Dopo varie sollecitazioni riporto una seconda degustazione.
Ho degustato un vino piemontese che mi è stato donato nel periodo delle feste di fine anno, è un Barbaresco del 2001 della Cantina Parroco nel comune di Neive. Le zone di produzione comprendono i comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e parte della frazione di San Rocco Senodelvio, del comune di alba, tutti in provincia di Cuneo. Il barbaresco è un vino formato da un unico vitigno, il Nebbiolo, un vitigno che si coltiva da quasi mille anni, è un vitigno che richiede terreni difficili, scomodi ma esige il sole in faccia, un altra particolarità sta nel fatto che è tra i primi a germogliare, ad aprile, e uno degli ultimi a lasciar cadere le foglie rosse, a novembre. Per questo è maggiormente soggetto alle differenze tra le annate, essendo esposto più a lungo alle gelate, alle piogge e alle bizze autunnali. La produzione non può superare gli 8 t per ettaro.
Iniziamo la degustazione partendo dall’analisi visiva, a primo impatto quando si apre un vino imbottigliato 5 anni fa ci si aspetta un colore intenso, scuro, ma non è il caso del nebbiolo: infatti anche essendo un vitigno austero, all’analisi visiva quasi sempre troviamo un rosso granato con dei forti riflessi arancio, a volte più chiari e visibili fino al sospetto per chi non conosce il vino, che si sia rovinato, gli archetti formati dagli alcoli non sono molto ampi nonostante i suoi 14% di gradazione alcolica. All’esame olfattivo troviamo in primo piano un sentore etereo, se andiamo oltre si avverte il legno per poi arrivare a degli aromi floreali, violetta, si avverte del ribes per finire nei toni speziati di liquirizia, menta e anche del caffè in grani. All’esame gustativo troviamo un vino secco, caldo, morbido e poco fresco abbastanza tannico, devo dire che il tannino si fa sentire un po troppo, segno di una maturazione o conservazione non felicissima.
Per quanto riguarda gli accostamenti è abbinabile con carni rosse al forno, selvaggina da piuma. Io l’ho degustato insieme ad una selezione di ottimi formaggi maturi. Personalmente non ho mai avuto modo di assaggiarlo ma immagino sia ottimo con il Bròs, un condimento tipico piemontese che andava mangiato sul pane abbrustolito o con la polenta; legato alla tradizione delle famiglie, in particolare al passaggio generazionale, era addirittura un dono che le mamme passavano alle figlie, insieme al corredo che spessissimo era di canapa. Un altro piatto che potrei suggerire anche se non è autoctono piemontese sono i fegatelli al forno con finocchio, pane grattugiato e alloro. Ho citato questo piatto perchè mi è stato suggerita una somiglianza e un accostamento con una varietà di cannabis come la haze. Quasi tutte le varietà haze hanno all’olfattiva odore di fegatelli, alloro e metallo, quel profumo intenso e pungente della haze che spesso viene spezzato mischiando la varietà con altre varietà più dolci.
Quindi procuratevi un buon Barbaresco, dei fegatelli con alloro e una buona varietà haze e godete dei piaceri della vita. Un ringraziamento ad Indoorline per il vino e a Filimagno per il suggerimento olfattivo.
Gennaro Maulucci
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Pubblicato su Dolce Vita n°10 – Maggio/Giugno 2007