Quasi quasi mi trasferisco a Rimini!
Quasi quasi mi trasferisco a Rimini!
(cit. F. De Andrè)
Per strada tante facce non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo,
io sono d'un altro avviso,son bombarolo! Hidden Content Hidden Content Hidden Content
Patteggiare equivale ammettere le proprie colpe..........ma quali colpe, dato che non sono uno spacciatore?!?!?!
Colpevole di autoprodurre per non dovermi appoggiare al mercato nero criminale alimentandolo?
La parola patteggiamento per me non esiste.....perche' la mia non e' una colpa.
PUNTO.
Coltivo come voglio e nessuno deve prendere esempio da me! (Hidden Content )
Non posso parlare per tutti. So com'è stato il mio iter, prima di arrivare a questo punto e a voi. E so perfettamente che ci sono percorsi come il mio e molto, molto più dolorosi del mio.
Quando ho provato la prima volta i benefici (seppur senza avere i mezzi per poter essere un consumatore consapevole) mi sono aggrappata con tutte le mie forze alla speranza, ormai quasi fantasia, di una vita diversa. Una migliore, dove posso mangiare due volte al giorno, posso dormire e lavorare. Ho passato giornate infernali a chiedermi se l'autoproduzione fosse fattibile, vivo con persone che amo e mai vorrei metterle in difficoltà o in pericolo. Altra alternativa all'autoproduzione è per me impensabile.
O autoproduci, o niente. Penso che le motivazioni siano comprensibili e assodate per tutti noi, a maggior ragione quando l'uso terapeutico è il principale e quindi la necessità di una visione allopatica (dei disturbi e della pianta stessa) è più che stringente.
Ero così disperata che ho pensato: pianto e mi denuncio in questura.
Ogni volta che mi prende la paura, penso: che cosa volete? Cavarmi il sangue?
La risposta è: fate.
Io non patteggerò mai e poi mai. La vita, la MIA vita deve avere il valore che sento di darle. E io sono una stracazzo di persona pulita, lo siamo.
E ora che ho potuto finalmente provare le potenzialità del cbd in alte percentuali non tornerò indietro, nè ora nè mai.
Facciamoci forza e non perdiamo la testa. Non perdiamo la testa!
Grazie avvocato e grazie ad ognuno di voi, per i vostri dubbi, le paure, le incertezze.
Kanz, bastardona, mi hai strappato una lacrima di emozione...
(cit. F. De Andrè)
Per strada tante facce non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo,
io sono d'un altro avviso,son bombarolo! Hidden Content Hidden Content Hidden Content
Ciao,
bè che dire...se, la legge fosse uguale per tutti...metterebbero un computer...
si inseriscono i dati dell'infrazione e via....invece no.
Io arrivato a 39 anni mi sono fatto delle domande;
ma io sono d'accordo con la legge??io ho messo la mia parola nelle leggi???
non parlo solo di legge su marijuana...etc
qualcuno mi dirà che votando ho dato il "mio" ok...no!?!?!?
da quando ho capito che "giochiamo" ad armi impari,ho deciso di non giocare piu...
ho cambiato radicalmente il mio stile di vita,
dovendo rinunciare ad un sacco di cose....
...sono ancora in cammino....
a questo punto credo sia necessario nonchè doveroso fare una puntualizzazione....
se una persona malata usa cannabis a fini terapeutici trovo di vitale (termine non usato a caso) importanza far valere il proprio diritto di cittadino bisognoso dell'assistenza medica necessaria per la malattia di cui si soffre
se invece si è un consumatore per uso ricreativo come il sottoscritto la questione cambia o quantomeno in termini legali cambia sicuramente
però per me fumare della buona erba è come bere del buon vino e grazie al cielo è la passione che mi motiva e non una brutta malattia come per molte altre persone
in conclusione se avessi bisogno della cannabis per fini medici (speriamo mai e poi mai) già mi conoscereste tutti dal momento che alzerei un casino della madonna e vedreste spiattellata la mia faccia su tutti i telegiornali, altro che Pannella e lo sciopero della fame
Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani; ma se domani scoprono in me dei valori, vuole dire che li posseggo anche oggi. Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba.
Vincent Van Gogh
Quindi...
il fine giustifica i mezzi?????
quello che voglio dire è che legalmente parando (perchè il 3d tratta della questione patteggiamento) un coltivatore che lo fa per uso medico ha sicuramente molte più probabilità di vincere una causa di un coltivatore che lo fa per uso ricreativo e questa è una certezza come la morte, credo che l'avvocato lo possa confermare, poi che in molti lo fanno per sballarsi, per piacere, per gusto PER CARITA' CONTINUIAMO a farlo perchè non facciamo del male a nessuno, non arricchiamo le mafie, non rischiamo chissacchè fumando porcherie di strada.....e poi (ma questo è un mio pensiero) usiamo una "droga" che è molto meno nociva di "droghe" legali come alcol e tabacco
Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani; ma se domani scoprono in me dei valori, vuole dire che li posseggo anche oggi. Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba.
Vincent Van Gogh
secondo me... bisogna eliminare il bilancino elettronico, se si hanno contanti non tenerli in casa e non avere plastiche bustine e roba simile.
Così facendo (ovviamente se si coltiva un numero ragionevole di piante) l'accusa di spaccio non può sussistere e sicuramente si potranno far valere appieno i propri diritti. Che sia costoso non c'è dubbio ma a questo punto, quando una persona inizia a coltivare non deve chiedersi "sono pronto a finire in galera?" ma deve chiedersi "sono pronto ad affrontare le spese per la mia libertà?"
da qualche parte bisogna cominciare a cambiare le cose ed un modo è quello di affrontare la causa perchè si può vincere! Fra 10 anni non avremo affermato i nostri diritti perchè avremo patteggiato ma, perchè coltivatori coraggiosi e avvocati preparati avranno creato sempre più precedenti
io la penso in questo modo e agisco di conseguenza
ciao
la libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile
che si risolve per molti nella libertà di morire di fame
(S. Pertini - 1983)