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Caro Avvocato e tutti gli interessati :icon_twisted2: Allora sembra proprio che la tassa ci debba stare e personalmente la trovo una cosa condivisibile a due condizioni:
1) Lo stato deve usare quelle somme SOLO per lo sviluppo di nuovi progetti di utilizzo della canapa, intendo dire che non vorrei sentire parlare ,per esempio, di finanziamenti che vanno a finire ai "fumatori anonimi".
2)Lo stato impone la tassa solo sui prodotti della filiera attuale,mi riferisco logicamente specificatamente ai semi commercializzati da compagnie riconosciute.
Voglio dire: Superiamo la Fini-Giovanardi, ma se posso comprare un bancale di wisky senza alzare la visiera dal casco (fatto..:icon_rolleyes:) perchè mai per una sostanza che sappiamo provocare meno danni (ne consegue che è meno pericolosa) dovrei "registrarmi"?
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Cerchiamo di capirci una volta per tutte.
Io - da tempo non sospetto - ho formulato una proposta del tipo che segue.
Autorizziamo alla coltivazione domestica, ad esempio di due piante, una persona incensurata, assuntrice dimostrata di cannabis, la quale coltiva per proprio uso personale presso il proprio domicilio.
L'autorizzazione rilasciata deve essere assimilata al porto d'armi, al passaporto, cioè ad autorizzazioni di Stato che sono soggette a tasse fisse di concessione governativa annuale.
Qualsiasi esborso non si riferisce, quindi, ai prodotti in commercio (semi), bensì costituisce corrispettivo di un'autorizzazione a compiere qualcosa.
L'autorizzazione deve essere, altresì, subordinata
1. all'esatta indicazione del luogo ove la coltivazione effettivamente avverrà,
2. alla predeterminazione ed individuazione della modalità di detenzione e conservazione del prodotto ottenuto,
3. nonchè del luogo ove il prodotto della coltivazione dovrà essere tenuto,
4. all'accettazione da parte del coltivatore di potere essere sottoposto a controlli a sorpresa da parte di organi amministrativi specificamente stabiliti in orari predeterminati (ad esempio non prima delle 8 del mattino, non dopo le 8 di sera).
In caso di violazione degli obblighi (esemplificativamente mancato pagamento della tassa governativa, caso di coltivazione di un numero di piante superiore a quello autorizzato, caso di dimostrata cessione del prodotto a terzi ed altri) l'autorizzazione è sospesa per tre mesi, salvo che la violazione non costituisca reato, nel qual caso la autorizzazione è revocata e non può essere più ottenuta .
Alla seconda violazione nell'arco di due anni l'autorizzazione è revocata.
Sulla destinazione delle somme pagate a titolo di tassa non mi pronuncio, si vedrà.
Io credo che questo che ho sempre proposto sia un passaggio molto realistico.
Vede non si tratta del problema di discutere (o meglio io non discuto) se l'alcol sia più pericoloso della cannabis, bensì si deve tenere in debito conto la circostanza, allo stato, insuperabile che esiste - piaccia o no - una legge (che recepisce accordi internazionali) che sancisce come penalmente rilevanti alcune condotte concernenti e che favoriscono la diffusione della cannabis.
Una simile norma in relazione all'alcol non esiste.
Compiere passi avanti, significa, pertanto, creare le condizioni per altri e futuri passi avanti.
Non credete?
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La ringrazio per il chiarimento sulla sua posizione, che peraltro già conoscevo e che proprio per questo ha suscitato il mio commento, io capisco perfettamente che oggi ci troviamo in una situazione paradossale, repressiva e a tratti delirante (ciascuno visualizzi il proprio link ad un qualsiasi discorso di Giovanardi) e c'è necessità di uscirne,presto.
Proprio per la mia età anagrafica ricordo Pannelliani discorsi , analoghi, di trentanni fa o giù di li, non voglio fare nemmeno la fatica di riesumarli perchè...poi...siamo diventati così!!
E allora, siamo sicuri che sia proprio un passo avanti questo approccio, o c'è invece il rischio che l'operazione diventi ,soprattutto a causa di questo quadro politico attuale che definire promisquo è verginale, una occasione di schedatura degli "adepti della canna" e successiva emarginazione sociale?
