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Risultati da 1 a 5 di 5

Discussione: La Storia del Nano Portatore di Democrazia

  1. #1
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    e il 50% degli italiani gli ha dato fiducia


    :-? :-? :-[

  2. #2
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    mà wint, saranno più i voti che ha raccimolato grazie al potere e al denaro, che quelli dati per fiducia :-Y

    ma cmq la solfa nn cambia, VERGOGNA!! :-o
    T.otale
    I.nformazione
    A.
    C.hi
    C.i
    A.ccusa e
    C.i
    C.ondanna
    I.ngiustamente

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  3. #3
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    marco travaglio è una persona che ne sa davvero tanta sulla storia berluconiana!
    sono venuto a conoscenza di viral video un paio di settimane fa...e ho scaricato alcuni filmati da emule!!!

    provate a scaricare e guardare anche voi!!! :-o
    'Cause every little thing gonna be alright

  4. #4
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    www.viralvideo.it La libertà è un virus, diffondi il contagio!
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    La libertà è un virus,
    diffondi il contagio!
    Con il consenso degli autori Marco Travaglio e Peter Gomez e del filosofo eurodeputato Gianni
    Vattimo, riportiamo qui di seguito l’opuscolo
    \"Berlusconi\"
    di Marco Travaglio e Peter Gomez
    L'opuscolo \"Berlusconi\", tradotto in quattro lingue (francese, inglese, spagnolo e tedesco) è stato
    distribuito da Gianni Vattimo (su domanda del quale il libretto stesso è stato redatto) a tutti i
    Parlamentari europei nel pomeriggio del 2 luglio 2003, giorno della presentazione, da parte del
    presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi, del programma della presidenza
    italiana dell'Unione Europea.
    Il documento è disponibile online sul sito http://www.giannivattimo.it si ringrazia inoltre Mario
    Cedrini e Stefano Cardone autori dell’edintig cartaceo e online.
    ------------------
    Viralvideo si complimenta per l’iniziativa ed é lieto di dare il proprio
    contributo alla diffusione del documento qui di seguito riportato
    integralmente in Italiano.
    NB
    Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, sul
    sito www.viralvideo.it potrà trovare numerosi filmati con
    autorevoli interventi sul tema della giustizia in Italia che
    difficilmente troverebbero spazio sui media ufficiali vittime di
    una diffusa censura politica.
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    \"Berlusconi\" di Marco Travaglio e Peter Gomez
    Indice:
    • Lettera di presentazione di Gianni Vattimo
    • Vita di Berlusconi. Cronologia
    • Berlusconi e i suoi misteri
    • Tutti i processi di Berlusconi
    • Tutto ciò che penso di Berlusconi
    Di Umberto Bossi, ministro delle Riforme Istituzionali del governo Berlusconi
    Sebbene non sia stato incluso nell'opuscolo originale per ragioni di spazio, riportiamo qui di
    seguito anche il capitolo \"Tutte le bugie di Berlusconi\", sempre ad opera dei due autori, nella
    sola versione italiana.
    ------------------
    Lettera di presentazione di Gianni Vattimo
    Caro Collega,
    il breve testo che troverà in allegato è una sommaria presentazione del personaggio che, secondo
    le regole della rotazione, occuperà nel prossimo semestre il posto di presidente del Consiglio
    Europeo. Questa presentazione è stata preparata da due giornalisti italiani, Marco Travaglio e
    Peter Gomez, che da tempo seguono le vicende politiche e giudiziarie di Silvio Berlusconi e ne
    scrivono sulla stampa italiana. Non sempre, però, queste vicende sono conosciute adeguatamente
    negli altri Paesi dell'Unione. So bene che proprio in questi giorni, in occasione dell'inizio del
    \"semestre italiano\", molta stampa europea ha fornito più informazioni del solito sul discusso
    personaggio. Ma siccome si attribuisce agli italiani, anche ai partiti di opposizione, l'intenzione di
    contribuire al \"successo\" del semestre europeo del nostro premier, io diffondo questo opuscolo
    informativo proprio perché non intendo contribuire in alcun modo a tale successo. Anzi, credo
    che un vero successo dell'Italia, e anche dell'Europa, si possa realizzare solo riducendo al minimo
    il danno che la democrazia, l'indipendenza dell'Europa dagli Usa, la libertà di informazione, la
    lotta contro la corruzione, possono ricevere dalla presidenza europea di Silvio Berlusconi. Una
    conoscenza dettagliata e, nonostante le apparenze, obiettiva, della sua storia affaristico-politicogiudiziaria
    può, spero, servire a questo scopo.
    Un cordiale saluto
    Gianni Vattimo
    ------------------
    VITA DI BERLUSCONI. CRONOLOGIA
    1936. Nasce a Milano il 29 settembre, primo di tre figli (due maschi e una femmina) di Luigi
    Berlusconi, impiegato alla Banca Rasini, e Rosa Bossi, casalinga.
    1954. Prende la maturità classica al liceo salesiano Copernico e s'iscrive all'Università Statale,
    facoltà di Giurisprudenza. A tempo perso, vende spazzole elettriche porta a porta, fa il fotografo
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    ai matrimoni e ai funerali, suona il basso e canta nella band dell'amico d'infanzia Fedele
    Confalonieri (anche sulle navi da crociera).
    1957. Primo impiego saltuario nella Immobiliare costruzioni.
    1961. Si laurea in legge con 110 e lode, a Milano: tesi sugli aspetti giuridici del contratto
    pubblicitario, e vince una borsa di studio di 2 milioni messa in palio dalla concessionaria
    Manzoni. Evita, non si sa come, il servizio militare. E si dà all'edilizia, acquistando un terreno in
    via Alciati, grazie alla garanzia fornitagli dal banchiere Carlo Rasini, che gli procura anche un
    socio, il costruttore Pietro Canali. Nasce la Cantieri Riuniti Milanesi.
    1963. Fonda la Edilnord Sas: soci accomandanti Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo
    Rezzonico (per la misteriosa finanziaria luganese Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag).
    Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per edificare una città -modello da 4 mila abitanti. Nel
    1965 è pronto il primo condominio, di cui però non riesce a vendere nemmeno un appartamento.
    Poi, non si sa come, riesce a venderlo al Fondo di previdenza dei dirigenti commerciali.
    1965. Sposa Carla Elvira Dall'Oglio, genovese, che gli darà due figli: Maria Elvira (1966) e
    Piersilvio (1969).
    1968. Nasce l'Edilnord 2, acquistando terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano 2.
    1969. Brugherio è completa con 1000 appartamenti venduti.
    1973. Fonda la Italcantieri Srl, grazie ad altre due misteriose fiduciarie ticinesi, la Cofigen (legata
    al finanziere Tito Tettamanti) e la Eti AG Holding (amministrata dal finanziere Ercole Doninelli).
    Acquista ad Arcore, grazie ai buoni uffici dell'amico Cesare Previti, la villa Casati Stampa con
    tutti i terreni ad Arcore, a prezzo di superfavore. Previti infatti è pro-tutore dell'unica erede dei
    Casati Stampa, la contessina dodicenne Annamaria, e contemporaneamente amico di Silvio e in
    affari con lui.
    1974. Grazie a due fiduciarie della Bnl, la Servizio Italia e la Saf, nasce l'Immobiliare San
    Martino, amministrata da un ex compagno di università , Marcello Dell'Utri, palermitano. In un
    condominio di Milano 2 nasce una tv via cavo, Telemilano 58, che passerà ben presto all'etere col
    nome di Canale 5. Berlusconi si trasferisce con la famiglia a villa Casati, affiancato dal boss
    mafioso Vittorio Mangano, assunto in Sicilia da Dell'Utri come \"fattore\", cioè come
    amministratore della casa e dei terreni. Mangano lascerà Arcore soltanto un anno e mezzo - due
    anni più tardi, in seguito a due arresti e a un'inchiesta a suo carico per il sequestro di un ospite
    della villa amico di Berlusconi.
    1975. Le due fiduciarie danno vita alla Fininvest. Nascono anche la Edilnord e la Milano 2. Ma
    Berlusconi non compare mai: inabissato e schermato da una miriade di prestanomi dal 1968 al
    1975, quando diventa presidente di Italcantieri, e al 1979, quando assumerà la presidenza della
    Fininvest.
    1977. Appena divenuto Cavaliere del Lavoro, acquista una quota dell'editrice de Il Giornale ,
    fondato nel 1974 da Indro Montanelli.
    1978-1983. Riceve circa 500 miliardi al valore di oggi, di cui almeno una quindicina in contanti,
    per alimentare le 24 (poi salite a 37) Holding Italiana che compongono la Fininvest, di cui si
    ignora tutt'oggi la provenienza. Sono gli anni della scalata di Bettino Craxi, segretario del Psi dal
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    1976, al potere e della sua ascesa al governo.
    1978. Si affilia alla loggia massonica deviata e occulta \"Propaganda 2\" (P2) del maestro
    venerabile Licio Gelli, a cui è stato presentato dal giornalista Roberto Gervaso. Tessera numero
    1816. Di lì a poco comincerà a ricevere crediti oltre ogni normalità dal Monte dei Paschi e dalla
    Bnl (due banche con alcuni uomini-chiave affiliati alla P2). E inizierà a collaborare, con
    commenti di politica economica, al \"Corriere della Sera\", controllato dalla P2 tramite Angelo
    Rizzoli e Bruno Tassan Din. La P2 verrà poi sciolta, in quanto \"eversiva\", con un provvedimento
    del governo Spadolini.
    1980. Berlusconi fonda, con Marcello Dell'Utri, Publitalia 80, la concessionaria pubblicitarie per
    le reti tv. Conosce l'attrice Veronica Lario, al secolo Miriam Bartolini, che recita in uno
    spettacolo al teatro Manzoni di Milano senza veli. Se ne innamora. La nasconde per tre anni in
    un'ala segreta della sede Fininvest in Via Rovani a Milano. Poi la donna rimane incinta e nel
    1984, sempre nel segreto più assoluto, partorisce in Svizzera una bambina, Barbara. Berlusconi la
    riconosce. Padrino di battesimo, Bettino Craxi.
    1981. I giudici milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone, indagando sui traffici del
    bancarottiere mafioso e piduista Michele Sindona, trovano gli elenchi degli affiliati alla loggia
    P2. Ma Berlusconi non subisce danni dallo scandalo che travolge il governo, l'esercito, i servizi
    segreti e il mondo del giornalismo.
