Noi umani non siamo i padroni distruttori, ma i fratelli protettori
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neofita
io vorrei chiedere ai vegani-vegetariani perchè lo siete e come ci siete arrivati....
forse kla domanda è meno banale di quello che sembra..
ultimamente è un problema che mi affligge molto.
mangio poco carne ma ancora la mangio... ma diverse volte mi disgusta.
Grazie @neofita per darmi l'opportunità di raccontare la mia lunga storia di vegetariano-vegano, sono mesi che cerco un po' di tempo per portare il contributo della mia esperienza di vita come testimonianza a questa discussione, che per me è una delle più belle ed istruttive del forum. Oggi piove, è festa, sono solo e mi ci voglio dedicare, spero di poter essere interessante per molti.
Mia madre mi ha raccontato che ho iniziato a sputare ogni tipo di carne e di pesce omogeneizzato fin dalla prima volta che ha provato a darmeli, circa a 6/7 mesi d'età, all'inizio dello svezzamento. Per farmene mangiare un paio di cucchiaini doveva mescolarli con minestra e verdure molto abbondanti, perché appena ne sentivo il sapore la sputavo. Io mi ricordo che mi ha sempre disgustato, al pari degli escrementi. Fino ai 9 anni di età non riuscivo ad ingoiarla perché avevo un conato di vomito.
Vivevamo in un paese di mare, coi miei nonni paterni, il nonno di tradizioni marinare, la nonna di tradizioni contadine. Mi insegnarono prestissimo come uccidere gli animali e come cucinarli. Mio nonno iniziò a portarmi a pescare in mare con lui che avevo 5 anni, mi insegnò come pescare tutti i pesci marini che c'erano e come condurre una barca a remi, a vela e a motore. Mia nonna andava a trovare i suoi genitori, i miei bisnonni ancora vivi, a 3 km all'interno della costa, in campagna, con la bicicletta, e, 2 volte alla settimana, portava a casa uova fresche e 2 galline e un coniglio vivi, da tenere nel cortiletto per ucciderli al momento di cucinarli, così da mangiare sempre carne fresca. Mi facevano tanta pena, soprattutto i coniglietti, ma anche i pesci e le galline, quando li uccidevano mi facevano assistere, perché dovevo imparare a preparare da mangiare e ad uccidere gli animali rapidamente, senza farli soffrire. Io non potevo fare a meno di guardare i loro occhi terrorizzati fino al momento della morte, quando la vita fugge via, e la cornea diventa immediatamente fissa e opaca. Mi fecero uccidere la mia prima gallina (tirandole il collo) e il mio primo coniglio (bastonata alla nuca) quando avevo 6 anni. Fu molto brutto, e non mi ci abituai mai, mi chiedevo cosa provassero veramente quei poveri animali, di sicuro una gran paura, e perché dovessi ucciderli per nutrirmi, visto che sia la carne che il pesce mi facevano schifo, mentre mi piacevano la pasta, frutta e verdura, le uova e i formaggi. Ma volevo bene ai miei nonni e ai miei genitori, erano buoni con me, io mi fidavo e volevo fare di tutto per farli contenti, così feci quello che mi chiedevano, anche se malvolentieri, e a 9 anni riuscii anche ad ingerire carne e pesce, con disgusto, ma senza più avere un conato di vomito. Me ne nutrii per 10 anni.
Quando avevo 19 anni, conobbi Martino, un mio coetaneo che era appena tornato da un lungo viaggio in India, diventammo amici fraterni, mi raccontò che gli indiani avevano una tradizione vegetariana millenaria, che anche lui era diventato vegetariano, che lo Yoga lo consigliava e ci insegnò (a me, alla mia ragazza e ai nostri amici) come cucinare vegetariano. Per me fu una liberazione! Sapevo cucinare e mi piaceva già, smisi immediatamente di mangiare carne e pesce e da allora (35 anni fa) non ho mai più avuto una sola volta il desiderio di mangiarli e non li ho mai più mangiati. Sono diventato un buon cuoco vegan, il preferito dei miei figli.
Fin dall'inizio notai che le mie condizioni generali di salute erano migliorate, pur essendo già un giovane sano e atletico. Iniziai immediatamente a svuotare l'intestino ogni mattina appena alzato, a digerire velocemente senza problemi, ad avere più resistenza negli allenamenti e negli sforzi fisici prolungati, a non ammalarmi di niente per periodi di anni.
