In Italia ce ne sono più di 130, sparsi per tutto il territorio (vedi lista completa). In questo articolo, riportiamo alcuni consigli fondamentali per l’apertura di un’attività commerciale dedita alla vendita di articoli per la coltivazione (e non solo).
Il luogo: valutare attentamente la zona dove si intende affittare il locale commerciale. Dev’essere possibilmente facilmente accessibile anche con la macchina (spesso i clienti usciranno con scatole pesanti: luci, armadi, terriccio) e facilmente individuabile (identificare punti di riferimento caratteristici e conosciuti). Attenzione ai prezzi: abbattere le spese fisse mensili è un ottimo inizio. Non è necessario uno spazio enorme: 50 metri quadrati sono già tanti. Ricordati che colpisce più un negozio piccolo, arredato e pieno di merce che uno stanzone spoglio e disadorno.
Un nome accattivante, breve che già definisca l’attività.
Una strategia pubblicitaria locale ad ampio raggio: immaginarsi il tipo di pubblico immediatamente interessato ed individuarne gli ambienti frequentati (facoltà universitarie, scuole superiori, locali serali, negozi particolari, stazioni radio locali, ecc). Attivare possibilmente più mezzi pubblicitari che raggiungano il maggior numero di persone del target potenziale. Il “cosa” e “come” comunicare è fondamentale. Consiglio: un negozio del genere stimola l’immaginario; sta a te contribuire nell’opera. Ricordati sempre che tu vendi cose o inutili o fino a quel momento non considerate acquistabili: la motivazione all’acquisto è altra rispetto a quella che si ha dal lattaio.
Una giusta conoscenza della politica e dell’attualità. L’apertura di un growshop è un gesto politico, anche se magari a te non te ne frega nulla. Inizia a prenderne coscienza e preoccupati di essere sempre e per primo informato di quel che accade nella politica antiproibizionista (nuove leggi, sentenze innovative della Cassazione, manifestazioni, interventi, ecc). Un canapaio non è solo un negozio e tu non puoi avere come unico fine il guadagno.
Sportello Unico delle Imprese: ogni comune italiano dovrebbe averne uno. Lì vi sono funzionari preposti a dare tutte le informazioni necessarie all’apertura. Consiglio, almeno in un primo momento, di non vendere prodotto alimentari in quanto la burocrazia è un po’ più complessa, servono ulteriori passaggi burocratici che andranno fatalmente ad incidere sui tempi. I funzionari dello Sportello Unico vi consegneranno un modulo da compilare: si chiama Dichiarazione di Inizio Attività. Dopo trenta giorni dalla consegna all’ufficio, in assenza di comunicazione contrarie, per il Comune si può aprire. Prima di tutto ciò, presso gli uffici delle Entrate, dovrai aprirti la Partita IVA ed entro sessanta giorni dallo scadere dei trenta del Comune deve esserne consegnata un’altra copia alla Camera di Commercio. Un consulente o commercialista di fiducia può essere prezioso.
Leggi da conoscere a memoria: Testo unico delle leggi sul commercio-decreto Bersani e Testo unico sugli stupefacenti, in particolare gli articoli sulla produzione, spaccio, istigazione e proselitismo.
Individuazione di grossisti professionali (tramite questa stessa guida, riviste specializzate e internet).
Un’etica di fondo e la sensibilità umana necessaria ad accogliere le persone sono necessarie.
Apri il negozio con puntualità; è un segno di rispetto minimo verso i clienti.
Luca Marola
Il Canapaio Ducale Parma
per la guida Magica Italia, guida growshop italiani