    1982. Berlusconi acquista l'emittente televisiva Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi.
    1984. Berlusconi acquista l'emittente Rete 4 dalla Mondadori: ormai è titolare di tre network
    televisivi nazionali, e può entrare in concorrenza diretta con la Rai. Ma tre pretori, di Torino,
    Pescara e Roma, sequestrano gli impianti che consentono le trasmissioni illegali di programmi in
    \"interconnessione\", cioè in contemporanea su tutto il territorio nazionale. Craxi vara un decreto
    urgente (il primo \"decreto Berlusconi\") per legalizzare la situazione illegale. Ma il decreto non
    viene convertito in legge perché incostituzionale. Craxi ne vara un altro (il secondo \"decreto
    Berlusconi\"), minacciando i partiti alleati di andare alle elezioni anticipate in caso di nuova
    bocciatura del decreto. E nel febbraio '85 il decreto sarà approvato, dopo che il governo avrÃ
    posto la questione di fiducia.
    1985. Berlusconi divorzia da Carla Dell'Oglio e ufficializza il legame con Veronica, che gli darÃ
    altri due figli: Eleonora (1986) e Luigi (1988). Le seconde nozze verranno celebrate, con rito
    civile, nel 1990, officiante il sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri, cognato di Craxi.
    Testimoni degli sposi, Bettino e Anna Craxi, Confalonieri e Gianni Letta.
    1986. Berlusconi acquista il Milan Calcio e ne diviene presidente (nel 1988 vincerà il suo primo
    scudetto). Intanto fallisce l'operazione La Cinq in Francia, che chiuderà definitivamente i battenti
    nel '90. E' Jacques Chirac a cacciarlo dal suolo francese, definendolo \"venditore di minestre\".
    1988. Il governo De Mita annuncia la legge Mammì sul sistema radiotelevisivo. Che in pratica
    fotografa il duopolio Rai-Fininvest, senza imporre al Cavaliere alcun autentico tetto antitrust.
    Berlusconi acquista la Standa. La legge verrà approvata nel 1990.
    1989-1991. Lunga battaglia fra Berlusconi e De Benedetti per il controllo della Mondadori, la
    prima casa editrice che controlla quotidiani (La Repubblica e 13 giornali locali), settimanali
    (Panorama, Espresso, Epoca) e tutto il settore libri. Grazie a una sentenza del giudice Vittorio
    Metta, che il tribunale di Milano riterrà poi comprata con tangenti dall'avvocato Previti per conto
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    di Berlusconi, il Cavaliere strappa la Mondadori al suo concorrente. Una successiva mediazione
    politica porterà poi alla restituzione a De Benedetti almeno di Repubblica, Espresso e giornali
    locali. Tutto il resto rimarrà a Berlusconi.
    1990. Il Parlamento vara la legge Mammì, fra le polemiche: Berlusconi può tenersi televisioni
    (nel frattempo è entrato anche nel business di Telepiù) e Mondadori, dovendo soltanto
    \"spogliarsi\" de Il Giornale (che viene girato nel '90 al fratello Paolo).
    1994. Berlusconi, ormai orfano dei partiti amici, travolti dallo scandalo di Tangentopoli, entra
    direttamente in politica, fonda il partito di Forza Italia, vince le elezioni politiche del 27 marzo
    alla guida del Polo delle Libertà e diventa presidente del Consiglio. Il 21 novembre viene
    coinvolto nell'inchiesta sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Il 22 dicembre è costretto a
    dimettersi, per la mozione di sfiducia della Lega Nord, che non condivide più la sua politica
    sociale e preme per la risoluzione del conflitto d'interessi.
    1996. Berlusconi, indagato nel frattempo anche per storie di mafia, falso in bilancio, frode fiscali
    e soprattutto corruzione giudiziaria insieme a Previti, si ricandida alle elezioni politiche, ma
    perde. Vince il candidato del centrosinistra (Ulivo), Romano Prodi. Trascorrerà 5 anni
    all'opposizione, alle prese con una serie di inchieste giudiziarie e di processi, conclusi con diverse
    condanne in primo grado, poi trasformate in prescrizioni e (raramente) in assoluzioni in appello e
    in Cassazione.
    2001. Il 15 maggio vince le elezioni alla guida della Casa delle Libertà e torna alla presidenza del
    Consiglio.
    ------------------
    BERLUSCONI E I SUOI MISTERI
    La vita e la carriera dell'imprenditore Silvio Berlusconi, nonostante le biografie autorizzate che il
    protagonista ha fatto pubblicare o propiziato nel corso degli anni con fini auto-agiografici, rimane
    costellata di buchi neri e di domande senza risposta. Piccolo riepilogo degli omissis più
    inquietanti.
    1) La Edilnord Sas è la società fondata nel 1963 da Silvio Berlusconi per costruire Milano 2. Soci
    accomandatari (quelli che vi operano), oltre al futuro Cavaliere, sono il commercialista Edoardo
    Piccitto e i costruttori Pietro Canali, Enrico Botta e Giovanni Botta. Soci accomandanti (quelli
    che finanziano l'operazione) il banchiere Carlo Rasini, titolare dell'omonima banca con sede in
    via dei Mercanti a Milano, e l'avvocato d'affari Renzo Rezzonico, legale rappresentante di una
    finanziaria di Lugano: la \"Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag\", di cui nessuno conoscerÃ
    mai i reali proprietari. Si tratta comunque di gente molto ottimista, se ha affidato enormi capitali a
    Berlusconi, cioè a un giovanotto di 27 anni che, fino a quel momento, non ha dato alcuna prova
    imprenditoriale degna di nota.
    2) Sulla banca Rasini, dove il padre Luigi Berlusconi lavora per tutta la vita, da semplice
    impiegato a direttore generale, ecco la risposta di Michele Sindona (bancarottiere piduista legato
    a Cosa Nostra e riciclatore di denaro mafioso) al giornalista americano Nick Tosches, che nel
    1985 gli domanda quali siano le banche usate dalla mafia: \"In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte.
    A Milano una piccola banca in piazza Mercanti\". Cioè la Rasini, dove - ripetiamo - Luigi
    Berlusconi, padre di Silvio, ha lavorato per tutta a vita, fino a diventarne il procuratore generale.
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    Alla Rasini tengono i conti correnti noti mafiosi e narcotrafficanti siciliani come Antonio
    Virgilio, Salvatore Enea, Luigi Monti, legati a Vittorio Mangano, il mafioso che lavora come
    fattore nella villa di Berlusconi fra il 1973 e il 1975.
    3) Il 29 ottobre 1968 nasce la Edilnord Centri Residenziali Sas (una sorta di Edilnord 2): stavolta,
    al posto di Berlusconi, come socio accomandatario c'è sua cugina Lidia Borsani, 31 anni. E i
    capitali li fornisce un'altra misteriosa finanziaria luganese, la \"Aktiengesellschaft für
    Immobilienanlagen in Residenzentren Ag\" (Aktien), fondata da misteriosi soci appena 10 giorni
    prima della nascita di Edilnord 2. Berlusconi da questo momento sparisce nel nulla, coperto da
    una selva di sigle e prestanome. Riemergerà solo nel 1975 per presiedere la Italcantieri, e nel
    1979, come presidente della Fininvest. Intanto nascono decine di società intestate a parenti e
    figuranti, controllate da società di cui si ignorano i veri titolari. Come ha ricostruito Giuseppe
    Fiori nel libro \"Il venditore\" (Garzanti, 1994, Milano), Italcantieri nasce nel 1973, costituita da
    due fiduciarie ticinesi: \"Cofigen Sa\" di Lugano (legata al finanziere Tito Tettamanzi, vicino alla
    massoneria e all'Opus Dei) e \"Eti A.G.Holding\" di Chiasso (amministrata da un finanziere di
    estrema destra, Ercole Doninelli, proprietario di un'altra società , la Fi.Mo, più volte inquisita per
    riciclaggio, addirittura con i narcos colombiani).
    4) Nel 1974 nasce la \"Immobiliare San Martino\", amministrata da Marcello Dell'Utri e
    capitalizzata da due fiduciarie del parabancario Bnl: la Servizio Italia (diretta dal piduista
    Gianfranco Graziadei) e la Saf (Società Azionaria Finanziaria, rappresentata da un prestanome
    cecoslovacco, Frederick Pollack, nato nientemeno che nel 1887). A vario titolo e con vari sistemi
    e prestanome, \"figlieranno\" una miriade di società legate a Berlusconi e ai suoi cari: a cominciare
    dalle 34 \"Holding Italiana\" che controllano il gruppo Fininvest. Secondo il dirigente della Banca
    d'Italia Francesco Giuffrida e il sottufficiale della Guardia di Finanza Giuseppe Ciuro, consulenti
    tecnici della Procura di Palermo al processo contro Marcello Dell'Utri per concorso esterno in
    associazione mafiosa, queste finanziarie hanno ricevuto fra il 1978 e il 1985 almeno 113 miliardi
    (pari a 502 miliardi di lire e 250 milioni di euro di oggi), in parte addirittura in contanti e in
    assegni \"mascherati\", dei quali tuttoggi \"si ignora la provenienza\". La Procura di Palermo
    sostiene che sono i capitali mafiosi \"investiti\" nel Biscione dalle cosche legate al boss Stefano
    Bontate. La difesa afferma che si tratta di autofinanziamenti, anche se non spiega da dove
    provenga tutta quella liquidità . Lo stesso consulente tecnico di Berlusconi, il professor Paolo
    Jovenitti, ammette l'\"anomalia\" e l'incomprensibilità di alcune operazioni dell'epoca.
    5) Nel 1973 Silvio Berlusconi acquista da Annamaria Casati Stampa di Soncino, ereditiera
    minorenne della nota famiglia nobiliare lombarda rimasta orfana nel 1970, la settecentesca Villa
    San Martino ad Arcore, con quadri d'autore, parco di un milione di metri quadrati, campi da
    tennis, maneggio, scuderie, due piscine, centinaia di ettari di terreni. La Casati è assistita da un
    pro-tutore, l'avvocato Cesare Previti, che è pure un amico di Berlusconi, figlio di un suo
    prestanome (il padre Umberto) e dirigente di una società del gruppo (la Immobiliare Idra). Grazie
    alla fortunata coincidenza, la favolosa villa con annessi e connessi viene pagata circa 500 milioni
    dell'epoca: un prezzo irrisorio. E, per giunta, non in denaro frusciante, ma in azioni di alcune
    società immobiliari non quotate in borse, così che, quando la ragazza si trasferisce in Brasile e
    tenta di monetizzare i titoli, si ritrova con una carrettate di carta. A quel punto, Previti e
    Berlusconi offrono di ricomprare le azioni, ma alla metà del prezzo inizialmente pattuito. Una
    sentenza del Tribunale di Roma, nel 2000, ha assolto gli autori del libro \"Gli affari del
    presidente\", che raccontava l'imbarazzante transazione.