All'inizio sostituii carne e pesce con formaggi e uova, ma i trigliceridi nel sangue erano troppo alti, così studiai un po' di macrobiotica e ne appresi i principi di bilanciamento dell'alimentazione fra Yin e Yang, li adattai ad una dieta mediterranea vegetariana, quasi completamente vegan (formaggi e uova una o due volte al mese) e la mia salute divenne perfetta, nel senso che non mi ammalai più, neanche di influenza d'inverno.
35 anni fa erano rari i vegetariani, la maggior parte dei carnivori mi hanno sempre preso in giro per la mia alimentazione, sentendosi quasi in dovere ossessivo di dovermi convincere a desistere, ho smesso di andare alle cene con molti di loro perché ero stufo di essere l'oggetto principale dello scherno per tutta la cena. Ora molti di loro sono già morti di cancro o infarto, e quelli rimasti sono ingrassati, invecchiati ed hanno i capelli bianchi.
Per me, diventare vegetariano fu uno dei primi gradini di un percorso di consapevolezza.
A 20 anni ero già andato a vivere in campagna con la mia ragazza, ed avevo incominciato subito a farmi l'orto, la vigna, la cantina e il frutteto (e il canapaio personale segretissimo), rigorosamente biologici. Iniziai a praticare Yoga e arti marziali orientali, a 22 anni iniziai una serie di viaggi in India, cambiai completamente stile di vita, oltre che l'alimentazione: imparai il controllo del mio pensiero e della mente, iniziai a praticare Yoga e Kung-fu nei gesti quotidiani, mi resero fortissimo.
Divenni padre a 24 anni, ho avuto 4 figli, tutti cresciuti completamente vegetariani, quasi vegani, tutti in salute, belli, intelligenti e simpaticissimi, ormai diventati adulti vegetariani in piena salute.
Io sembro ancora il loro fratello maggiore, sono sempre atletico, ho ancora il fisico di un ventenne, i capelli ancora scuri, e non ho neanche un raffreddore da almeno 15 anni, pur vivendo una vita molto spartana, costantemente esposto al freddo e alle intemperie. E, alla faccia dei castigatori proibizionisti moralisti, ho sempre fumato quotidianamente canapa bio autoprodotta e charras da quando avevo 17 anni (37 anni fa) fino al mio primo arresto 8 anni fa, e sarei curioso se mi studiassero, perché sono sicuro di essere in perfetta salute psicofisica, di non avere "buchi nel cervello" o psicosi o depressioni o pensieri suicidi, nonostante il proibizionismo mi abbia devastato la vita. Certo non ho fatto uso di droghe pesanti e non mi ubriaco di alcool da 34 anni e non ho mai provocato incidenti stradali sotto l'effetto di sostanze.
Ora sono erbivoro vegan da anni, proteggo come posso gli animali e le piante come fratelli e sorelle, vivo completamente immerso nella natura, con cavalli e gatti, nel principio di non arrecare dolore, per quanto possibile. La natura mi ha insegnato che animali e piante hanno una consapevolezza molto più sviluppata di quello che si crede, anche se non sono intelligenti come noi umani, e personalmente non mi sento in diritto di disporre delle loro vite inutilmente. Mi piace studiarli e sono affascinato dai misteri che la vita racchiude.
Vorrei fare un esempio, che mi ha fatto molto riflettere: molti umani adulti hanno paura dei cavalli, per le loro dimensioni e la loro potenza e perché non li conoscono, non osano avvicinarsi per accarezzarli, eppure, ogni giorno, vedo gli uccelli, notoriamente timorosi, andare fiduciosi a beccare i semi del fieno proprio sotto le loro zampe e sotto i loro musi mentre mangiano dentro il recinto! Li ho visti persino lasciarsi annusare dai cavalli curiosi, senza volar via! Poi il cavallo si rimette tranquillamente a mangiare e l'uccellino a beccare a pochi centimetri dal suo muso enorme. Per un passero un cavallo è veramente un essere gigantesco, una vera montagna di muscoli potenzialmente pericolosi, eppure ha la consapevolezza piena della sua mancanza di aggressività e si fida, lo sa perfettamente che il cavallo è incapace di pensare di fargli del male. Gli animali selvatici, appena vedono un umano a distanza, scappano terrorizzati. Quanti esseri umani cosiddetti "intelligenti" sono consapevoli di quanto terrore provochiamo negli animali e nelle piante?