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Sul numero delle piante rimango perplesso: ci sono piante che da solo fruttano quintali e piante che da sole fruttano una cinquantina di grammi.
Su quali basi si decide il numero e la varietà della cannabis?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
xalo75
...il brutto è che si verrebbe "schedati"...
tutto qua...
...brutta cosa...
ecco,questo volevo dire! grazie per la sintesi Xalo!:biggrinthumb:
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Nutro profondo rispetto per l'impegno fin qui dimostrato e l'onesta' degli intenti...ma non riesco a trovarmi d'accordo su nessuno dei punti menzionati, ne' nelle modalita'...mi sembra che chi si dichiari consumatore e/o coltivatore possa essere sottoposto ad ogni genere di sopruso (perfino ricatti) e questo lo dico pragmaticamente...in casi tutt'altro che isolati e' cio' che accadrebbe, poi a prescindere da una cinica realta' magari immaginata solo da me...non trovo giusti proprio l'atteggiamento, l'approccio e il DIRITTO che ogni essere umano dovrebbe avere. (privacy in primis)
Costringere se si vuole essere in regola ad una sorta di outing sociale mi sembra veramente paradossale rispetto ad una nuova presunta liberta' da ottenere...
A miio parere non esistono vie di mezzo dettate da qualsivoglia esigenza, statale, medica o altre amenita' che sono solo ipocrisia.
E' una pianta che esiste da sempre, ciascuno e' responsabile personalmente (non siamo pargoletti che non sanno scegliere...non tutti almeno) delle proprie scelte, se usarla o meno, se coltivarla o no...non esiste proprio che qualcuno o qualcosa possa impedirmelo, che mi chieda pseudo tangenti o che mi imponga regole assurde quanto incostituzionali...se le cose devono prendere questa piega allora e' meglio continuare nella clandestinita' ...mila volte con tutti i rischi annessi.
Sono arciconvinto che alla lunga paghera' di piu' questo tipo di atteggiamento che tutte le emerite s.....ate che sto continuando a sentire ogni giorno in giro.
Le liberta' non si devono chiederem ne debbono essere concesse da chissa chi...devono SEMPRE essere conquistate.
Bisogna guardarli in faccia i problemi e affrontarli soprattutto se si ritengono diritti sacrosanti.
Se lo stato vede business, fatti suoi, la nostra liberta' di scelta viene e verra' sempre prima anche se si nascondono dietro ad una regolamentazione "necessaria" del mercato, si perche' solo di quello si tratta, perche' l'uso personale e' incontrollabile qualunque legge possa entrare in vigore...BENE se tu come azienda vuoi sfruttare il fenomeno, come tutte le altre attivita' commerciali avrai le tue tasse, le tue licenze ecc...
Ma questo non deve in alcun modo vincolare il mio diritto a produrmi una cazzo di pianta, o 10...se non la commercializzo!!!
Caxx potrebbe essere tutto molto semplice con pochissime regole uguali per tutti...la verita' e' che NON c'e' proprio l'intenzione che tutti possano usufruire liberamente delle stesse possibilità ed e' fin troppo facile dedurne i motivi...:icon_twisted2:
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Caro Moran sono d'accordo con lei che non vi deve essere una schedatura dei coltivatori e che identificare una condotta di coltivazione ad uso personale sarà sempre assai difficile.
La mia idea esclude a priori uno scopo di schedatura, ma intende assimilare la coltivazione ad uso personale ad altre situazioni soggettive - ad esempio il porto d'armi o la licenza di caccia solo per proporre esempi - che comportano il rilascio di un'autorizzazione amministrativa, che presuppone una responsabilizzazione della persona.
Perché vede, non possiamo nasconderci il problema del collegamento fra coltivazione ed uso personale nel senso che io credo che una persona che effettivamente coltivi per un fabbisogno di consumo personale proprio non abbia nulla da temere.
Ad ogni buon conto io credo che di potrebbe anche rendere più semplice la questione, nel senso che si potrebbe adottare una procedura per la quale chi intenda coltivare un massimo di due o tre piante, va in posta fa un versamento di una somma predeterminata sul bollettino delle concessioni governative, lo spedisce assieme ad una raccomandata a.r. alla Prefettura dove comunica che coltiva cannabis ed è così in regola.
