Perché tante bufale in rete? Tipo quella sulla vendemmia di Sting?
La rete, grazie all’amplificazione mediatica incredibile dei social, crea delle bufale spettacolari. Una di queste è sicuramente quella su Sting e signora. Per come è stata presentata da un numero spropositato di siti internet (anche specializzati) l’artista inglese faceva pagare 262 euro a tutti coloro che volevano andare a vendemmiare presso la sua tenuta biodinamica toscana, il Palagio. Detta così lo scandalo sollevato era enorme. Ma come? Vengo a lavorare e devo essere io a pagare? Lo stesso Gramellini, firma di punta de La Stampa di Torino, aveva dedicato parte del suo tempo a questa notizia: “Chiunque si recherà a zappare, vendemmiare e raccogliere olive nei possedimenti di Sting alle porte di Firenze gli dovrà corrispondere la somma giornaliera di 208 sterline: 262 euro. Il neofita ascolterà una lezione sulla bellezza della fatica nei campi e riceverà un cestino vuoto con le istruzioni per riempirlo. Alla fine della sudata verserà nelle casse della bolsa rockstar il contenuto del cestino e il sostanzioso assegno. In cambio potrà abbracciare gratis un albero e bere a pagamento un bicchiere di Sangiovese, per poi andarsene rinfrancato nello spirito e alleggerito nella materia (il portafogli)”.
Le cose, invece, pare siano molto diverse da come furbescamente esano state presentate… L’iniziativa di Sting è da incasellare nella categoria dell’enoturismo. Chi lo desidera compra un pacchetto “vendemmia” che comprende notte nel relais “5 stelle” del cantante, colazione, lezione di cultura contadina, visita dei filari durante la vendemmia, raccolta di un cestino di uva, pranzo e poi a casa. Ora ditemi dove sta lo scandalo se un riccone paga per dormire in un bel posto sulle colline toscane, viene coccolato da un personale professionale, si gode il momento più affascinante dell’anno enologico, si raccoglie infine i suoi tre grappoli magari sparandosi un bel selfie…
Tutto qui, anzi ci fossero più iniziative di questo tipo avremmo nelle nostre campagne un po’ più di gente che poi ritorna a casa e decantando la bellezza dei nostri territori e poi si ricorda di andare nell’enoteca sotto casa per acquistare un’etichetta che gli ricorda la bellezza dell’Italia.
P. S. Ringrazio Mike Tommasi per lo spunto e per la riflessione che mi ha obbligato a fare.
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