Forse non si capisce bene dall'articolo, ma la cosa che reputo più grave nel caso del pedofilo è che il giudice ha permesso al bas...do di tornare a casa sua. Nello stesso palazzo della sua piccola vittima, che se lo ritroverà magari nell'ascensore. Ora posso pure arrivare a capire (non giustificare però) che non si possa far marcire in carcere un uomo anziano e magari malato, ma il giudice poteva e DOVEVA impedirgli di tornare nello stesso paese della sua vittima.
Le considerazioni dell'Avvocato poi mi suggeriscono un paio di riflessioni. La prima è che chi non frequenta il mondo della Giustizia e dei tribunali come me ha una visione dei giudici molto idealistica. Spesso si pensa che i giudici, solo per il fatto di esserlo diventati, siano persone oneste, integerrime, preparate professionalmente e animati da un superiore senso di Giustizia. Grosso errore e devo fare mea culpa pure io: sono persone come le altre.
La seconda è che questo maledetto proibizionismo che dura da sempre ha modificato pure le nostre coscienze di consumatori. Nel senso che a furia di sentirci trattare da criminali (in famiglia, sui media, dalle ff.oo., dai non consumatori, da tutti in definitiva) ci hanno portato, anche inconsciamente a rinunciare al nostro diritto di difenderci e di pretendere piena applicazione delle leggi. E' molto difficile avere coraggio e rinunciare per esempio ad un patteggiamento se non sei più che fermamente convinto dell'innocenza sostanziale della tua condotta. Non ho statistiche al riguardo ma son convinto che la stragrande maggioranza di processi legati a piccoli reati in materia di cannabis si fermino al primo grado e non vengono appellati.