    6) Nel 1973 Berlusconi, tramite Marcello Dell'Utri, ingaggia come fattore (ma recentemente
    Dell'Utri l'ha promosso \"amministratore della villa\") il noto criminale palermitano, pluriarrestato
    e pluricondannato Vittorio Mangano. Il quale lascerà la villa solo due anni più tardi, quando verrÃ
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    sospettato di aver organizzato il sequestro di Luigi d'Angerio principe di Sant'Agata, che aveva
    appena lasciato la villa di Arcore dopo una cena con Berlusconi, Dell'Utri e lo stesso Mangano.
    Mangano verrà condannato persino per narcotraffico (al maxiprocesso istruito da Falcone e
    Borsellino) e, nel 1998, all'ergastolo per omicidio e mafia.
    7) Il 26 gennaio 1978 Silvio Berlusconi si affilia alla loggia Propaganda 2 (P2), presentato al gran
    maestro venerabile Licio Gelli dall'amico giornalista Roberto Gervaso. Paga regolare quota di
    iscrizione (100 mila lire) e viene registrato con la tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17,
    fascicolo 0625. La partecipazione al pio sodalizio gli procaccerà vantaggi di ogni genere: dai
    finanziamenti della \"Servizio Italia\" di Graziadei ai crediti facili e ingiustificati del Monte dei
    Paschi di Siena (di cui è provveditore il piduista Giovanni Cresti) alla collaborazione con il
    \"Corriere della Sera\" diretto dal piduista Franco Di Bella e controllato dalla Rizzoli dei piduisti
    Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e Umberto Ortolani.
    8) Il 24 ottobre 1979 Silvio Berlusconi riceve la visita di tre ufficiali della Guardia di Finanza
    nella sede dell'Edilnord Cantieri Residenziali. Si spaccia per un \"un semplice consulente esterno\"
    addetto \"alla progettazione di Milano 2\". In realtà è il proprietario unico della società , intestata a
    Umberto Previti. Ma i militari abboccano e chiudono in tutta fretta l'ispezione, sebbene abbiano
    riscontrato più di un'anomalia nei rapporti con i misteriosi soci svizzeri. Faranno carriera tutti e
    tre. Si chiamano Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo e Alberto Corrado. Berruti, il
    capopattuglia, lascerà le Fiamme Gialle pochi mesi dopo per andare a lavorare per la Fininvest
    come avvocato d'affari (società estere, contratti dei calciatori del Milan, e così via). Arrestato nel
    1985 nello scandalo Icomec (e poi assolto), tornerà in carcere nel 1994 insieme a Corrado per i
    depistaggi nell'inchiesta sulle mazzette alla Guardia di Finanza, poi verrà eletto deputato per
    Forza Italia e condannato in primo e secondo grado a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento.
    Gallo risulterà iscritto alla loggia P2.
    9) Il 30 maggio 1983 la Guardia di Finanza di Milano, che sta controllando i telefoni di
    Berlusconi nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga, redige un rapporto investigativo in
    cui si legge: \"E' stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di
    stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane (Lombardia e Lazio). Il
    predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni in Costa Smeralda avvalendosi di società di
    comodo aventi sede a Vaduz e comunque all'estero. Operativamente le società in questione
    avrebbero conferito ampio mandato ai professionisti della zona\". Per otto anni l'indagine, seguita
    inizialmente dal pm Giorgio Della Lucia (poi passato all'Ufficio istruzione, da anni imputato per
    corruzione in atti giudiziari insieme al finanziere Filippo Alberto Rapisarda, ex datore di lavoro
    ed ex socio di Marcello Dell'Utri) langue, praticamente dimenticata. Alla fine, nel 1991, il gip
    milanese Anna Cappelli archivierà tutto.
    10) Il terzo, seccante incontro ravvicinato fra il Cavaliere e la Legge risale al 16 ottobre 1984. Tre
    pretori, di Torino, Roma e Pescara, hanno la pretesa di applicare le norme che regolano
    l'emittenza televisiva e che il Cavaliere ha deciso di aggirare, trasmettendo in contemporanea gli
    stessi programmi su tutto il territorio nazionale. I tre magistrati fanno presente che è vietato, non
    si può e bloccano le attrezzature che consentono l'operazione fuorilegge. Il Cavaliere oscura le
    sue tv, per attribuire il black out ai giudici, poi scatena il popolo dei teledipendenti con lo slogan
    \"Vietato vietare\", opportunamente rilanciato dallo show del giornalista piduista Maurizio
    Costanzo. Lo slogan viene subito tradotto in legge dal presidente del Consiglio Bettino Craxi. Il
    quale abbandona una visita di Stato a Londra per precipitarsi in Italia e varare un decreto legge ad
    personam (\"decreto Berlusconi\") che riaccende immediatamente le tv illegali del suo compare.
    Lo scandalo è talmente enorme che, persino nel pentapartito, qualcuno non ci sta. E il decreto
    viene bocciato dall'aula come incostituzionale. Due dei tre pretori reiterano il sequestro penale
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    delle attrezzature utilizzabili oltre l'ambito locale. Così Craxi partorisce un secondo decreto
    Berlusconi, agitando davanti ai riottosi partiti alleati lo spauracchio della crisi di governo e delle
    elezioni anticipate, in caso di mancata conversione in legge. Provvederà poi lo stesso Caf a
    legalizzare il monopolio illegale Fininvest sulla televisione commerciale con la legge Mammì,
    detta anche \"legge-Polaroid\" per l'alta fedeltà con cui fotografa lo status quo .
    ------------------
    TUTTI I PROCESSI DI BERLUSCONI
    Bugie sulla loggia P2 (falsa testimonianza )
    La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso
    davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è coperto
    dall'amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: \"Non ricordo la data
    esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo […].
    Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta\". Berlusconi però si era
    iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i giudici della
    Corte d'appello di Venezia scrivono: \"Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non
    rispondano a verità […], smentite dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse
    dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate […]. Ne
    consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso\", rilasciato \"dichiarazioni menzognere\" e
    \"compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza\". Ma
    \"il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia\".
    Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione )
    I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate (niente attenuanti
    generiche).
    Appello : prescrizione per tre tangenti (grazie alle attenuanti generiche), assoluzione con formula
    dubitativa (comma II art.530 c.p.p) per la quarta. Nelle motivazioni si legge: \"Il giudizio di
    colpevolezza dell'imputato poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e
    concordanti, per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza probatoria\".
    Cassazione : assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla classica insufficienza di
    prove. La Cassazione non può entrare dichiaratamente nel merito, né dunque annullare la
    sentenza precedente con formula dubitativa: deve emettere un verdetto secco (conferma oppure
    annulla). Ma nella motivazione i giudici della VI sezione penale rimandano esplicitamente
    all'\"articolo 530 cpv\": dove \"cpv\" significa \"capoverso\", cioè comma 2 (\"prova contraddittoria o
    insufficiente\"). A 12 righe dalla fine, a scanso di equivoci, i supremi giudici hanno voluto essere
    ancora più chiari. Si legge infatti: \"Tenuto conto di quanto già osservato sulla insufficienza
    probatoria, nei confronti di Berlusconi, del materiale indiziario utilizzato dalla Corte d'appello...\".
    All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)
    I grado : condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi versati estero su estero, tramite il conto All
    Iberian, a Bettino Craxi.
    Appello : il reato cade in prescrizione, ma c'è: \"per nessuno degli imputati emerge dagli atti
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    l'evidenza dell'innocenza\".
    Cassazione : prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle spese processuali. Nella
    sentenza definitiva tra l'altro si legge: \"Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai
    finanziamenti estero su estero dal conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern
    Holding [Craxi] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante
    concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente. […] Non emerge negli atti processuali
    l'estraneità dell'imputato\".
    All Iberian 2 (falso in bilancio)
    Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in materia di reati societari
    approvate dal governo Berlusconi si pronuncino l'Alta Corte di giustizia europea e la Corte
    costituzionale italiana. Se le eccezioni sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarÃ
    dichiarato prescritto.
    Medusa Cinema (falso in bilancio )
    I grado : condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie alla compravendita,
    vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di Silvio Berlusconi).
    Appello : assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530). Berlusconi, secondo il collegio
    è così ricco che potrebbe anche non essersi reso conto di come, nel corso della compravendita, il
    suo collaboratore Carlo Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire in nero.
    Scrivono i giudici: \"La molteplicità dei libretti riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie
    rilevanti dimensioni del patrimonio di Berlusconi postulano l'impossibilità di conoscenza sia
    dell'incremento sia soprattutto dell'origine dello stesso\".
    Cassazione : sentenza d'appello confermata.
    Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)
    I grado : assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale (per 4.4 miliardi di lire
    pagati in nero all'ex proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio, dove vivono la
    moglie Veronica e i tre figli di secondo letto), prescrizione per i falsi in bilancio di due società ai
    quali \"indubbiamente ha concorso Berlusconi\".
    Appello : confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione anche dal primo dei due
    falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è coperto da amnistia.
    Cassazione: in corso.
    Caso Lentini (falso in bilancio)
    I grado : il reato (10 miliardi versati in nero al Torino Calcio in occasione dell'acquisto del
    giocatore Luigi Lentini) è stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul falso in bilancio.
    Appello : in corso.
    Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)
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    Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge sul falso in bilancio, i
    1500 miliardi di lire di presunti fondi neri accantonati dal gruppo Berlusconi su 64 off-shore della
    galassia All Iberian (comparto B della Fininvest). Il pm Francesco Greco ha presentato ricorso in
    Cassazione perché la mancata fissazione dell'udienza preliminare gli ha impedito di sollevare
    un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive comunitarie delle nuove
    norme sui reati societari e con il trattato dell'Ocse.
    Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria ).
    Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo grado ha portato alla
    condanna di Cesare Previti - è stato dichiarato prescritto dalla Corte d'Appello di Milano e dalla
    Corte di Cassazione. Nelle motivazioni della Cassazione, tra l'altro, si legge: \"il rilievo dato [per
    concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del
    soggetto [Berlusconi è diventato presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo,
    non appare per nulla incongruo…\".
