E’ chiaro che questa lettera non è per te Michele, bensì per tutti quelli che si sono ritrovati nelle tue parole e sono ancora là fuori, in guerra contro il mondo. Sono tantissimi, lo so bene e stanno vivendo quelli che dovrebbero essere gli anni più belli della loro vita. Credo sia giusto che qualcuno glielo dica.

La tua lettera è colma di dolore, di disagio e rassegnazione. Fatico a comprendere ciò che ti ha portato a un gesto così estremo, nella totale lucidità che hai dimostrato con le tue parole. Ma in parte ti capisco, ho 33 anni e sono veneto quindi non eravamo poi così distanti.

Ma non ti compatisco, né ti giustifico, cosa che invece sembrano fare tutti in questo momento.
Abbiamo l’obbligo di riconoscere la preziosità di ogni singolo giorno, senza permettere a niente e nessuno di distrarci da questo obiettivo. Nemmeno all’ostacolo più grande che potremmo mai avere, ovvero un grave problema di salute.
E’ un obbligo che va ad onorare quell’immensa fortuna che abbiamo avuto ad esser nati qui ed ora.
Quando Robinson Crusoe si trovò disperso su quell’isola deserta, nel noto romanzo di Defoe, allo strenuo delle forze e delle sue speranze di sopravvivenza, giunse a un’importante riflessione: “Tutto il nostro malcontento per tutto quello che non abbiamo, mi pareva derivare dalla mancanza di gratitudine per quello che abbiamo.” Ecco cosa manca alla nostra generazione Michele e cos’è mancato a te: la gratitudine.

[continua...]