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Discussione: 15 ottobre, giornata dell’indignazione europea

  1. #51
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    http://www.repubblica.it/politica/20...34/?ref=HREA-1

    E il buon Di Pietro a proposito dei disordini se ne esce con la PROPOSTONA, che vi ho allegato sopra.

    Una legge carina carina, non perdetevela.

    Sbirro era e sbirro rimane.

    Un ottimo remake della legge Reale, detto "Gandhi" per le spiccate tendenze pacifiste che potrete leggere nella descrizione della legge, cito da wikipedia:

    "La legge dello Stato italiano, nota come legge Reale fornisce disposizioni in materia di ordine pubblico. La legge Reale venne approvata nel maggio 1975, poi modificata con la legge n.533, 8 agosto 1977, abolendo di fatto l'art 5. La disposizione normava:
    - il diritto delle forze dell'ordine a fare impiego delle armi, qualora ne ravvisassero la necessità operativa, estendendolo ai casi di ordine pubblico.
    - estendeva il ricorso alla custodia preventiva, sostituendo il precedente art 238 del codice di procedura penale, anche in assenza di flagranza di reato, di fatto permettendo un fermo preventivo di 96 ore (48+48) ore entro le quali va emesso decreto di convalida da parte dell'autorità giudiziaria"



    Gira voce che, a seguire, Di Pietro si sia preso del fascista da La Russa. Comunque avanti, avanti così, che bella soluzione di merda: armate la polizia, e la gente passerà dalle spranghe ai revolver, tempo 1 mese.
    Ultima modifica di GiacomoGiacomo; 17-10-11 alle 18:30
    Cuz u actin like a boss ma pe mia si n'ominicchiu
    capeesh?

  2. #52
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    La coca fa brutti scherzi!

  3. #53
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    A proposito della giornata del 15 ottobre: senza ironia, qui sotto linko un articolo che vorrei avere scritto io. Lucido, coraggioso. Ovviamente, nessuno di quelli che gli hanno risposto ha capito. E vabbè.

    Si intitola "NON SONO D' ACCORDO CON CHI CONDANNA LE VIOLENZE"

    http://www.tzetze.it/tzetze_news.php...o-con-chi.html
    Cuz u actin like a boss ma pe mia si n'ominicchiu
    capeesh?

  4. #54
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    Di Pietro, complimenti.

    l'ennesimo personaggio del grande teatrino dei burattini.

  5. #55
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    Sui fatti del 15 ottobre!!!


    Approfitto per rispondere con questo articolo anche a delle obiezioni poste nei commenti.

    Spero di non stancare, ma ancora una volta ho necessità di ricordare che ho 58 anni e senza alcuna presunzione, ma , purtroppo, con il bagaglio dell’esperienza, vorrei che quanto detto finora e quanto andrò a dire ora non venga frainteso, è solo l’opinione di un cittadino che nel corso della sua vita non ha fatto altro che essere sulle barricate, fossero queste materiali o semplicemente metaforiche.

    Quando alla fine degli anni 60 iniziarono le manifestazioni oceaniche in tutto il mondo occidentale il termine “fascista” non contemplava l’appartenenza ad uno schieramento politico determinato dalla posizione degli scranni nei parlamenti, ma era il termine comunemente usato per individuare una “forma di pensiero” e quindi nelle manifestazioni negli USA, Nixon era chiamato “fascista” e “fascista” era la sua guerra nel Vietnam, “fascista” era il genocidio delle tribù amazzoniche per favorire una deforestazione selvaggia, anche se era commesso da Paesi occidentali e “democratici”, “fascista” era la dittatura “comunista” in URSS e in Cambogia e “fascista” erano le prese di posizione dei parlamenti europei contro i più elementari diritti, come il divorzio, l’aborto, la parità dei diritti tra i sessi, l’accesso garantito all’istruzione e così via!