    Sme-Ariosto (corruzione giudiziaria )
    A causa dei continui \"impedimenti istituzionali\" sollevati da Berlusconi e dei conseguenti rinvii
    delle udienze, la posizione del premier è stata stralciata dal processo principale. Ed è stato creato
    un processo parallelo, che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico (o sine die,
    in caso di rielezione o di nomina ad altra carica istituzionale) facendo approvare a tempo di
    record il Lodo Maccanico, proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e
    a 40 mesi dall'inizio del dibattimento.
    Sme-Ariosto (falso in bilancio)
    In seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario, questo capo d'imputazione
    contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo l'accusa- ad alcuni giudici, è stato
    stralciato. Il processo è fermo in attesa che l'Alta Corte di giustizia europea si pronunci sulla
    conformità tra le nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di risposta positiva
    per i giudici, resterà bloccato per il Lodo Maccanico. Come tutti gli altri procedimenti ancora in
    corso a carico di Silvio Berlusconi.
    Diritti televisivi (falso in bilancio -?- e frode fiscale)
    Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale), a
    carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il
    titolare Silvio Berlusconi, il quale - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo
    l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell'azienda. Oggetto
    dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto di diritti cinematografici e televisivi
    da majors americane, con vorticosi passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi,
    con il risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti e beneficiare di
    sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso Berlusconi
    per detassare gli utili reinvestiti dalle imprese. Un presunto falso in bilancio che i magistrati
    valutano in circa 180 milioni di euro nel 1994.
    Telecinco (violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna)
    Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasà r Garzòn Real, dopo aver chiesto nel 2001 al governo
    italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di privarlo dell'immunità in modo di poterlo
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    giudicare in Spagna, non ha ancora ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione
    Carlo Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzòn di rivolgersi di nuovo alle autorità italiane.
    Berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello Dell'Utri e ad altri dirigenti del gruppo
    Fininvest - di aver posseduto, grazie a una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite,
    il controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti rispetto ai limiti dell'antitrust
    spagnola, negli anni in cui il tetto massimo era del 25 per cento delle quote azionarie.
    Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)
    Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei termini massimi
    concessi per indagare.
    Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage )
    Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti \"mandanti a volto coperto\" delle
    stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate
    per scadenza dei termini d'indagine. A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha
    però rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano \"intrattenuto rapporti non meramente episodici
    con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato\". Cioè con il clan
    corleonese che da vent'anni guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di
    stragi. Aggiunge il giudice fiorentino che esiste \"una obiettiva convergenza degli interessi politici
    di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione [Forza
    Italia]: articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo
    processuale asseritamente trascurato dalla legislazione dei primi anni 90\". Poi aggiunge che, nel
    corso delle indagini, addirittura \"l'ipotesi iniziale [di un coinvolgimento di Berlusconi e dell'Utri
    nelle stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità \". Ma purtroppo è scaduto \"il
    termine massimo delle indagini preliminari\" prima di poter raccogliere ulteriori elementi.
    Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: \"Gli atti del fascicolo hanno ampiamente
    dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed
    esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e
    Dell'Utri]. Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considerazione del prestigio di Berlusconi e
    Dell'Utri, essi possano essere stati individuati dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali
    nuovi interlocutori\". Ma \"la friabilità del quadro indiziario impone l'archiviazione\".
    C'è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, che il 23 giugno 2001 ha
    condannato 37 boss mafiosi per la strage di Capaci: nel capitolo intitolato esplicitamente \"I
    contatti tra Salvatore Riina e gli on. Dell'Utri e Berlusconi\", si legge che è provato che la mafia
    intrecciò con i due \"un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il profilo economico\". Talmente
    fruttuoso che poi, nel 1992, \"il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a
    realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e dell'economia\".
    Cioè a \"indurre nella trattativa lo Stato ovvero a consentire un ricambio politico che, attraverso
    nuovi rapporti, assicurasse come nel passato le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato\".
    ------------------
    TUTTO CIÃ’ CHE PENSO DI BERLUSCONI
    di Umberto Bossi, ministro delle Riforme Istituzionali del governo Berlusconi
    Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime. E' il più
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    efficace riciclatore dei calcinacci del pentapartito. Mentre la Lega faceva cadere il regime, lui
    stava nel Mulino Bianco, col parrucchino e la plastica facciale. Lui è un tubo vuoto qualunquista.
    Ma non l'avete visto, oggi, tutto impomatato fra le nuvole azzurre?
    Berlusconi è bollito. E' un povero pirla, un traditore del Nord, un poveraccio asservito all'Ulivo,
    segue anche lui l'esercito di Franceschiello dietro il caporale D'Alema con la sua trombetta. Io ho
    la memoria lunga. Ma chi è Berlusconi? Il suo Polo è morto e sepolto, la Lega non va con i morti.
    La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non
    potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne.
    Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un kaiser in doppiopetto. Un piccolo
    tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E' molto peggio di
    Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia
    nel mio pollaio.
    Berlusconi è l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato
    nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra.
    C'è qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord
    la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora. Ma il Nord
    lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi?
    Dalle finanziarie della mafia? Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della
    droga. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini,
    fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è riuscito a tenersi tutta la baracca.
    In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di
    Cosa Nostra.
    Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto Italia e c'era il buon
    Berlusconi nella P2. Poi nacquero le Holding. Come potrà mai la magistratura fare il suo dovere e
    andare a vedere da dove vengono quei quattrini, ricordando che la mafia quei quattrini li fa con la
    droga e che di droga al Nord sono morti decine di migliaia di ragazzi che ora gridano da
    sottoterra? Se lui vuole sapere la storia della caduta del suo governo, venga da me che gliela
    spiego io: sono stato io a metter giù il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io
    l'ho abbattuto.
    Quel brutto mafioso guadagna soldi con l'eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole portare
    al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio è troppo poco: propongo una
    commissione di inchiesta sugli arricchimenti di Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique
    collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la
    Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di
    Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano.
    Forza Italia è stata creata da Marcello Dell'Utri. Guardate che gli interessi reali spesso non
    appaiono. In televisione compaiono volti gentili che te la raccontano su, che sembrano per bene.
    Ma guardate che la mafia non ha limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga, e la
    droga ha ucciso migliaia e migliaia di giovani, soprattutto al Nord. Palermo ha in mano le
    televisioni, in grado di entrare nelle case dei bravi e imbecilli cittadini del Nord.
    Berlusconi ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba perfino alla
    legge Mammì. Molte ricchezze sono vergognose, perché vengono da decine di migliaia di morti.
    Non è vero che 'pecunia non olet'. C'è denaro buono che ha odore di sudore, e c'è denaro che ha
    odore di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore.
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    Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente più accordi col Polo. Tre anni fa
    pensarono di farci il maleficio. Il mago Berlusconi ci disse: \"Chi esce dal cerchio magico, cioè
    dal mio governo, muore\". Noi uscimmo e mandammo indietro il maleficio al mago. Non c'è
    marchingegno stregato che oggi ci possa far rientrare nel cerchio del berlusconismo. Con questa
    gente, niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell'Utri, inquisito per mafia.
    La \"Padania\" chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin troppo leggera! Doveva andare
    più a fondo, con quelle carogne legate a Craxi.
    Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la
    democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il
    Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una
    società per azioni. Ma chi si crede di essere: Nembo Kid?
    Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini?
    Quando quello piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto bene, che non è ancora riuscito a
    mettere le mani sulla cassaforte.
    Bisogna che Berlusconi-Berluscosa-Berluskaz-Berluskaiser si metta in testa che con i
    bergamaschi io ho fatto un patto di sangue: gli ho giurato che avrei fatto di tutto per avere il
    cambiamento. E non c'è villa, non c'è regalo, non c'è ammiccamento che mi possa far cambiare
    strada... Berluscoso deve sapere che dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così:
    bastano due secondi, e dovrà scappare di notte. Se vedono che li ha imbrogliati, quelli del Nord
    gli arrotolano su le sue belle ville e i suoi prati all'inglese e scaraventano tutto nel Lambro.
    Berlusconi, come presidente del Consiglio, è stato un dramma.
    Quando è in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i
    tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito
    imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione.
    Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da
    Sudamerica. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare
    la gente e orientarla al voto. Non accade in nessuna parte del mondo. E' ora di mettere fine a
    questa vergogna. Se lo votate, quello vi porta via anche i paracarri.
    Se cade Berlusconi, cade tutto il Polo, e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo faranno
    cadere: perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna, e per questo
    lo tengono in piedi.
    Ma il poveretto di Arcore sente che il bidone forzitalista e polista, il partito degli americani, gli va
    a scatafascio. Un massone, un piduista come l'arcorista è sempre stato un problema di \"Cosa sua\"
    o \"Cosa nostra\". Ma attento, Berlusconi: né mafia, né P2, né America riusciranno a distruggere la
    nostra società . E lui alla fine avrà un piccolo posto all'Inferno, perché quello lì non se lo pigliano
    nemmeno in Purgatorio. Perché è Berlusconi che dovrà sparire dalla circolazione, non la Lega.
    Non siamo noi che litighiamo con Berlusconi, è la Storia che litiga con lui.
