E dopo la sentenza della Cassazione che sancisce la non punibilità di una pianta sul balcone, ora c'è chi ha fatto di meglio...forse qualcosa si muove davvero.
Prima di lui era stato assolto solo un ragazzo di Maracalogonis, tale Alessio Italia, due anni fa.
Era stato fermato dopo che le forze dell’ordine avevano trovato nel balcone di casa sua una pianta di marijuana di un metro e venti di altezza. Poca roba rispetto alla serra con sei piante di cannabis alte tra i 70 centimetri e il metro e settanta illuminate con lampada alogena rinvenute a casa di Salvatore Melis il 5 agosto scorso.
Nel caso di Italia il giudice coraggioso era stato Giorgio Altieri.
Il giudice Carlo Reinoldi ha fatto anche meglio: ha emesso una sentenza di assoluzione che ha del clamoroso, visto il quantitativo di stupefacente in questione. E visto soprattutto quanto previsto dalla Corte di Cassazione in una sentenza del 2008: in pratica, niente sconti per chi coltiva droga a qualunque livello, industriale e domestico. Vista anche la legge del 2006 che, anche per quanto riguarda le pene previste, unificava droga leggera e droga pesante. «Nel caso del mio cliente – ha detto ieri l’avvocato Stefano Piras – è stata vincente la sua sincerità».
Melis ha detto davanti al giudice di aver coltivato per anni i semi che acquistava online, per non essere costretto a rivolgersi a uno spacciatore che, magari, gli avrebbe venduto roba di pessima qualità.
Il giudice Reinoldi deve aver apprezzato, «ma la direzione che avrebbe preso – ha aggiunto l’avvocato di Salvatore Melis – era già sembrata chiara nel momento in cui, in sede di convalida, non aveva deciso per il carcere ma aveva semplicemente imposto all’accusato l’onere di presentarsi a giudizio».
Intanto, dato il clamore determinato dalla decisione di Reinoldi, in tanti, avvocati compresi, attendono con ansia la pubblicazione delle motivazioni della sentenza.
Dovranno aspettare per un mese. (Roberto Murgia)
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