Vende canapa, condannato
Marola: "Ma che istigazione..."
Sei mesi di carcere (pena sospesa) per istigazione all'uso di droga a Luca Marola, titolare del negozio di piazzale Picelli Canapaio Ducale. Vendeva e spiegava come coltivare i semi per ottenere piante di marijuana. Lui si difende, farà appello e intanto riceve la solidarietà del quartiere
Condannato per istigazione al consumo di droga. E' successo a Luca Marola, titolare del negozio Canapaio Ducale di piazzale Picelli. Sei mesi di carcere (pena sospesa) gli sono stati inflitti dal giudice Pietro Rogato del tribunale di Parma perchè vendeva semi di canapa, gli stessi da cui nascono le piante di marijuana. In più Marola spiegava - ad esempio attraverso la vendita di dvd - come coltivare i chicchi per ottenere piante di "erba".
L'appello
L'attesa adesso "è per le motivazioni della sentenza - spiega Marola - ma stiamo già preparando il ricorso in appello: cercheremo infatti di contestare proprio il significato di 'istigazione', concetto sulla scorta del quale sono stato condannato". Secondo il titolare - noto in città per il suo attivismo antiproibizionista oltre che per i diritti degli omosessuali - "per istigazione andrebbe intesa un'azione assai più esplicita di quella addebitatami, tutta basata sulla vendita di libretti o dvd d'istruzioni". Non solo. Secondo Marola - 32 anni e da sette titolare del Canapaio, responsabile dei Radicali di Parma - il suo negozio ha sempre agito alla luce del sole: "Non ho mai offerto canne a nessuno, nè ho invitato i clienti a fare uso di droghe" dice. Il nome stesso del negozio, che non è certo 'La Brugola Ducale', secondo il giovane "dimostra inoltre la mia volontà di dichiarare subito al pubblico che tipo di prodotti vendo". Cinque anni fa, racconta Marola, "chiesi anche alla questura rassicurazioni ed eventuali consigli per essere sicuro di non svolgere attività illegali". Da Borgo della Posta, dice il titolare, i funzionari di polizia risposero con una richiesta di ulteriori certificati. "Poi più nulla, da allora - dice il giovane - non non ebbi altre indicazioni dalla questura".
Il procedimento
Era partita un anno fa l'inchiesta sul negozio. Il fascicolo fu aperto dalla Procura di Ferrara e prese di mira numerosi canapai italiani: 64 dei 300 presenti sul territorio nazionale. "Di questi però solo alcuni - spiega Marola - vennero rinviati a giudizio". La Guardia di Finanza ebbe pure mandato di sequestro, molta merce venne portata via dalla bottega di piazzale Picelli: "In quel caso però feci ricorso e vinsi, ottenendo di riavere i prodotti prelevati" dice Marola. In seguito il procedimento penale subì una serie di spezzettamenti, le indagini proseguirono a livello locale. Del canapaio nostrano si occupò la Procura di Parma. La condanna a sei mesi inflitta a Marola, con pena però sospesa per assenza di precedenti, è arrivata in camera di consiglio nel corso del rito abbreviato voluto dagli avvocati.
Commercio e politica
"La finalità del mio negozio - ammette Marola - non è solo vendere merce ma anche fare politica con altri mezzi". Gli opuscoli, i dvd, i "bugiardini" con le istruzioni presenti nel negozio "servono a stimolare il dibatto sulle droghe e sul modo in cui la legge italiana le tratta" dice in venditore di semi. Secondo il giovane, "il Canapaio è diventato un punto di riferimento nel quartiere, durante le ultime elezioni nei seggi della scuola Cocconi i Radicali hanno raggiunto il 6 percento, cioè la percentuale più alta registrata in città".
Solidarietà del quartiere
Continuano a offrirgli caffè e cornetti, a dirgli che loro sono dalla sua parte. "Gli abitanti di piazzale Picelli - racconta Marola - mi stanno dimostrando tutto il loro affetto, non appena s'è sparsa la voce della condanna si sono fatti avanti per esprimermi vicinanza". A un certo punto Marola ha detto basta, "troppi caffè". Ma l'onda di solidarietà non s'è fermata: "A quel punto molti hanno iniziato a riempire il salvadanaio per le spese legali, che da giorni tengo in negozio". Anche in internet il popolo del Canapaio si mobilita: sono 308, ad ora, i messaggi di sostegno e le sottoscrizioni della campagna di sostegno. Appoggio a Marola è arrivato anche dai clienti, molti dei quali "sono 60enni che vengono da me - dice lui - per comperare semplicemente semi di peperoncino o di pomodori". (m.s.)
(21 gennaio 2010)