Pericolosità della canapa.
MILANO – Fumare marijuana fa male, molto male, e minaccia la salute sul fronte della respirazione, della circolazione e della psiche, oltre ad aumentare sensibilmente i rischi di tumore polmonare. Ma il fatto ancora più preoccupante è che intorno all’utilizzo di questa droga leggera esiste ancora una buona dose di inconsapevolezza e di mistificazione della realtà, a dispetto dei continui moniti divulgati dai medici.
IL SONDAGGIO - A lanciare l'allarme è la British Lung Foundation con un sondaggio che ha coinvolto mille volontari e che la stessa BLF ha definito preoccupante nelle sue conclusioni: i risultati dell’indagine, oltre a evidenziare un consumo di “erba” diffusissimo (soprattutto tra i giovani, con un ragazzo su tre sotto i 24 che ne fa uso), sottolineano la necessità urgente di informare di più i consumatori, spesso convinti che comunque un moderato uso di marijuana faccia meno male delle sigarette.
MISTIFICAZIONI -Helena Shovelton, presidente della British Lung Foundation, è molto esplicita: «Non c’è nulla di più falso: lo spinello espone al rischio di tumore polmonare circa venti volte di più rispetto alla sigaretta di tabacco». A parte il fatto che esisterebbe, secondo gli esperti, una chiara connessione tra gli spinelli e la tubercolosi, la bronchite cronica e la schizofrenia. La spiegazione della nocività delle canne è nella modalità di consumo, che presuppone boccate più profonde e durature: la tirata del fumatore di “erba” è infatti mediamente due volte più lunga di quella del fumatore di sigaretta e il primo inala una quantità circa quattro volte superiore di catrame e cinque volte superiore di monossido di carbonio.
ESPERIENZA NOCIVA MA BREVE - Eppure l’'88 per cento degli intervistati ritiene molto più pericolose le sigarette e una persona su tre (magari molto giovane) arriva addirittura a catalogare la marijuana come un passatempo salutare e naturale. Unica concessione che si può fare alla canna è che statisticamente molti la abbandonano quasi completamente intorno ai trenta anni e di conseguenza non si registra l’esposizione a lungo termine, che costituisce un fattore cruciale nei tumori polmonari.
CONCLUSIONI – La British Lung Foundation, preoccupata dai risultati dello studio, ha già dichiarato la propria volontà di avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui danni della marijuana, troppo spesso ignoti o sfocati. Ma basta spulciare i commenti degli articoli citati per rendersi conto che la percezione di molti sull’argomento può essere condizionata da una lettura talvolta superficiale anche di alcuni studi sulla cannabis terapeutica, che hanno scopo diverso dalla sollecitazione all'abuso. Dietro all’inconsapevolezza infine c’è talvolta l’atteggiamento volutamente poco recettivo di chi abusa di certe sostanze e si vuol convincere che è tutto normale. Del resto non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Vi raccomando smette finchè potete sennò vi viene il cancro. (Che in realtà dovrebbe prevenire).
http://www.corriere.it/salute/12_giu...d1b45fc6.shtml
Cannabis terapeutica. Tirelli fa conoscere il suo NO
Ho deciso di mettere qui il commento del nuclearista Tirelli (leggete cosa dice del disastro in Giappone..). La satira di Giacomo aiuta a digerire la notizia..
'Condivido pienamente quanto evidenziato da Serpelloni del Dpa a commento dei dati presentati nello studio pubblicato di recente dalla British Lung Foundation, in particolare sui rischi correlati al tumore del polmone dall'uso della cannabis'. Loi dichiara Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell'Istituto Tumori di Aviano, che spiega: 'Troppo spesso non si ricorda, soprattutto in questo contesto di liberalizzazione delle droghe e della loro presunta innocuita', che i tumori del polmone e gli altri tumori associati al fumo possono essere - come evidenziato dallo studio - un grave effetto collaterale del fumo di cannabis.
Inoltre, nel contesto di sempre piu' nuovi mix tra vecchie e nuove droghe sintetiche, e' necessario da parte dei medici, sottolineare la pericolosita' delle vecchie cosiddette droghe leggere come la cannabis e delle nuove misture delle quali si conoscono gli effetti dannosi per le morti associate ma non si conoscono ancora i danni a medio e lungo termine, che certamente si suppone possano essere sulla falsa riga di quanto evidenziato dalla cannabis sia sul cervello, sia sui tumori'.
'Pertanto - avverte Tirelli - i medici, in particolare gli oncologi responsabili, dovrebbero incitare i potenziali consumatori e quelli attuali, sulla falsa riga della campagna anti fumo della sigaretta, a desistere da questo comportamento sbagliato e deleterio e a sollecitare il legislatore a non compiere interventi dannosi per la salute pubblica come quelli della legalizzazione delle droghe cosiddette leggere, come da piu' parti viene richiesto e che favorirebbe certamente la diffusione di questa pratica dannosa per la popolazione'.
Tirelli fa conoscere il suo no