    “Fascista” è il pensiero che guida questo Stato da ormai 20 anni e la prova ne è che le carceri sono piene di detenuti colpiti dalla Bossi-Fini e dalla Fini-Giovanardi, due leggi che hanno il fulcro in una idea dell’ordine sociale basato sulla paura e sulla discriminazione, sul conseguente controllo e sulla persecuzione.

    Certo, Fini che è il firmatario delle due leggi ha anche come aggravante quella di aver militato e creato forme di neo-fascismo post Almirante, ma “fascista” è anche la dichiarazione di Di Pietro, sulla necessità di una “legge Reale 2″, con la quale sarebbe impossibile anche formare capannelli superiori alle 5 persone perché considerate assembramento!

    Ho vissuto i tempi della “legge Reale”, promulgata nel 1975 per fronteggiare il pericolo delle bande armate, che solo due anni dopo, avrebbero invece generato nella nostra Nazione i tristemente ricordati “anni di piombo”!

    Ebbene, sabato ho rivisto a S. Giovanni le stesse dinamiche che venivano attuate in quegli anni, incredibilmente lontani eppur assurdamente attuali, quelle dinamiche che scatenavano l’indignazione dell’opinione pubblica che reclamava più ordine e più controllo senza comprendere i subdolo gioco che il Potere giocava con la sensibilità degli individui.

    Sabato ero a S.Giovanni, con la mia nipotina di 4 anni e insieme a me c’erano dei genitori e altri nonni, con le carrozzine, con i bimbi sulle spalle per mostrargli una folla pacifica e festante, per fargli ascoltare il suono dei tamburi che alcuni giovani percuotevano gioiosamente sotto la statua di S.Francesco.

    Ma una cosa mi colpì: non c’era neanche una camionetta della polizia ….eppure è lì che dovevano stare, per controllare gli accessi alla piazza e proteggere la folla che diventava sempre più numerosa …e pensare che alla Million Marijuana March è la prima cosa che fanno!!!!! “Strano…” dissi alle persone che erano con me, “mettiamoci all’esterno della folla, la cosa puzza!” ….l’avevo già vista 30 anni fa questa cosa, per molte volte, ad ogni manifestazione e avevo paura che si ripetesse, come infatti è successo.

    Per chi non è di Roma, immagini una strada che confluisca in un altra ad angolo retto e all’esterno dell’angolo …lì sì che c’erano le camionette, gli idranti e gli agenti con i lacrimogeni. Stranamente i cosiddetti “black blocks” (vi invito a vedere alcune foto su Fb, dove si vede chiaramente che molti di questi gruppi organizzati erano molto più vetusti e appesantiti dei giovani inquadrati dalle telecamere) aprivano il corteo e all’altezza dell’angolo formato dalle due strade sono stati letteralmente spinti dalle forze dell’ordine (?) verso la piazza affollata con l’uso degli idranti, dopodiché …il caos!

    Già visto, già sperimentato, già compreso! La folla che fugge, il panico, la devastazione, i feriti, gli incendi …già visto, già sperimentato, già compreso! Il passo successivo? Richiesta di più ordine, più controllo, più censura, più potere repressivo e che cos’è questo se non “fascismo”?

    Giancarlo Cecconi – ASCIA

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    fonte: http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=2715
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  6. #56
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    Divide et Impera disse qualcuno...e qualcun altro DIFFONDERE PAURA COME FORMA DI CONTROLLO... ed è quello che stanno facendo in modo che loro possano stare comodi!

    Io sono di questa idea:

    La polizia è incazzata per i tagli e come si è letto in vari forum dal dopo Genova iniziano a non volerci più rimettere il culo e se la prendono con lo stato, la gente è incazzata e se la prende con il governo....

