Dopo molte richieste la rubrica torna a parlare di vini nello specifico andremo a valutare uno dei più blasonati vini italiani, il Barolo.
Abbiamo degustato (preferisco farlo in compagnia) un Barolo della cantina Pio Cesari del 2004 cantina fondata nel 1881; questo vino è arrivato sesto nella mega-classifica dei 100 migliori vini del 2008 di Wine Spector la rivista enologica quindicinale statunitense più venduta al mondo, con credibilità inversamente proporzionale alla diffusione, anche se una sua citazione fa aumentare le vendite e il prestigio di un vino nell’arco di pochi giorni. Ma le scelte sembrano molto inclini all’aspetto commerciale, quindi tra gli esperti di vino, soprattutto europei, c’è un giustificato scetticismo di fondo, come per le citazioni del signor Parker, l’uomo più influente al mondo per quanto riguarda l’aspetto commerciale dell’enologia. Detto questo il vino in questione è risultato essere ottimo, molto equilibrato e profondo, anche se a mio giudizio si possono trovare dei Barolo 2004 di maggiore qualità allo stesso prezzo.
Le uve usate per questo vino sono di Nebbiolo 100% proprio come il Barbaresco, ma crescendo in zone con caratteristiche micro climatiche e del sottosuolo abbastanza diverse, il Barolo e il Barbaresco hanno caratteri decisamente diversi. Ricordiamo che un vino si valuta attraverso l’esame visivo (limpidezza, colore, fluidità), olfattivo (intensità, persistenza, qualità e una descrizione dei sentori) e infine quello gustativo leggermente più complesso. La degustazione del Barolo Pio Cesare 2004: all’esame visivo troviamo un vino limpido, di colore granato molto scuro tipico delle uve nebbiolo, con una fluidità consistente. All’olfattiva scopriamo un vino intenso, persistente e di qualità fine, vi si avvertono sentori floreali, come la violetta e prevalenza di frutta matura. Mi piace ricordare che l’esame olfattivo viene eseguito accostando il naso al bicchiere e inspirando con decisione, è inutile ripeterlo più di due volte perchè non sentiremo più i profumi a causa degli alcoli che inibiscono le papille olfattive.
All’analisi gustativa troviamo un vino caldo e morbido, intenso e persistente, il tutto è armonico, con una persistenza gustativa notevole con un finale pulito; abbastanza spesso nei vini di uve Nebbiolo (ma anche tutte le altre) si trovano dei tannini di bassa qualità, polverosi, derivanti dall’approccio sbagliato in cantina, mentre questo Barolo 2004 ha dei tannini di buona qualità che fanno il loro compito alla perfezione. Nel prossimo numero andremo a degustare un vino molto speciale, perchè si tratterà di un Barbera auto-prodotto con tecniche tradizionali e senza l’aiuto degli ultimi ritrovati dell’enologia.
Gennaro Maulucci
Pubblicato su Dolce Vita n°21 – Marzo/Aprile 2009