ricevo e pubblico:
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Si terrà a Trieste la conferenza nazionale sulle droghe.
Trieste che è la città di Basaglia, eppure vive tante contraddizioni, anche nell'ambito della psichiatria.
Trieste che, come tutte le città, vive il ritorno dell'eroina dentro il policonsumo generale.
Dopo lo stimolo dell'appello di Forum Droghe ai primi di gennaio, in Regione Friuli Venezia Giulia si è data la volontà di costruire iniziative e dibattiti in occasione della conferenza, per costruire assieme a tutte le reti ed ai movimenti uno spazio di libero di analisi e di iniziativa.
Siamo tutti e tutte consapevoli che dalla Conferenza Nazionale di Palermo ad oggi non c'è stato alcun miglioramento; anzi registriamo una involuzione culturale, sia nell'assetto della legge sia nella società dei consumi.
Ne è un esempio il recente Decreto Legislativo che promuove i controlli sui lavoratori che è in realtà un controllo sui comportamenti soggettivi e non sul rischio specifico.
Va sempre più affermandosi un approccio \"organicista\" e \"riduzionista\", fondato su una asserita evidenza scientifica di una correlazione tra uso di sostanze e danno cerebrale permanente (\"il buco nel cervello\"). Le modalità con cui la Conferenza nazionale di marzo a Trieste è preparata ( consultazioni in sede ministeriale) sono una conferma che la Conferenza stessa non è intesa dal Governo come il luogo di confronto ed elaborazione di politiche condivise, oltre che appropriate rispetto al mutato quadro della poliassunzione di
sostanze. Tutti i dati disponibili confermano l'insuccesso delle politiche
proibizioniste e repressive fin qui adottate: il numero di persone che utilizzano sostanze è in continuo aumento mentre è oramai affermato il paradigma del policonsumo e dell'integrazione dei consumatori nei processi sociali e produttivi.
Noi non vediamo nella preparazione di questa Conferenza nessuna di queste riflessioni, ma la sola affermazione della cura come imposizione e dell'annullamento del protagonismo degli operatori e dei consumatori.
Con queste premesse si disegna un quadro di reclusione, normalizzazione e controllo dei comportamenti, di riduzione ad \"uno\" e \"normale\" della vita.
Il 12, 13, 14 marzo a Trieste verrà presentata la nuova linea repressiva e di esteso controllo sociale che il Governo intende adottare, con la emarginazione sociale e la clandestinizzazione dei comportamenti considerati anomali, riducendo al ruolo di controllore il lavoro difficile degli operatori dei servizi. Tutto rischia di essere già deciso dall'ideologia e dalla demagogia.
Noi, come operatori ed operatrici, crediamo alla necessità di andare oltre a questo scenario. Crediamo ad un confronto che parta da basi radicalmente diverse: accoglienza, libertà ed autodeterminazione.
Accogliere i consumi ed i consumatori per non condannarli a nascondersi.
Liberare i corpi dal controllo ed offrire dignità e cittadinanza a tutti ed a tutte.
Autodeterminazione delle scelte come base per la costruzione di una società diversa e più giusta.
Con quanti sentano come noi il desiderio di ragionare onestamente e senza barriere ideologiche vogliamo costruire uno spazio di accoglienza, di riflessione libera, di analisi e di elaborazione orizzontale.
Così lanciamo un appello ed invitiamo tutte le reti di movimento e dei servizi, ai singoli che giorno per giorno animano i servizi con lo spirito di promuovere libertà e diritti, a costruire insieme a noi questo spazio pubblico.
Il 12 e 13 marzo il Teatro Miela della città di Trieste sarà questo spazio pubblico, aperto ed orizzontale.
Non sarà la contro-conferenza ma uno spazio di confronto libero tra gli operatori, tra i consumatori, tra coloro che hanno voglia di partecipare.
Facciamo appello a tutti e a tutte affinchè si arricchisca questo spazio dell'attraversamento delle tante persone che vogliano prendere parola liberamente, perchè quello spazio di riempia, attraverso banchetti, spazi informativi, dibattiti e conversazioni.</BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>
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