    (le frasi contenute nel testo sono state pronunciate testualmente da Umberto Bossi fra il 1994 e il
    1999, cioè durante le tensioni del primo governo Berlusconi, dopo la rottura fra Bossi e
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    Berlusconi nel dicembre 1994 e prima della loro riappacificazione alla fine del 1999. Le date
    esatte delle dichiarazioni, tratte da giornali quotidiani e agenzie di stampa, sono le seguenti:
    1,7,9,10,13 marzo 1994; 5 aprile 1994; 4,11,23,31 maggio 1994; 1,12,17 giugno 1994; 29 luglio
    1994; 6,8,13 agosto 1994; 1 settembre 1994; 6,20,23 dicembre 1994; 14 gennaio 1995; 22 marzo
    1995; 13 aprile 1995; 10 giugno 1995; 29 luglio 1995; 25 gennaio 1996; 14,19,25 agosto 1997;
    18 giugno 1998; 22 luglio 1998; 13 settembre 1998; 3, 27 ottobre 1998; 24 febbraio 1999; 13
    aprile 1999; 10 settembre 1999; 19 ottobre 1999)
    ------------------
    TUTTE LE BUGIE DI BERLUSCONI
    \"Io dico sempre cose sincere, anche perché non
    ho memoria e dimenticherei le bugie. Come
    ci si può fidare di chi usa la menzogna come mezzo
    della lotta politica? La gente deve fidarsi solo
    di chi dice la verità \" (Silvio Berlusconi, 2-3-94)
    Indro Montanelli, il più grande giornalista italiano scomparso nel 2001, lo conosceva bene,
    avendolo avuto per 15 anni come editore. E diceva: \"Silvio Berlusconi è un mentitore
    professionale: mente a tutti, sempre anche a se stesso, al punto da credere alle sue stesse
    menzogne\". Una pulsione incontenibile e irrefrenabile, quella del presidente del Consiglio
    italiano verso la menzogna. Persino in Tribunale. Infatti, il 22 ottobre 1990, la Corte d'Appello di
    Venezia l'ha riconosciuto colpevole di aver mentito ai giudici sotto giuramento: \"Il Berlusconi - si
    legge nella sentenza - deponendo avanti il Tribunale di Verona, ha dichiarato il falso, realizzando
    gli estremi obiettivi e soggettivi del contestato delitto\": cioè la falsa testimonianza, a proposito
    della sua iscrizione alla loggia massonica P2. Il reato, accertato, fu dichiarato estinto grazie a una
    provvidenziale amnistia approvata nel 1989. Negli Stati Uniti la menzogna (specie se giurata
    dinanzi a un giudice) comporta l'immediato impeachment: il colpevole lascia la Casa Bianca. In
    Italia, entra a Palazzo Chigi. E, naturalmente, continua a mentire. Come prima e più di prima.
    Quello che segue è un piccolo catalogo ragionato delle bugie berlusconiane.
    BERLUSCONI GIOVANE
    \"La mia carriera canora (come cantante sulle navi da crociera, ndr) è cominciata con una
    tournée in Libano\" (7-6-1989). Ma secondo Giuseppe Fiori, suo biografo non autorizzato,
    Berlusconi non è mai stato in Libano.
    \"Al 'Gardenia' (un locale notturno, ndr) di Milano, come poi sarebbe avvenuto a Parigi, dopo
    aver cantato mi buttavo in pista per ballare con le bionde\" (ibidem). Ma Berlusconi non ha mai
    suonato a Parigi.
    \"Ho studiato due anni a Parigi, alla Sorbona, e per mantenermi dovevo suonare e cantare nei
    locali della capitale\" (8-7-1989). Ma Berlusconi non ha mai studiato alla Sorbona: semmai alla
    Statale di Milano.
    \"A Parigi facevo il canottaggio ed ero campione italiano studentesco con il Cus di Milano\"
    (luglio 1989). Parigi a parte, esistono seri dubbi sui titoli sportivi conquistati dal Cavaliere in
    canoa.
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    BERLUSCONI INCAPPUCCIATO
    \"Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco
    anteriore allo scandalo. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mi è stata richiesta\" (27-
    9-1988, al Tribunale di Verona). Berlusconi s'iscrisse alla P2 nei primi mesi del 1978 e pagò
    regolarmente la quota di iscrizione di 100 mila lire. Di qui la falsa testimonianza.
    \"Basta con questa storia della P2: l'ho già detto, ricevetti la tessera per posta e non pagai
    neppure la quota d'iscrizione \" (10-3-94) .Ma, come ha testimoniato anche Licio Gelli, gran
    maestro venerabile della loggia P2, \"Berlusconi ha fatto la normale iniziazione alla loggia P2\".
    BERLUSCONI IMPRENDITORE
    \"Il signor Berlusconi ha lavorato, ha rischiato, ha pagato le tasse e non ha mai chiesto alcuna
    lira di contributi allo Stato\" (22-5-95). Ma la Fininvest è sotto processo per evasione fiscali di
    centinaia di miliardi; e ha ricevuto contributi pubblici, tanto per l'editoria (5 miliardi e rotti
    all'anno per Il Giornale , intestato al fratello Paolo, altrettanti per Il Foglio intestato alla moglie
    Veronica), quanto per la cassa integrazione alla Standa e alla Mondadori.
    \"La legge Mammì ci ha tolto la metà del fatturato\" (La Stampa, 24-5-95). All'epoca della legge
    Mammì (che nell'agosto 1990 ha regolamentato il sistema radiotelevisivo italiano), le dimensioni
    del gruppo erano pressappoco le stesse del '95.
    \"La Mammì ci ha costretti a vendere i quotidiani e ci ha impedito di tenere le pay tv\" (La Stampa,
    24-5-95). I quotidiani erano uno solo: il Giornale (subito passato al fratello Paolo); le pay tv non
    esistevano ancora, visto che Tele+ è nata il 20 ottobre '90.
    \"E' una falsità , una cosa senza senso dire che dietro il signor Berlusconi ci sia Craxi. Non devo
    nulla a Craxi e al cosiddetto Caf, e non rinnego nulla di ciò che ho fatto \" (a Mixer, Rai2, 21-2-
    94). Ma era stato lo stesso Berlusconi a confessare, il 13-9-93, in un raro lampo di sincerità , di
    aver licenziato l'anchor man Gianfranco Funari su ordine di Craxi (\"Non è un mistero - aveva
    ammesso il Cavaliere - che Berlusconi è sempre stato schiavo del Principe, e in più di
    un'occasione ho dovuto tenerne conto. Un anno fa, se ricordate bene, io stavo aspettando le
    concessioni televisive...\").
    BERLUSCONI CANDIDATO
    \"Tutti mi chiedono di candidarmi. Ma io so perfettamente quello che posso fare. Se io facessi la
    scelta politica dovrei abbandonare le televisioni e cambiare completamente mestiere. Un partito
    di Berlusconi non c'è stato, nè ci sarà mai\" (13-9-93). Due mesi dopo nasce ufficialmente Forza
    Italia e Berlusconi si candida alla presidenza del Consiglio.
    \"Se fonderò un partito? Ho sempre dichiarato il contrario, sarà la ventesima volta che lo ripeto.
    Lo scrive chi ha interesse a mettermi contro gli attuali protagonisti della politica. E perciò farÃ
    finta anche stavolta di non leggere la mia smentita, per cui mi toccherà di ripeterla per la
    ventunesima volta e chissà per quante altre volte ancora\" (Epoca, 23-10-93). Come sopra.
    \"Il mio presunto partito esiste soltanto sulle pagine di alcuni giornali\" (alla commissione
    Bilancio della Camera, 26-10-93). Come sopra.
    BERLUSCONI PREMIER/2
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    \"Il nostro futuro ministro della Giustizia è la dottoressa Parenti\" (6-2-94). Invece sarà Alfredo
    Biondi.
    \"Credo che al ministero dell'Interno ci sia bisogno di una persona esperta... di un nonno\" (La
    Stampa, 20-4-94). Infatti offre il ministero al pm Antonio Di Pietro (44 anni), ma questi rifiuta, e
    allora Berlusconi nomina il leghista Roberto Maroni (39 anni) .
    \"Siamo orientati ad un governo molto snello, magari con meno sottosegretari: sarebbe una bella
    rottura con il passato\" (12-4-94). I sottosegretari saranno 39, rispettivamente 3 e 4 in più rispetto
    ai precedenti governi Ciampi e Amato.
    \"Il criterio per l'assegnazione dei ministeri sarà assolutamente meritocratico, nessuna
    spartizione delle poltrone\" (19-4-94). Infatti, per esempio, la latinista Adriana Poli Bortone andrÃ
    alle Risorse Agricole.
    \"Questo governo è schierato dalla parte dell'opera di moralizzazione della vita pubblica
    intrapresa da valenti magistrati. No ai colpi di spugna. Da questo governo non verrà mai messa
    in discussione l'indipendenza dei magistrati\" (al Senato, 16-5-94). In 7 mesi di vita, il governo
    Berlusconi metterà quotidianamente in discussione l'indipendenza dei giudici e approverà in tutta
    fretta il \"colpo di spugna\" di Biondi, detto anche \"decreto salvaladri\", che vieta l'arresto per i reati
    di corruzione, concussione, finanziamento illecito e falso in bilancio.
    \"Falcone e Borsellino hanno dato la vita contro la mafia. E' nel loro nome che il governo si sente
    vincolato a proseguirne l'opera. Sarebbe suicida abbassare la guardia contro la criminalità .
    Bisogna invece dotare di strumenti migliori la polizia e la magistratura\" (al Senato il 16 e alla
    Camera il 18-5-94). Il primo governo Berlusconi e la sua maggioranza tenteranno di smantellare
    la legislazione voluta (e pagata con il sangue) da Falcone e Borsellino: carcere duro per i boss
    (41-bis), legge sui pentiti, supercarceri nelle isole e così via.
    \"Vi assicuro che non ci sarà il condono edilizio\" (30-5-94). \"Nel Consiglio dei ministri o altrove
    non ho mai pronunciato la parola 'condono'. Sono i giornali che vogliono farci apparire come gli
    altri governi\" (23-6-94). Un mese dopo il suo governo varerà il condono edilizio, e subito dopo
    quello fiscale.
    \"Alla Rai non sposterò nemmeno una pianta \" (29-3-94). \"Mai mi occuperò di questioni
    televisive, per non dare l'impressione di voler favorire i miei affari, anzi starò più dalla parte
    della Rai che della Fininvest \" (30-5-94). Pochi giorni dopo, Berlusconi destituisce anzitempo
    l'intero consiglio d'amministrazione della Rai, per nominarne uno nuovo di sua fiducia, con
    appositi direttori di rete e tg. E proclama: \"E' certamente anomalo che in uno Stato democratico
    esista un servizio pubblico televisivo contro la maggioranza che ha espresso il governo del Paese.
    Questa Rai non piace alla gente: me l'ha detto un sondaggio. Il governo se ne occuperà tra breve\"
    (7-6-94).
    \"Le nonne, le mamme e le zie d'Italia stiano tranquille: non sarà toccata una lira delle pensioni
    attuali\" (10-9-94). Poco dopo Berlusconi tenta una riforma che taglia drasticamente le pensioni,
    poi bloccata da una manifestazione sindacale con oltre un milione di persone e dalla dissociazione
    del suo ministro del Lavoro Clemente Mastella, nonché del partito alleato Lega Nord che lascia il
    governo e lo rovescia.
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    BERLUSCONI OPPOSITORE
    \"La par condicio ha danneggiato gravemente il Polo delle libertà \" (20-4-95) .L'Osservatorio
    dell'università di Pavia sulle televisioni dimostra, ininterrottamente dal 1995, che i politici più
    presenti sulle reti televisive sono Berlusconi e i suoi uomini.
