Originariamente Scritto da
Yomi
Giusta osservazione!! Ho praticato, durante il periodo del cancro, tiro con l'arco giapponese, Kyudo: non è una disciplina sportiva, quello che trovi su internet è una "modernizzazione" del vero Kyudo, disciplina buddista:
in sintesi, quando apri l'arco, la pratica ti insegna ad aprire te stesso.
Ho trovato benefici enormi da questa pratica, che permangono tuttora, anche se la lontananza dal dojo(palestra) e la situazione economica non mi permettono di frequentare.
Ma ho imparato la meditazione, che posso effettuare quando voglio, e, grazie anche alle mie condizioni di malato, ho passato il primo livello, la consapevolezza che la morte fa parte della vita, e che è la sofferenza il peggior nemico.
Si, vista l'impossibilità per ora di emulare i pellerossa, credo che per noi "occidentali" il buddismo sia una concreta possibilità di crescita interiore, per raggiungere l'Illuminazione, dove i problemi personali scompaiono, e naturalmente si dedica l'intera esistenza ai problemi degli altri..
Scusate la lungaggine, per me scoccare quella freccia ha significato molto.
Pensate che, se quell'arco lo prendete e cercate di tirarlo senza pratica, è durissimo, ben fatto per una gittata parecchio lontana, ci vuole una bella forza nelle braccia: dopo 6 mesi di pratica, ho scoccato la freccia, mi sembrava una piuma, "sentivo" che la forza non arrivava dai muscoli delle braccia, ma partiva dalle punte dei piedi, fino ad arrivare ai capelli. Stabile come una statua. Meraviglioso..