Avevamo scoperto ormai molti anni fa un cantante di protesta, di denuncia, partito dai centri sociali, un ragazzo attento alle tematiche dei più deboli; ritroviamo un artista maturo, completo, capace di coinvolgere la folla come un vero show man in un quasi spettacolo teatrale, fatto di bizzarre apparizioni in maschera e scenette condite da una sottile ironia e di una sferzante sottigliezza intellettiva. Nei suoi testi ogni strofa è una lama di pura verità e consapevolezza. In un clima surreale in mezzo a cacciatori di autografi, giornalisti e fan di ogni genere, dopo che il manager e l’ufficio stampa hanno tentato di impedirci questa intervista, sarà per la simpatia e la scaltrezza di noi di Dolce Vita o per la nostra grande fortuna; Michele Salvemini in arte Caparezza, trova il tempo e dimostra piacere di fare una chiacchierata con noi. Un grande uomo! Personalmente uno dei miei artisti preferiti.
Tu sei un cantante diciamo di protesta. Ciò non significa che ti vogliamo per forza in qualche modo definire o stigmatizzare, ma per quanto tempo ancora la protesta avrà la forma del pensiero e dell’ideologia prima che si trasformi in azione e cambiamento?
Personalmente mi limito a fotografare e percepire quello che sta accadendo intorno a me. Dopo di che ciò avviene di conseguenza. Nel senso che se c’è una situazione di malumore per forza di cose ci si può aspettare che dalla parola si passi al concreto ed all’azione. Spero nelle forme di pensiero che permettano il cambiamento, ma non è facile. L’azione arriva quando arriva la consapevolezza.
Tu sei un grande fan di Grillo e anche per quanto ci riguarda rispecchia gran parte del nostro pensiero. Quanto pensi o speri che il “V-Day” di Grillo vada a finire come nella fine del film che dà il nome all’evento in questione?
Francamente io quello che spero è che ci sia una “virata” graduale con consapevolezza, nel senso che spesso “la virata” non graduale ma violenta, non produce sempre gli effetti desiderati. Soprattutto se viene fatta per spirito di emulazione o per ubriacatura di qualche leader. Ci deve essere sempre una consapevolezza individuale di fondo delle persone, che deve dire “io cambio le cose dal piccolo” e man mano ciò diventa una cosa contagiosa. La gente fa anche bene a recepire in maniera critica chi come Grillo fa informazione-controinformazione.
C’e’ possibilità che vada a finire in questo senso, a mio personale giudizio un pò utopico?
In una società culturalmente avanzata (che ancora non so bene se è quella italiana) secondo me si! Si può sperare in un cambiamento.
Banche, finanza, cambiamenti climatici e rabbia sociale. Qual’è la bomba che scoppierà per prima?
Rabbia sociale! Perchè ci sono molte persone che non vengono rappresentate da nessuno in parlamento, perchè ci sono molte persone che vivono in un disagio costante e vivono sotto pressione. Tutto ciò che è
sotto pressione prima o poi scoppia.
A quanto deve arrivare un litro di benzina perchè Caparezza parcheggi definitivamente la macchina?
Ci siamo quasi, diciamo a tre euro.
E a quanto gli italiani?
Gli Italiani non faranno mai a meno della macchina.
Più che una domanda una richiesta, anzi una supplica. Ogni anno in televisione si perpetra una delle violenze sociali più gravi che gli adolescenti dai 13 ai 20 possano subire. Un vero spettacolo pedo-porno-mediatico, che mette questi ragazzi uno contro l’altro in una lotta fratricida per emergere ed affermarsi in mezzo al gruppo. Mi viene in mente quasi un parallelismo con i bambini soldato della Liberia che si uccidono tra di loro. Stiamo parlando del programma di Maria De Filippi. A nome di tutta la redazione ti chiedo di fare qualcosa, di scrivere qualche testo, di dare voce e denunciare questo scempio.
Eh eh eh… non esattamente contro quel programma, ma contro quel tipo di programmi tipo reality. Ho scritto vari pezzi tra cui “L’età dei figuranti”. E’ una delle cose infatti che mi fa indignare di più.
Come fa un bambino brutto, timido, insicuro e deriso da tutti a diventare un bambino prodigio?
Forse proprio perchè è insicuro e deriso sviluppa una forma di resistenza che può farlo diventare più forte. Nel momento in cui si appropria della propria diversità, senza tante paure, è in grado di diventare qualcuno.
Nelle tue canzoni non risparmi critiche contro le droghe, soprattutto sintetiche. é questo un escursus fatto da alcune esperienze sofferenti, oppure una tua personale forma di consapevolizzazione ed un rifiuto.
Ce l’ho con le droghe, esclusa chiaramente la marijuana ci mancherebbe, anche se non ne faccio uso, sono dichiaratamente antipro. Penso che le droghe siano un effetto collaterale del sistema. Un qualcosa da cui guardarsi bene, che crea veramente dipendenza e ti fa perdere di vista realmente quello che sei. Si comincia a vivere e ragionare in funzione di quello.
Centinaia di negozi, riviste a tema e milioni di consumatori in tutta Italia. Cosa pensi della contraddizione tra la grande espansione della “cultura cannabica” da una parte e la repressione che sta attuando lo stato; l’esempio più pratico è la Fini–Giovannardi che equipara le “polveri” allo spinello.
Tutto quello che è conoscenza va propagandato. Nella mia vita molte persone a me care sono scomparse per motivi di alcool che tutt’ora è legale. Ai politici fa comodo che la marijuana invece rimanga illegale, e in mano alle associazioni mafiose. Probabilmente tra 50 anni, quando tutti i giovani di oggi saranno nonni,
si vedrà un cambiamento.
Le dimensioni del mio caos – “Non mettere le mani in tasca”
…da quel momento chi porta una tasca o è un’artista oppure un tossico o entrambi come Basquiat
Gente a cui basta fare il contrario come Bastian per darsi più arie di quante ne abbia composte Bach Sebastian
Per questo sei stato arrestato: tu credi nella favola della libera tasca nel libero strato
Camillo Benso si è sbagliato, l’unica Libertas è quella che sta sullo scudo crociato!
(rit) Fratello tu non mettere le mani in tasca, le mani in tasca, le mani in tasca, Io so che cosa fai tu con le mani in tasca, le mani in tasca, le mani in tasca…
Mattia e Filo Green
Pubblicato su Dolce Vita n°18 – Settembre/Ottobre 2008