    \"Pochi ricordano che la Thatcher ha privatizzato qualunque cosa, tranne che la British Telecom\"
    (Liberal, 4-4-95). Ma è vero il contrario. Scrive infatti Margaret Thatcher nella sua autobiografia
    (\"Gli anni di Downing Street\", Sperling & Kupfer, 1994, pag.577): \"British Telecom fu il primo
    servizio pubblico ad essere privatizzato. Più di qualsiasi altra, la sua vendita pose le basi del
    capitalismo ad azionariato popolare in Gran Bretagna... Fui più che soddisfatta quando nel
    novembre 1984… British Telecom fu finalmente privatizzata\".
    \"Non so se avrò voglia di tornare a Palazzo Chigi. Troppo faticoso. La presidenza del Consiglio
    non la reputo essenziale, non ho questa ambizione personale \" (10-2-95). \"Non mi ritengo
    indispensabile. Sono assolutamente favorevole ad un tecnico a Palazzo Chigi, io potrei restare
    leader del Polo in cabina di regia\" (13-4-95). \"Adesso che si torna al teatrino della politica,
    diventa inutile che io resti in pista. Meglio tornare a curare le mie aziende\" (31-5-95). \"Il ruolo
    di regista delle riforme, come leader del Polo in Parlamento, è un ruolo che mi attira molto di
    più di quello di presidente del Consiglio\" (10-10-95). Silvio Berlusconi avrà sempre un solo
    candidato per Palazzo Chigi: Silvio Berlusconi.
    BERLUSCONI EDITORE
    \"Noi non abbiamo giornali- partito. Noi non teorizziamo né tantomeno pratichiamo
    l'informazione come strumento di ricatto politico. I nostri sono eccellenti prodotti editoriali, non
    fabbriche di consenso o, quel che è peggio, di calunnie, di derisione, di disprezzo… Non ho mai
    usato né mai userò i miei mezzi di comunicazione per scatenare campagne di aggressione contro
    un concorrente, né diffamare chi non è d'accordo con me. Lascio questi metodi ad altri\" (Epoca,
    20-10-93). Chiunque conosca giornali e tv berlusconiani sa che, almeno dopo l'entrata in politica
    di Berlusconi, sono stati trasformati in formidabili strumenti di attacco, aggressione e spesso
    anche di diffamazione per i magistrati e gli avversari politici del loro proprietario.
    BERLUSCONI RICANDIDATO
    \"Dal 1995, passata all'opposizione dopo il golpe politico-giudiziario, mentre fischiavano le
    pallottole delle procure politicizzate, Forza Italia…\" (da \"Una storia italiana\", l'autobiografia
    illustrata di Berlusconi inviata in 20 milioni di copie a tutte le famiglie italiane nell'aprile 2001, in
    piena campagna elettorale). Forza Italia passò all'opposizione perché, il 21 dicembre '94,
    Berlusconi salì al Quirinale e si dimise da presidente del Consiglio: la Lega Nord gli aveva
    revocato l'appoggio, votando mozioni di sfiducia insieme al Ppi di Rocco Buttiglione e al Pds di
    Massimo D'Alema. Le procure non c'entrano nulla.
    \"Io non ho nulla a che vedere con All Iberian e non possiedo società off-shore all'estero\" (Silvio
    Berlusconi, 15-3-2000). La Cassazione ha già accertato definitivamente che All Iberian è
    interamente controllata dalla Fininvest. Tant'è che i suoi conti esteri venivano aperti dal tesoriere
    centrale del gruppo Berlusconi, Giuseppino Scabini. All Iberian è una società off-shore con sede
    all'estero (isole del Canale), come le altre 63 scoperte dal pool di Milano e confermate dalla
    società di revisione internazionale Kpmg.
    \"Le nostre holding erano intestate ai nostri consulenti perché si faceva così, era tutto normale: le
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    trovavamo già pronte negli studi professionali specializzati\" (26-4-2001). Le 34 holding \"Italiana
    1,2,3,4 eccetera\" che stanno dietro alla Fininvest sin dalla fine degli anni 70 e le altre società della
    galassia berlusconiana nascono quasi tutte senza il nome di Berlusconi, ma intestate a
    prestanome: una cinquantina fra parenti, amici, casalinghe baresi, disoccupati calabresi,
    elettricisti, malati terminali colpiti da ictus, persino un cecoslovacco nato nel 1887. Tutto
    normale?
    \"Nessun mistero sulle origini delle mie fortune: ho cominciato con la liquidazione di mio padre:
    30 milioni\" (26-4-2001). Poi, però, fra il 1978 e il 1983 Berlusconi si ritrovò in tasca 113 miliardi
    (degli anni 70, pari ad almeno 250 milioni di euro odierni). In parte giunti in contanti. Sulla
    provenienza di quel fiume di denaro, Berlusconi non ha mai voluto spiegare nulla. Nemmeno
    quando, nel novembre 2002, il Tribunale di Palermo che sta processando il suo braccio destro
    Marcello Dell'Utri (parlamentare europeo e italiano, già condannato per false fatture e frode
    fiscale e imputato per mafia, calunnia ed estorsione), si è recato in trasferta a Palazzo Chigi per
    interrogarlo. In quell'occasione, alle domande sulle origini di quei quattrini e sulle ragioni che lo
    indussero a ospitare in casa sua per due anni un boss mafioso del calibro di Vittorio Mangano,
    con mansioni di \"stalliere\" o di \"fattore\", il premier ha Berlusconi ha risposto: \"Mi avvalgo della
    facoltà di non rispondere\". E i giudici sono ritornati a Palermo a mani vuote.
    BERLUSCONI PREMIER/2
    \"Meno tasse per tutti\" (slogan elettorale di Berlusconi, maggio 2001). Le tasse degli italiani
    resteranno le stesse, anzi aumenteranno per l'incremento sostanzioso dei tributi regionali e
    comunali, in conseguenza dei tagli ai trasferimenti governativi a comuni e regioni. Il 13
    novembre 2001, in visita a Granada (Sagna), Berlusconi e il suo ministro dell'Economia Giulio
    Tremonti comunicano che \"i conti pubblici non sono ancora a posto\", dunque di ridurre le tasse
    non se ne parla. Così come della riforma delle pensioni, promessa in campagna elettorale alla
    Confindustria. Che subito protesta.
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    \"Ho fatto un'esposizione sommaria della legge finanziaria e ho trovato un'ottima accoglienza sia
    da Prodi sia dal commissario Pedro Solbes\" (10-10-2001) . Così Berlusconi al termine di un
    incontro ufficiale a Bruxelles con il presidente Romano Prodi e gli altri membri della
    Commissione europea. Senonché Prodi cade dalle nuvole: \"Non ne abbiamo neanche parlato\".
    Anche Solbes lo smentisce: \"Non ho espresso alcun giudizio sulla finanziaria italiana, la valuterò
    insieme al patto di stabilità \". Berlusconi è costretto alla retromarcia: \"Io ho illustrato l'azione del
    mio governo, Prodi e Solbes mi hanno ascoltato in silenzio\". Poi, in conferenza stampa, se la
    prende con il \"club della menzogna della sinistra\" che gli attribuirebbe frasi mai dette.
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    \"La tv pubblica è interamente nelle mani della sinistra, e anche la tv privata si sbilancia a
    sinistra\" (30-1-2002, a Le Figaro). Appena tornato al governo, Berlusconi, che già detiene il
    monopolio assoluto della televisione commerciale (Canale 5, Italia 1, Rete 4), nomina suoi
    uomini al vertice delle tre reti pubbliche Rai (presidente Antonio Baldassarre, direttore generale
    Agostino Saccà ). Costoro allontanano dal video i due giornalisti più famosi della Rai, sgraditi al
    premier - Enzo Biagi e Michele Santoro - nonché il comico Daniele Luttazzi, anche lui inviso al
    Cavaliere. Poi, quando il primo consiglio di amministrazione si dimette agli inizi del 2003,
    Berlusconi riunisce gli alleati in casa propria per decidere i nuovi consiglieri, facendo infuriare
    addirittura i presidenti delle due Camere, che rifiutano di ratificare le nomine. Alla fine, viene
    creato un nuovo Cda Rai formato da 4 esponenti del centro-destra e uno solo del centro-sinistra.
    Anche il direttore generale, amico di Berlusconi e del fratello Paolo, è di stretta obbedienza
    governativa.
    \"Comprare Alessandro Nesta (difensore della Lazio e della Nazionale, ndr) per il Milan? Sono
    cose che non hanno più nulla di economico, di morale. Nel calcio abbiamo sbagliato tutti, ora
    basta\" (23-8-2002). L'indomani il Milan di Berlusconi annuncia l'acquisto di Nesta, avvenuto da
    almeno una settimana.
    \"Non capisco tutta questa fretta per la legge Cirami sul legittimo sospetto (che gli consente di
    spostare i suoi processi da Milano a Brescia, ndr)\" (31-7-2002 ). \"La legge sul legittimo sospetto
    è una priorità per il governo\" (30-8-2002).
    \"E se in Irak non ci fossero più armi di distruzione di massa? Come parere personale, non credo
    che ci siano più quegli ordigni\" (16-10-2001, al termine di un lungo incontro con Vladimir
    Putin). \"Sono e resto con Blair, l'alleato più vicino a Bush. Non ho mai detto che Saddam non ha
    armi di distruzione di massa. Dico solo che potrebbe avere avuto il tempo di distruggerle o di
    metterle da qualche altra parte\" (17-10-2002, dopo le incredule proteste di Londra e
    Washington).
    \"Mediaset non farà alcun ricorso al condono fiscale\" (30-12-2002). Berlusconi smentisce le
    rivelazioni del quotidiano La Repubblica, il quale calcola che il condono fiscale contenuto nella
    legge finanziaria Berlusconi consentirà al gruppo Mediaset di chiudere la lite col fisco per il
    possesso di società off-shore risparmiando multe per 100 milioni di euro, pari a 200 miliardi di
    lire. Cinque mesi dopo, il settimanale l'Espresso scoprirà che Mediaset ha regolarmente fatto
    ricorso al condono, risparmiando così circa 120 milioni di euro di imposte.
    \"Ho assoluta fiducia nella Cassazione, fiducia che non né mai mancata. Altra cosa sono certi pm
    che vogliono un ruolo particolare e imbastiscono processi che finiscono nel nulla\" (26 gennaio
    2003).L'indomani la Cassazione gli dà torto e non sposta i suoi processi da Milano. Lui, il
    premier, tuona subito contro i \"giudici golpisti\".