Sono innamorato appassionatamente del nostro pianeta meraviglioso e di tutte le forme di vita che ospita, delle quali mi sento un protettore, non un distruttore consumatore, vorrei disperatamente poterlo spiegare ai miei simili umani.
Per me non nutrirmi di animali è stato completamente naturale e spontaneo, anzi una vera e propria liberazione dal disgusto e dalle malattie, una vera, grande soddisfazione nell'anima del bambino interiore che è ancora vivissimo in me.
Una conoscenza millenaria
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punk lover
pawan, sei un modello da seguire per tutti noi....
Grazie per l'apprezzamento della mia storia punk lover, ho solo avuto la fortuna di avere la possibilità di constatare da giovane l'insegnamento di una cultura millenaria come quella indiana, quando si vedono certi esempi ti aprono la consapevolezza e non si può rimanerne indifferenti, sto solo passando un testimone di conoscenze in una staffetta che viaggia da millenni, non ho scoperto nulla di nuovo. I benefici di una dieta vegetariana erano noti anche agli antichi greci e ai romani.
Ho un'altra storiella carina che credo possa interessare:
In India i Sadhu e i Baba che fumavano charras e facevano il bhang mi hanno insegnato semplici regole su come fumarla diminuendo il danno ai polmoni e come usarla medicinalmente, congiuntamente allo yoga e alla dieta vegetariana (con semi di canapa). Sostenevano che la loro cultura, dalla notte dei tempi, riteneva queste pratiche molto utili per rimanere sani e vitali per tutta la vita ed avevano ragione, per la mia esperienza personale. Erano tutti asceti sani, magri e fortissimi, anche in età avanzate, fumavano cilum di charras spesso, durante il giorno e la notte, come rituale mistico di meditazione. Lo sconsigliavano alle donne in gravidanza e allattamento e agli adolescenti. Io credo che la canapa, se usata saggiamente, non faccia male, anzi è un aiuto e non stordisce.
Quando avevo 23 anni, Prem Baba (Padre Amore) ne aveva 75, capelli e barba bianche, ma un corpo giovane e asciutto, ancora da ragazzo e ci accompagnò scalzo, facendoci da guida, in un'escursione pellegrinaggio sulla cima di una stupenda montagna sacra Himalayana, un percorso di 18 km fra spettacolari rupi impervie, con tratti di sentiero cosparsi di pietre taglienti, con bellissime foreste piene di uccelli, tigri, cobra e piante di ganjia selvatiche a tutte le altezze. Partimmo all'alba e coprimmo il dislivello di 1.600 metri in 3 ore, con lui che ci diede il ritmo del passo fino in cima, concedendoci delle soste ogni tanto per farci riposare, a noi giovani con gli scarponi da montagna, perché a qualcuno mancava il fiato. Sostammo due ore in cima, sospesi in un panorama psichedelico di montagne rupestri simili alle dolomiti, con una piccola cerimonia ad un Duni (un Fuoco Sacro) e svariati cilum rituali, mentre 6 grandi aquile dalla testa bianca volteggiavano sopra di noi per tutto il tempo. Alle 13 eravamo di nuovo tornati nell'ashram ai piedi del monte, dal quale eravamo partiti: lui, a 75 anni, a piedi nudi, ci aveva fatto fare 36 km. e 1.600 metri di dislivello, andata e ritorno, in una mattinata! (oltre a fumare una ventina di cilum di ottima charras).
E Prem Baba non era un caso solitario, gli Yogi e i Sadhu erano quasi tutti così. Lui è vissuto in salute fino a 95 anni.
Io ho appreso da loro ed ho aggiunto alla "ricetta" il Kung fu, l'agricoltura biologica e l'arte equestre e mi ci trovo bene, sono diventato come loro. Ho ancora una salute perfetta e il corpo di un giovane a 54 anni, e lo uso per vivere come un guerriero protettore di Madre Natura, per difendere la Vita e la Libertà. Non potrei vivere diversamente, l'esempio dei maestri che ho incontrato mi si è scolpito indelebilmente nel cuore quando ero giovanissimo.