migrazione sanitaria dal Centro-Sud verso il Centro-Nord. E questo è il compito più arduo.
Per fare questo ovviamente si deve attuare un potenziamento dello sviluppo tecnologico (obiettivo prefissato dal piano), ma soprattutto estendere la rete delle strutture preposte e specializzate nell’assistenza dei malati di cancro. Di queste strutture si sa poco, e si conosce poco anche lo scopo. Non parlo dei reparti di Oncologia, ma degli Hospice.
L’Hospice è una struttura sanitaria residenziale per malati terminali (soprattutto malati di cancro), ovvero come centro residenziale di cure palliative, luogo d’accoglienza e ricovero temporaneo. In essa il paziente viene accompagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le viva con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile. Intesa come una sorta di prolungamento e integrazione della propria dimora, l’Hospice include anche il sostegno psicologico e sociale delle persone che sono particolarmente legate al paziente (familiari e partners principalmente, ma anche amici), per cui si può parlare di approccio sanitario olistico, che vada oltre l’aspetto puramente medico della cura, intesa non tanto come finalizzata alla guarigione fisica (spesso non più possibile) ma letteralmente al “prendersi cura” della persona nel suo insieme.
In tutta Italia sono attive 160 strutture di questo tipo, per una copertura totale di 1783 posti letto. Resta marcato il divario tra Nord e Sud: 126 Hospice nel centro-nord con 1309 posti letto, contro i 34 del centro-sud ed isole, per un totale di 474 posti letto (dati ufficiali della Federazione Cure Palliative ONLUS). In Puglia sono presenti 5 Hospice di cui uno a Foggia (Hospice “Don Uva” ASL/FG, 12 posti letto), 3 in provincia di Bari, 1 in provincia di Lecce ed uno in via di realizzazione a San Giovanni Rotondo dalla “Casa Sollievo della Sofferenza” (possono essere gestiti direttamente dalle Aziende sanitarie, da associazioni di volontariato no profit in convenzione con le Aziende sanitarie o da Aziende private in convenzione con le Aziende sanitarie). Il totale dei posti letto a disposizione per tutti gli ammalati terminali pugliesi è di 70.
In Italia ogni anno sono circa 250.000 i malati terminali (29 ogni ora!).
Il Piano oncologico nazionale 2010-2012, dovrà passare anche all’esame della Conferenza Stato-Regioni; il ministro Fazio ha spiegato: “tale processo non può prescindere da un rinnovo tecnologico che andrà discusso e concordato con le Regioni. Personalmente sono estremamente fiducioso che la condivisione e l’applicazione di tale Piano con le Regioni consentirà di ottenere risultati ancora migliori sia dal punto di vista assistenziale che scientifico”.
Dunque bisogna sperare nella ragionevolezza degli amministratori regionali, di qualunque colore politico e partitico siano, che chiunque vinca alla prossima tornata elettorale prenda in seria considerazione il problema dell’assistenza dei malati terminali, sofferenti fisicamente con ripercussioni sulla sfera psicologica, affettiva, familiare, sociale e sessuale sia del paziente che dei suoi familiari.
Promuovere ed estendere la rete assistenziale degli Hospice e delle cure palliative rappresenta inevitabilmente il miglioramento del benessere dell’intera collettività, per quanto detto prima; considerando inoltre che le malattie neoplastiche sono in costante aumento.
di Alessandro Facciorusso (fonte: ildiariomontanaro.it)