    BERLUSCONI IMPUTATO
    \"Giuro sui miei cinque figli che non so nulla di quanto mi viene contestato (le tangenti alla
    Guardia di Finanza, ndr). Sono vittima di una grande ingiustizia. Mi dicono che questo avviso è
    la risposta a quanto stiamo facendo\" (23-11-94). \"E' come se mi avessero mandato un avviso di
    garanzia accusandomi di non chiamarmi Silvio Berlusconi. Siccome sono certo di chiamarmi
    Silvio Berlusconi, non credo che nessun tribunale giusto al mondo possa condannarmi perché mi
    chiamo Silvio Berlusconi. Può esserci una condanna, ma allora non sarà un atto di giustizia, ma
    sovversione \" (1-12-94). \"Io corruttore? Sarebbe come incolpare suor Teresa di Calcutta, dopo
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    una vita di sacrifici, se una bambina dell'istituto allungasse una mano per pigliare un quarto di
    mela dal fruttivendolo, non per sé, ma per darlo ad un altro \" (27-10-95). \"Nessuno si è reso
    responsabile di corruzione, il capo del gruppo non era minimamente a conoscenza di quanto gli
    viene addebitato. Il vero scandalo sta semmai nel fatto che la mia impresa, come quasi tutte le
    imprese italiane, sia stata sottoposta a pressioni concussive da parte di un corpo armato dello
    Stato... Siamo stati costretti a pagare da un'associazione a delinquere come la Guardia di
    Finanza, da elementi deviati di un corpo armato dello Stato\" (16-1-96). Con buona pace
    dell'incolpevole prole, due dirigenti Fininvest verranno definitivamente condannati per corruzione
    della Guardia di Finanza, un consulente legale definitivamente per favoreggiamento, i due
    segretari per falsa testimonianza in primo e secondo grado, mentre Berlusconi verrà condannato
    dal Tribunale per corruzione, dichiarato prescritto (cioè responsabile, ma non più punibile) dalla
    Corte d'appello, infine assolto dalla Cassazione. Ma solo per \"insufficienza probatoria\".
    \"Publitalia non ha mai emesso fatture false, e funziona come un orologio\" (31-5-95) .Ma i
    massimi dirigenti di Publitalia, dal presidente fondatore Marcello Dell'Utri in giù, hanno
    patteggiato condanne per decine di miliardi di false fatture e frodi fiscali.
    \"Sono pronto a lasciare la guida del Polo, la Camera e la vita politica se verrà dimostrato un
    rapporto mio o della Fininvest o di una società del gruppo col signor Bettino Craxi, diverso da
    quello della pura amicizia!\" (29-11-95). Craxi è colui che nel 1984 impose con il suo governo al
    Parlamento ben due decreti ad personam, i \"decreti Berlusconi\", per salvare le televisioni
    dell'amico finite sotto inchiesta (e minacciate di sequestro dai magistrati) perché trasmettevano
    illegalmente su tutto il territorio nazionale. La Corte di Cassazione, confermando la prescrizione
    del reato di finanziamento illecito nel processo sulla società berlusconiana off-shore \"All
    Iberian\", ha ritenuto dimostrato che Berlusconi versò illegalmente a Craxi, tra il 1990 e il 1992,
    ben 21 miliardi estero su estero. Ma Berlusconi non ha lasciato la vita politica.
    \"Non ho mai fatto alcun attacco alla magistratura\" (10-10-95). \"Se c'è una cosa che mi viene
    addebitata e che non risponde al vero è da parte mia un giudizio negativo nei confronti dei
    magistrati\" (25-11-95). \"Io sono un grande estimatore della magistratura e l'ho dimostrato nella
    mia attività di governo, durante la quale sono sempre stato vicino ai problemi dei giudici\" (7-12-
    95). \"Mi consenta ancora una volta di esprimere ammirazione verso la magistratura e i giudici\"
    (23-1-96). Una costante dell'azione politica è l'attacco sistematico, scientifico, incessante alla
    magistratura di ogni ordine e grado: dai pm di Milano (ma anche di Palermo, Napoli, Torino: tutti
    quelli che si sono occupati di lui o di sue aziende) ai giudici per le indagini preliminari, da quelli
    di tribunale a quelli di appello, su su fino alle sezioni unite della Corte di Cassazione, massima
    istanza giurisdizionale del Paese.
    \"Le inchieste sul mio gruppo sono iniziate soltanto dopo il mio impegno in politica. Prima non
    avevo mai subito nulla del genere\" (17-6-2003). Ma è vero il contrario: prima nascono le
    inchieste sulla Fininvest di Berlusconi, poi (e forse proprio per questo) Berlusconi \"scende in
    campo\" politico. La prima indagine (poi archiviata) sul Berlusconi imprenditore, per traffico di
    droga, fu aperta a Milano nel lontano 1983. Nel 1989 poi, sempre a Milano, Marcello Dell'Utri
    finì per la prima volta sotto inchiesta per mafia (prosciolto). La tesi della persecuzione politica
    per via giudiziaria, già esposta dal premier in una denuncia a Brescia, è stata così smontata dal
    gip Carlo Bianchetti nell'archiviazione del 15 maggio 2001: \"Risulta dall'esame degli atti che,
    contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante, le iniziative giudiziarie…
    avevano preceduto e non seguito la decisione di \"scendere in campo\"… [Il pool di Mani pulite ha
    compiuto, tra] il 27 febbraio '92 e il 20 luglio '93, ben 25 accessi presso Fininvest e Publitalia\".
    Lo stesso Berlusconi, al momento di entrare in politica verso la fine del 1993, aveva confidato ai
    famosi giornalisti Enzo Biagi e Indro Montanelli (che l'hanno poi raccontato): \"Se non entro in
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    politica, fallisco e mi arrestano\".
    \"E questo potere arbitrario e di casta è stato illiberalmente esercitato nel 1994 contro un
    governo sgradito alla magistratura giacobina di sinistra, governo messo platealmente sotto
    accusa attraverso il suo leader in un procedimento iniziato a Napoli mentre presiedeva una
    Convenzione delle Nazioni Unite e sfociato poi, per assoluta mancanza di fondatezza, in una
    clamorosa assoluzione molti anni dopo\" (29-1-2003). Berlusconi si ostina a ripetere che, nel
    1994, il suo governo fu rovesciato dall'invio di un \"avviso di garanzia\" per le mazzette Fininvest
    alla Guardia di Finanza, a Napoli, mentre lui presiedeva un convegno sulla criminalitÃ
    organizzata. Si trattava in realtà di un \"invito a comparire\" (una convocazione per un
    interrogatorio), dovuto per legge, che non fu affatto notificato a Napoli, ma a Roma. E fu
    preannunciato al telefono all'interessato la sera prima (21 novembre '94) dai carabinieri. Fu
    dunque Berlusconi, pur sapendo di essere sospettato di corruzione, a decidere ugualmente di
    presiedere il convegno anche l'indomani (giorno 22), esponendo il buon nome dell'Italia al
    ludibrio internazionale. Ai magistrati milanesi, secondo un'informativa dei carabinieri, risultava
    che lui, la sera stessa del 21, sarebbe rientrato a Roma abbandonando il convegno napoletano
    inaugurato la mattina. Perciò inviarono i militari per la consegna a Roma, non a Napoli. Quanto
    alle ragioni della caduta del governo, quell'atto non ebbe alcuna conseguenza. L'hanno stabilito i
    magistrati di Brescia, ai quali Berlusconi aveva presentato un esposto contro i magistrati milanesi
    per \"attentato agli organi costituzionali\" (cioè al suo primo governo). Nell'ordinanza del giudice
    Carlo Bianchetti che il 15 maggio 2001 archivia l'inchiesta e assolve il pool di Milano, si legge:
    \"Alla causazione del cosiddetto \"ribaltone\" è stata sostanzialmente estranea la vicenda dell'invito
    a presentarsi, dal momento che, secondo la testimonianza dell'allora ministro Maroni, la decisione
    della Lega Nord di \"sfiduciare\" il governo Berlusconi (decisione che era stata determinante nella
    caduta dell'Esecutivo) era stata formalizzata il 6 novembre 1994, e perciò due settimane prima;
    trovava comunque le sue radici in un insanabile contrasto tra la Lega Nord e gli altri partiti del
    Polo delle Libertà risalente a fine agosto '94, allorché l'on. Bossi era venuto a sapere
    dell'intenzione del capo del governo di \"andare alle elezioni anticipate in autunno\".
    \"Nel processo Sme non ci sono né indizi né prove contro di me, c'è solo il teorema della signora
    Stefania Ariosto, una mitomane che ha fatto dei pettegolezzi. Per la Sme mi aspetterei non un
    processo, ma una medaglia d'oro al valore civile per avere salvato l'Italia da una svendita di un
    bene pubblico per 500 miliardi quando ne valeva 2500\". La teste Stefania Ariosto non parla
    dell'affare Sme: si limita a raccontare ciò che ha visto e sentito a proposito di Previti e della
    corruzione di alcuni giudici romani. In realtà , nel processo Sme, gli imputati sono sotto accusa
    per alcuni bonifici bancari. Il primo riguarda l'industriale Pietro Barilla (deceduto nel '93): il 2
    maggio e il 26 luglio 1988 da un conto estero di Barilla partono due accrediti (1 miliardo e 800
    milioni di lire) destinati all'avvocato Attilio Pacifico, braccio destro dell'avvocato berlusconiano
    Cesare Previti. Pacifico versa, secondo l'accusa, 200 milioni in contanti al giudice Filippo Verde,
    e tramite bonifico 850 a milioni a Previti e 100 al giudice Renato Squillante. Il secondo bonifico
    chiama invece direttamente in causa la Fininvest. Il 6 marzo 1991, dal conto svizzero \"Ferrido\",
    aperto dal capo della tesoreria Fininvest Giuseppino Scabini, vengono accreditati 434.404 dollari
    sul conto \"Mercier\" di Previti, da dove, un'ora dopo, vengono girati sul conto \"Rowena\" del
    giudice Squillante. Secondo l'accusa, il conto Ferrido (della galassia All Iberian) era alimentato
    con fondi personali e familiari di Berlusconi. Di qui l'accusa, per tutti, di corruzione giudiziaria.