    Con questo casino dei Black Block le persone "normali" iniziano ad avere "paura che gli brucino la panda" e allora si riavvicina allo stato e alle forze dell'ordine per bisogno di sicurezza, lo stato per dare questa sicurezza rispolvera leggi (come la legge Reale) così fa contenta anche la Polizia perchè gli da più potere per sfogare il loro malumore e la gente approva appunto perchè ha paura... e il governo felicemente ottiene che:

    1) Fa passare in sordina la vera protesta degli indignados visto che la notizia diventano i disordini
    2)fa leggi fasciste per la sicurezza dando modo alla polizia di sfogare un pò le loro repressioni e potendo limitare preventivamente le libertà di "gruppi scomodi"
    3)limita le libertà di piazza sia con leggi che con il timore di scontri


    E fu così che magicamente il 15.10, data della protesta contro questo sistema, diventa il giorno a favore del governo.

    Mi vien da vomitare!!!
    "Se per vivere devi strisciare, alzati e muori."

  7. #57
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  8. #58
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    Citazione Originariamente Scritto da ecko Visualizza Messaggio
    Grande!!! pazzesco nelle foto ci son pure due ragazzi che conosco della mia città:D

  9. #59
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    Sulla pagina facebook di Antifascismo Militante (http://www.facebook.com/Antifascismo.Militante.Italiano) è stata pubblicata alcuni giorni fa una lettera degli esponenti di quelli che si definiscono black bloc o blocco nero. La riporto di seguito. Offre interessanti spunti di riflessione secondo me...

    Bene. Si è concluso questo weekend dove i giornalisti sentono ancora i postumi della sbronza, ubriaci ingordi pronti ad enfatizzare ogni singola goccia di rum concorrenti in una gara di fantasia. Rimane tanta amarezza tra tutti gli indignati, pacifici e non. Gli unici a festeggiare coloro che la violenza la vedono come un fine e non un mezzo.

    Non vogliamo prendere parola per descrivere il disagio che sicuramente gli indignati “pacifici” hanno subito, non rientrando tra questi, ma pretendiamo di prendere parola per il disagio che abbiamo e stiamo subendo noi, razza mista o bastarda che condivide ideali degli uni e mezzi degli altri.

    Mi spiace esplicitare le intenzioni di sabato rubando e restringendo lo spazio a disposizione della fantasia giornalistica ormai divenuta una disciplina candidata al premio Nobel, ma sentire cazzate al telegiornale mi ferisce, e mi ferisce ancor più vedere il popolo dissetarsi con lo stesso rum di cui hanno abusato i giornalisti.

    Sabato il corteo doveva dividersi in “via dei Fori imperiali”, lasciando agli antagonisti più decisi l’opportunità di provare ad arrivare al parlamento occupando la piazza antistante per poi dedicarla all’accampamento degli indignati “pacifici”.

    Ciò non è stato neanche provato per colpa di quei 15enni teppisti amanti della violenza per la violenza. Con ciò voglio delucidarvi, cari indignati, sul fatto che il fine è sempre stato considerato lo stesso, che siamo vostri compagni e non vostri nemici, che seppur non abbiamo bandiere abbiamo un’identità propria e una dignità personale, la quale sabato ci è stata tolta doppiamente: in primis dai decelebrati fautori del bordello; sucessivamente da voi che ci avete accomunato a loro.

    Voglio informare voi cari che chi ha bruciato macchine, spaccato vetrine, distrutto santini, non era tra quelli che il 3 luglio in Val di Susa hanno cercato di riappropriarsi del cantiere ne tra quelli che il 14 dicembre a Roma hanno cercato di arrivare al parlamento. E seppur ora siete dominati da odio, incomprensione e sfiducia, vi preghiamo di non generalizzare, di non chiederci “Cosa cazzo avete fatto?!” perchè non abbiamo fatto nulla che abbia mai potuto ledervi e da quelle vandale rappresaglie ci vogliamo dissociare.

    Invece si c’eravamo in piazza S.Giovanni, non per odio ne per sete di guerra, ma per semplice difesa di un punto d’arrivo.

    Non eravamo in 500, ma in 5.000. E saremo sempre di più contro un sistema che ha solo da togliere.