Bisogna, però, non fare finta di non capire che la coltivazione ad uso personale introduce, poi, una serie di problemi quale quello del prodotto raccolto, che potrebbe suscitare controversie di sorta in presenza di ff.oo. particolarmente zelanti che trovassero quantitativi non modici e che volessero procedere contestano la ravvisabilita dell'uso personale.
Per questo io credo che uno sforzo di accettare qualche onere sia ampiamente giustificato.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Avv. Zaina
La mia idea esclude a priori uno scopo di schedatura, ma intende assimilare la coltivazione ad uso personale ad altre situazioni soggettive - ad esempio il porto d'armi o la Lucrezia di caccia solo per proporre esempi - che comportano il rilascio di un'autorizzazione amministrativa, che presuppone una responsabilizzazione della persona.
Forse gli esempi non calzano, in entrambi i casi si è schedati con tutti gli estremi.
Ribadisco, se saro' costretto a pagare una tassa e essere schedato, rimango bandito!!
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Carissimo Avvocato, io continuo ad apprezzare enormemente quello che fa...ma non mi ha mica convinto.
Anzi il vero problema e' proprio quello sforzo di dover accettare qualche onere e che lei ritiene (per me incomprensibilmente) giustificato.
Ci sono cose che sono infinitamente piu' importanti di qualche "ragionevole" compromesso che faccia ottenere il primo capello della parrucca desiderata (mi scuso per la metafora indegna, ma sto scrivendo di getto...e non in condizioni di estrema lucidita':::indovinate perche'?).
Se si intende legalizzare, o meglio liberalizzare una pianta (perche' di questo si tratta) lo si deve fare e basta.
Certo finche' verra' considerata una droga, pesante addirittura...
Non siamo dei bambini cerebrolesi...ciascuno potra' liberamente scegliere se usarla o meno, ciascuno sapra' quando usarla secondo coscienza propria (gia' perche' pare che l'essere umano ne possegga una...) ciascuno sara' libero di scegliere quella piu' adatta a se.
Ora, in questo contesto (miraggio nel deserto...) e' pensabile che il business dello spaccio paventato dai veri cerebrolesi possa mai aumentare (rispetto a oggi???)
E la pericolosita' sociale di questo terribile abuso possa minacciare le fondamenta del nostro status mundi?
Chi sostiene solo un terzo di queste s...te dovrebbe vergognarsi perche' e' palesemente in malafede...oppure peggio e' un ignorante presuntuoso o visto che al peggio non c'e' fine...e' diversamente intelligente.
Ripeto: chi intendera' produrre non modiche quantita' delle eventuali sostanze derivanti con scopi commerciali (se legali cosi' si chiameranno al pari di ogni altra sostanza prodotta e commerciabile) paghera' in base al fatturato, cosi' come farebbe qualunque agricoltore per produrre/vendere i propri prodotti...cosa c'e' di complicato in questo? O quali sono i motivi che impedirebbero tale attuazione o normalizzazione?
Dando una risposta ONESTA a queste due semplicissime domande si puo' capire quale direzione (a senso unico)si voglia far prendere alla questione e se guardo avanti quello che vedo proprio non mi piace. :sorry: :PACE:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Avv. Zaina
Cari amici
checchè ne diciate devo confessarvi che la proposta di Ferraresi mi sembra fra tutte di gran lunga la più sensata e praticabile.
Desidero, altresì, dirvi che essa riprende in pieno alcune proposte che ho più volte formulato su questo forum (quale quella di provare a rilasciare concessioni private per la coltivazione domestica, pagando una tassa di 100/150 euro annuali ed a precise condizioni che da almeno 6 anni sostengo).
Essa, però, dovrebbe secondo me essere più ampia ed affrontare tutte le zone d'ombra della FINI-GIOVANARDI.
Ritengo, comunque, che vada esaminata ed alal stessa vadano offerti contributi di idee per perfezionarla.
Anch'io la reputo ottima, ma non si potrebbe appoggiarsi a lui con tutte le varie associazioni??? Fargli sentire che siamo veramente tanti!!