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Legalizzazione? Una valanga di sì!
E’ una valanga, è proprio quella valanga che pronostichiamo da tempo e che travolgerà anche l’ultimo baluardo di ottusità!
Finalmente il carattere ideologico che fino ad ora ha permesso a Giovanardi e Serpelloni, di perseverare nella difesa di una legge ormai da tutti ritenuta criminale e criminogena, ha perso di forza, di credibilità, di motivazioni, aprendo un fronte trasversale favorevole alla legalizzazione della cannabis.
Un fronte trasversale sensibile al problema, che sta diventando sempre più ampio e si susseguono dichiarazioni su dichiarazioni, anche da personaggi a noi poco simpatici, ma che questa volta apprezziamo per l’onestà intellettuale dimostrata sull’argomento, come Giuliano Ferrara e Vittorio Feltri che dai loro giornali si esprimono in favore della possibile legalizzazione, o dell’ex ministro Martino (FI), incredibile ma vero!
Addirittura alcuni programmi radiofonici e televisivi cosiddetti “leggeri”, come “Il ruggito del coniglio” su Rairadio2 o “Striscia la notizia” su Canale 5, hanno dedicato buona parte della trasmissione alla notizia innescata dalle dichiarazioni del leghista Fava prima e dal disegno di legge presentato dal senatore PD Manconi poi, avvalorando quanto abbiamo sempre affermato, e cioè che la cannabis è un’abitudine diffusa e condivisa nel nostro Paese, al punto tale che non la sua legalizzazione viene giudicata pericolosa, ma il mantenimento di una legge anacronistica che ne proibisce la coltivazione e perseguita il consumo ormai ampiamente accettato e tollerato nel modus vivendi nazionale.
In sintesi, il fortino proibizionista sta crollando pezzo dopo pezzo e i suoi impavidi ed inossidabili difensori cercano di salvare il salvabile con le solite inconsistenti argomentazioni, tra cui spiccano quelle di Giovanardi (chiaramente!), quella di S. Patrignano (ovviamente!), quella del PM del Canton Ticino autore dell’innesco proibizionista in Svizzera (scontatamente!), dei tossicologi forensi (faziosamente!) timorosi di drastici tagli al personale se la cannabis fosse legalizzata, dell’ormai familiare senator Gentile (immancabilmente!) con le sue solite farneticazioni ed infine della ministra Lorenzin (inopportunamente!), alla quale vorremmo far presente che, ricoprendo un ruolo istituzionale, dovrebbe differenziare, con maggior chiarezza, quando le affermazioni sono frutto delle proprie idee e quando sono invece fatte a nome del governo.
Volenti o nolenti, i nostri avversari devono accettare anche il fatto che, per la prima volta dall’entrata in vigore della Fini-Giovanardi, ben 3 proposte di legge sono depositate alla Camera ed una al Senato per abrogare le norme persecutorie nei confronti dei consumatori e coltivatori in proprio, e se non è oggi, sarà domani, ma sicuramente e una volta per tutte è vicinissimo il giorno in cui, questi degni rappresentanti della moderna Inquisizione, dovranno alzare bandiera bianca, sempre che non subiscano prima il colpo mortale dal pronunciamento della Corte Costituzionale.
Giancarlo Cecconi – ASCIA