E’ l’inizio del 2008, forse marzo, quando inizio a pensare che non sarebbe male attraversare tutta l’Asia ed arrivare a Mosca via treno. Tanto per iniziare si potrebbe arrivare a Jakarta, passare un mesetto nell’arcipelago indonesiano, per poi tornare sulla terra ferma a Bangkok e da lì in Vietnam.
Da Ho chi ming risalire pian piano la terra dei cappelli conici e delle risaie per arrivare alla capitale Hanoi, al nord. Da lì spostarsi verso le montagne del nord ovest, per attraversare il confi ne vietnamita-cinese a Lao Cai.
Poi la Cina. Dalla regione dello Yunnan al Sichuan, poi direzione Pechino, dove prendere il Vostok 19 , treno che attraversa la Siberia e giunge a Mosca dopo sette giorni di viaggio. Il sogno è di percorrere la maggior parte del viaggio in treno o bus, per potersi immergere pienamente nei posti che si attraversano e gustarsi , minuto per minuto, i lenti spostamenti.
Durante i preparativi però mi rendo conto dell’impossibilità di organizzare tutto il viaggio prima della partenza. Alcuni visti, come quello russo ad esempio, non sono così semplici da ottenere; mentre, per quanto riguardava il visto cinese, và richiesto all’ambasciata di Hanoi , qualche giorno prima di entrare in Cina. E poi i dubbi in merito all’attraversata via treno della Russia. Anche se chiunque ha sentito parlare della transiberiana, resta comunque difficile reperire informazioni in merito, senza contare che il biglietto per salire sul treno si può acquistare solo a Beijing (Pechino).
Alla fine decido di partire. Il 29 Dicembre del 2008 dopo 12 ore di volo, sono a Jakarta. Sulle spalle uno zaino con poche cose, in tutto 12 kg compresi molti libri , un paio di scarpe, kit pronto soccorso , infradito e repellente contro le zanzare. Dalla capitale indonesiana mi sposto poi verso nord per visitare il Gugun Krakatau, noto anche come Krakatoa, ossia il piu’ famoso vulcano al mondo. Da lì proseguo il viaggio attraversando l’isola di Java in direzione in direzione di Bali e Lombok con tappe di un paio di giorni nelle principali città. In poco più di un mese attraverso le tre isole. Apprendendo le nozioni base del surf a Kuta , mi gusto i sapori della cucina indonesiana a Ubud e scopro l’arak attak (cocktail a base di liquore locale) sull’isola di Gili trawangan. Dormo presso guest house economiche , organizzando giorno per giorno le tappe del viaggio e mi lascio trasportare dai ritmi rilassati della gente del posto.
All’inizio di febbraio mi trovo nuovamente sulla terra ferma, a Bangkok e da lì mi sposto a Ho chi ming nel sud del Vietnam. Bus privi di ammortizzatori e treni lentissimi accompagnano dal delta del Mekong a Dalat, sugli altopiani del Vietnam centrale. Da qui ad Hoi an, cittadina risparmiata dai bombardamenti americani, dove l’antica architettura fà da cornice ai multicolori e vivaci mercati locali.
Risalgo il Vietnam rimanendo affascinato dalla forte identità del popolo Vietnamita, dal vino locale e dalla zuppa di tagliolini di riso e pollo. Si chiama “Phò” il piatto locale che la gente del posto consuma costantemente nei tre pasti principali; un mix di semplicità e delicati sapori che regalano al palato gusti unici.
Nella capitale Hanoi trovo una sistemazione economica nel centro storico della città. Decido di fermarmi una settimana. Il tempo necessario per richiedere il visto cinese e immergersi nelle suggestive atmosfere delle brulicanti vie cittadine. La temperatura inizia ad abbassarsi. Ci sono circa dieci gradi in meno rispetto all’Indonesia ed è arrivato il momento spedire in Italia costume e infradito per fare spazio ad una giacca a vento e un paio di scarponi con spessa suola in gomma.
Salgo sul Fansipan Express intorno al 20 di febbraio. Il treno mi porta a Sapa, 1650 metri di altitudine, centro principale delle montagne del nord del Vietnam, punto di riferimento per diverse minoranze etniche che abitano nelle vicinanze. H’mong, Zay, Red Zao, Flower… Si alternano nel popolato mercato del centro cittadino. Forse era il posto che immaginavo prima di partire… Cosi’ decido di fermarmi un paio di giorni, che nel quotidiano rimandare, diventano cinque, tanto per vedere un po’ che succede da queste parti…
E’ l’inizio di marzo quando attraverso a piedi il ponte di Lao Cai, che segna il confine tra Vietnam e Cina. Salgo su un bus a lunga percorrenza che attraversa la regione dello Yunnan. La strada mi porta a Kunming nel sud della Cina e da qui a Pechino. Sono affascinato dalla cultura cinese ed altrettanto sbalordito da come i cinesi si muovano freneticamente. Le scritte in ideogrammi certo non aiutano i turisti che devono muoversi per le città , ma nonostante tutto, riesco a destreggiarmi per le vie di Beijing (Pechino) riuscendo a visitare le più importanti attrattive turistiche, compresa una gita fuori porta (circa 90 km dal centro della città) per ammirare la mastodontica muraglia cinese.
Quando, verso la metà di marzo, acquisto il biglietto per la transiberiana, capisco che il mio sogno sta per diventare realtà. Basta attraversare la Siberia ed arrivare a Mosca…
Arrivo davanti al mio vagone e ci trovo due individui in abito da ferrovieri. Salgo sul Vostok 19 e scendo 7 giorni dopo a Mosca. Un viaggio che lascia a bocca aperta. I paesaggi si srotolano dal fi nestrino come un film documentario in bianco e nero.
Dall’altra parte del vetro ci sono -25° C, la steppa è completamente ghiacciata, gli scenari visti dall’oblo si imprimono nella mente.Quando scendo a Mosca, diventano ricordi indelebili.
Solo una settimana dopo mi rendo conto che il viaggio è giunto al termine, il sogno si è avverato…ma se potessi, ripartirei subito per rifare il viaggio al contrario.
I NUMERI
Km percorsi: 15000
Ore passate in treno: 300
Ore passate in bus: 50
RICCARDO
Tutte le foto e il diario del viaggio su:
www.riccardocolombo.it
Pubblicato su Dolce Vita n° 22 Maggio/Giugno 2009