    Per voi invece, cari giornalisti, cara Digos e quant’altro, mi spiace dirvelo ma a differenza di quanto pensiate non eravamo organizzati per niente. Se solo lo fossimo stati non saremmo qui a parlare di macchine bruciate o di vetrine distrutte, ma di occupazione del parlamento, di sabotaggio della Banca d’Italia e di sovversione ad un sistema che rimane mafioso e corrotto.

    Per voi altri “pacifisti” che alla prima notizia di macchine bruciate avete accusato i nostri compagni presenti e indignati come voi, che come voi erano nel corteo vi dedichiamo un bel “vaffanculo”.

    Un “vaffanculo” per non sapere ma voler giudicare.
    Un “vaffanculo” perchè in Val di Susa ci incitavate a non demordere, ringraziandoci di essre venuti.
    Un “vaffanculo” perchè sabato quando ne avevate bisogno ci avete chieste aiuto, limoni e malox

    E infine per voi luridi teppisti 15enni che avete trasformato Roma in un teatro dove siete stati attori della vostra stessa rabbia repressa, a voi che avete rovinato una grande opportunità, vi diciamo “arrivederci”, “arrivederci” a presto. La prossima volta non ci saranno i Cobas, la CGIL o i viola a urlarvi “VIA, VIA, VIA!”, ma ci saremo noi, e non saremo cosi clementi.

    Si, siamo d’accordo con la sfasciatura simbolica delle banche;
    si, non neghiamo l’uso della violenza per fini più nobili;
    si, c’eravamo in piazza S.Giovanni;
    no, i carabinieri sulla camionetta non sono scesi da soli ma li abbiamo fatti scendere;
    no, seppur non cattolici non ci saremmo mai permessi di distruggere sampietrini offendendo credenze altrui.
    no, ci dissociamo dall’assalto alle macchine di precari come noi;
    no, non ci siamo mai permessi di rovinare cortei che non ci appartenessero.

    NON GENERALIZZATE!

    Cordialmente,

    Quello che chiamate “Blocco Nero”


  10. #60
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    Tratto da "il Manifesto" del 19 ottobre 2011 - di Carmelo Albanese, scrittore, filmaker. LA TESTIMONIANZA • E il black batte il cinque All’angolo di via Merulana compaiono di botto una trentina di ragazzi e ragazzini tutti neri e con i caschi in testa. Iniziano a rompere i vetri di una banca. Subito tutte le persone del corteo li prendono a male-parole. Ogni tanto qualcuno scappa. Puntualmente sostituito da qualche altro di loro. A un certo punto un pezzo del corteo viene alle mani con loro. Avevo un forte sentimento di disgusto per la piega che stavano prendendo gli eventi. Tra l’altro in modo repentino. Gli sfasciatori si sono sparsi nel corteo alla spicciolata. Quasi tutti infilandosi nuovamente al suo interno o andando verso San Giovanni. Tranne uno che, ancora con il casco in testa, si è avviato fuori del corteo. Verso S. Maria Maggiore. Cosa che ho fatto anch’io perché lo stupore di gioia iniziale tornava ad essere sostituito dalla voglia di tornarmene a casa. D’un tratto mi sono accorto che lo sfasciatore continuava a fare il mio stesso percorso. Era sull’altro lato del marciapiede. Abbiamo passato due cerchi concentrici di camionette prima di arrivare fuori dalla manifestazione. Io con i miei pensieri in testa. Lui invece sempre con il casco in testa. Dopo il primo livello mi sono detto, ma come è possibile che passa così tranquillo lo sbarramento della polizia con il casco? Tra l’altro dopo aver fatto la sua parte di sfasciatore e ancora vestito di tutto punto? Allora ho guardato con più attenzione. Arrivato al secondo livello di sbarramento si è tolto il casco. Aveva diciotto anni a stento. Il sorriso con cui lo hanno salutato tutti gli agenti del secondo livello di sbarramento era davvero grottesco. Poi ci è passato in mezzo, ha battuto il cinque con uno di loro ed ha confabulato per qualche minuto con uno dall’aria di superiore che stava dietro ai due blindati.
    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
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