    Per la Sme (la finanziaria alimentare dell'Iri), Berlusconi non sventò alcuna svendita: la quota
    dell'azienda in vendita da parte dell'Iri era stata valutata 500 miliardi da due esperti dell'universitÃ
    milanese Bocconi, e dunque Carlo De Benedetti, unico offerente nel 1985, aveva offerto quella
    cifra. Poi Berlusconi, su ordine di Craxi, si intromise nell'affare, rilanciando per un 10% appena:
    il minimo indispensabile per entrare in partita. Dunque offrì 550 miliardi, poco più di De
    Benedetti, poco meno di un quinto rispetto al valore che oggi egli pretende di attribuire alla Sme
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    del 1985.
    \"La magistratura politicizzata, nel 1992-'93, ha cancellato cinque partiti dalla vita pubblica,
    risparmiando i comunisti per portarli al potere\" . A parte il fatto che, a Milano, il pool Mani
    Pulite arrestò e inquisì quasi l'intero vertice del Pci-Pds, esattamente come quelli dei partiti
    moderati, va detto che le prime elezioni dopo Tangentopoli non le vinsero le sinistre. Le vinse
    Berlusconi, occupando lo spazio lasciato libero dal pentapartito che si era sciolto per mancanza di
    voti dopo lo scandalo. Il 24 gennaio 1994, al momento della sua discesa in campo, il Cavaliere
    elogiò il pool di Milano per avere scoperchiato lo scandalo di Tangentopoli: \"La vecchia classe
    politica è stata travolta dai fatti e superata dai tempi [...]. L'autoaffondamento dei vecchi
    governanti, schiacciati dal peso del debito pubblico e del finanziamento illegale dei partiti, lascia
    il paese impreparato e incerto...\". E il 6 febbraio rincarò la dose: \"Basta con i ladri di Stato, noi
    siamo per una politica nuova, diversa, pulita. Siamo l'Italia che lavora contro l'Italia che ruba\".
    Subito dopo tentò di avere nel suo governo i due simboli del pool di Mani Pulite: Antonio Di
    Pietro al ministero dell'Interno e Piercamillo Davigo alla Giustizia. I due, però, rifiutarono. Ma
    evidentemente, all'epoca, Berlusconi non li considerava \"toghe rosse\".
    \"I magistrati milanesi abusavano della carcerazione preventiva per estorcere confessioni agli
    indagati\" (30-9-2002). Anche questo cavallo di battaglia della polemica berlusconiana antigiudici
    è smentita dai fatti e, soprattutto, dalla relazione consegnata al governo dai quattro
    ispettori ministeriali inviati contro il pool di Milano nell'ottobre 1994 dal guardasigilli Alfredo
    Biondi (Forza Italia, primo governo Berlusconi). Relazione resa nota il 15 maggio '95: \"Nessun
    rilievo può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono aver esorbitato dai limiti
    imposti dalla legge nell'esercizio dei loro poteri [...]. Non si è riscontrata un'apprezzabile e
    significativa casistica di annullamenti delle decisioni che hanno dato luogo a quelle detenzioni
    [...]. I provvedimenti custodiali sono stati spesso suffragati [...] dall'ulteriore e decisiva prova
    della confessione dell'indagato. Né è risultato che tali confessioni siano state in seguito ritrattate
    perché rese sotto la minaccia dell'ulteriore protrarsi della detenzione [...]. Non è possibile
    ascrivere quelle confessioni alle \"condizioni fisiche e psicologiche disumane\" nelle quali si
    sarebbero venuti a trovare molti indagati, alcuni dei quali suicidatisi, condizioni cui fa riferimento
    l'on. Sgarbi: non è stata mai segnalata l'applicazione di regimi detentivi differenziati e inaspriti
    rispetto alla generalità dei casi\".
    \"I magistrati del pool di Milano avevano come obbiettivo quello di favorire la presa di potere da
    parte delle sinistre\" (9-5-2003). A parte le considerazioni già esposte, è interessante leggere la
    risposta data il 23 ottobre 1996 dal ministro dell'Interno britannico Simon Brown al Parlamento
    britannico, per spiegare il diniego opposto al ricorso degli avvocati di Berlusconi, i quali
    parlavano di inchieste e reati \"politici\" per opporsi alla consegna dei documenti sui conti esteri
    della galassia All Iberian: \"Se ben capisco l'argomentazione dei richiedenti [la Fininvest], essi
    sostengono che l'azione giudiziaria in corso in Italia per donazioni illecite di 10 miliardi al signor
    Craxi è politica, e che le accuse di falso contabile [...] sarebbero reato connesso. Le donazioni
    politiche illegali sono un reato politico? Non sono d'accordo. A me sembra piuttosto un reato
    contro la legge ordinaria promulgata per garantire un corretto ordinamento del processo
    democratico in Italia - reato in nulla diverso, diciamo, dal votare due volte alle elezioni [...]. Il
    reato in questione è stato commesso per influenzare la politica del governo: non si pagano
    clandestinamente grosse somme di denaro a un partito politico senza uno scopo [...]. Non accetto
    in nessun modo che il desiderio della magistratura italiana di smascherare e punire la corruzione
    nella vita pubblica e politica, e il conflitto che ciò ha creato tra i giudici e i politici in quel paese,
    operi in modo tale da trasformare i reati in questione in reati politici. È un uso scorretto del
    linguaggio definire la campagna dei magistrati come improntata a \"fini politici\", o le loro azioni
    nei confronti del signor Berlusconi come persecuzione politica. Al contrario, tutto ciò che ho letto
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    su questo caso suggerisce che la magistratura stia dimostrando una giusta indipendenza politica
    dall'esecutivo ed equanimità nel trattare in modo eguale i politici di tutti i partiti [...]. [Il reato]
    non è intrinsecamente politico, né lo diviene nel caso che l'autore del reato speri di cambiare la
    politica del governo comprando influenza politica, e neanche se il potere giudiziario, perseguendo
    lui, spera di ripulire la politica. Nessuno degli argomenti dei richiedenti riesce a persuadermi in
    nulla che i reati in questione siano politici. Non riesco proprio a vedere i pagatori corrotti della
    politica come i \"Garibaldi di oggi\", o cercatori di libertà , o \"prigionieri politici\".
    \"I magistrati milanesi abusavano della carcerazione preventiva per estorcere confessioni agli
    indagati\" (30-9-2002). Anche questo cavallo di battaglia della polemica berlusconiana antigiudici
    è smentita dai fatti e, soprattutto, dalla relazione consegnata al governo dai quattro
    ispettori ministeriali inviati contro il pool di Milano nell'ottobre 1994 dal guardasigilli Alfredo
    Biondi (Forza Italia, primo governo Berlusconi). Relazione resa nota il 15 maggio '95: \"Nessun
    rilievo può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono aver esorbitato dai limiti
    imposti dalla legge nell'esercizio dei loro poteri [...]. Non si è riscontrata un'apprezzabile e
    significativa casistica di annullamenti delle decisioni che hanno dato luogo a quelle detenzioni
    [...]. I provvedimenti custodiali sono stati spesso suffragati [...] dall'ulteriore e decisiva prova
    della confessione dell'indagato. Né è risultato che tali confessioni siano state in seguito ritrattate
    perché rese sotto la minaccia dell'ulteriore protrarsi della detenzione [...]. Non è possibile
    ascrivere quelle confessioni alle \"condizioni fisiche e psicologiche disumane\" nelle quali si
    sarebbero venuti a trovare molti indagati, alcuni dei quali suicidatisi, condizioni cui fa riferimento
    l'on. Sgarbi: non è stata mai segnalata l'applicazione di regimi detentivi differenziati e inaspriti
    rispetto alla generalità dei casi\".
    BERLUSCONI E IL CONFLITTO D'INTERESSI
    \"Dire che nell'attività di governo e politica ci sia stato qualche volta un interesse personale, non
    solo del signor Berlusconi, ma anche di altri membri di Forza Italia, è una vergogna\" (14-12-95).
    \"La vecchia classe politica che facendo politica prendeva soldi. Io posso dire che per fare
    politica ne ho spesi parecchi\" (15-12-95). Il primo governo Berlusconi passerà alla storia per due
    provvedimenti: il decreto Biondi, che vietava le custodia in carcere per corruzione alla vigilia
    dell'arresto di Paolo Berlusconi per corruzione; e la legge Tremonti, che ha fruttato alla Mediaset
    dello stesso Berlusconi (Silvio) sgravi fiscali per 243 miliardi.
    \"Ho dato incarico ai miei manager di avviare le dismissioni delle mie proprietà \" (23-3-94). \"Ho
    sempre riconosciuto che c'era un'anomalia da sanare... Sono il primo a proporre una soluzione
    di separazione drastica tra l'esercizio dei doveri di governo e l'esercizio dei diritti proprietari\"
    (2-8-94). \"Le mie aziende o le congelo o le vendo. Voglio assolutamente dividere i miei interessi
    privati che ho come azionista Fininvest dalla mia attività pubblica che svolgerò nell'interesse di
    tutti. Credo che quella del blind trust americano sia la soluzione ideale\" (11-4-94). \"Oggi vi
    annuncio che ho deciso di vendere le mie aziende, perché credo che qualcuno, quando si prende
    un impegno e dentro questo impegno ci sono certe condizioni che sono ostative allo svolgimento
    globale dell'impegno, deve avere anche il coraggio di sacrificarsi... Non sarà facile trovare un
    compratore, ma andremo in Borsa con la televisione e terrò una quota assolutamente non di
    maggioranza\" (23-11-94). \"Da novembre ho dato mandato irrevocabile alla Fininvest di vendere
    le tv\" (18-3-95). \"Venderò le tv ad imprenditori internazionali\" (Il Giornale, 1-4-95). \"Il conflitto
    d'interessi sarà risolto nei primi cento giorni del mio governo\" (5-5-2001). Nove anni dopo il suo
    primo governo e due anni dopo l'avvio del secondo, Berlusconi non ha risolto il conflitto
    d'interessi né tantomeno ha ceduto alcuna delle sue aziende. Anzi, il 21 dicembre 2001,
    comunica agli italiani che \"il conflitto d'interessi esiste solo nel senso che le mie aziende ci hanno
    rimesso da quando sono entrato in politica al servizio del Paese\". E il 7 maggio 2003, ancora più
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    esplicito: \"Il conflitto d'interessi è una scusa. Tutti vedono bene che non c'è nessun conflitto
    d'interessi. Anzi, io non posso fare che cose sfavorevoli al mio gruppo. Non c'è stata una sola
    decisione assunta da questa maggioranza e da questo governo che abbia portato cose a mio
    favore. Da quando sono sceso in politica, il mio gruppo ha subìto soltanto danni enormi\".
    ------------------
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