Ciao a tutti
Son nuovo del forum (ma non della coltivazione e usoed ho letto la discussione e mi trovo particolarmente d'accordo con le obiezioni fatte alla proposta M5S.
Quando in rete ho letto che c'era stata una proposta dei 5 stelle ho pensato "Finalmente!!" poi ho letto la proposta e mi sono letteralmente cascate le braccia.
(notaLa proposta 5stelle non solo cancellerebbe la porcata fatta da Giovanardi, ma anche certi principali diritti che la legge precedente prevedeva. Credo che una legge di legalizzazione, specialmente ora che ci avviciniamo al 12 febbraio e la Fini-Giovanardi verrà cancellata dalla Corte Costituzionale, dovrebbe anche cercare di non erodere i pochi diritti che la 309/90 ci riconosceva (diritto a un trattamento diverso, per chi coltiva per sè, rispetto al trattamento riservato per chi spaccia). La proposta di M5S sancirebbe che "il coltivatore per uso personale può ancora essere perseguito dalla legge anche se non spaccia".
La proposta sembra essere la risposta inutile ad una domanda che nessuno avrebbe alcun interesse a porre.
Tale domanda sembra infatti essere: "Signor Giovanardi, mettiamo (per assurdo) che lei debba scrivere una per forza (sotto costrizione) una legge per legalizzare/regolamentare la "questione cannabis" , cosa farebbe?"
Infatti la proposta M5S sembra voler fare in modo di scoraggiare in ogni maniera la libera coltivazione (anche di un numero limitato di piante) da parte dei cittadini, creando anche una discriminazione fra chi può e chi non può usare e coltivare cannabis.
I due nefandi aspetti principali della proposta risiedono:
1) nell'obbligo di pagare una tassa per poter coltivare
2) nell'obbligo di autodenunciarsi per poter coltivare
Vorrei che fosse chiaro che obbligare i consumatori a pagare una tassa sarebbe una grossa barriera per chi vuole emancipare il proprio uso della ganja non solo dal mercato nero ma da tutti i tipi di mercato e transazioni economiche!
Scenario:
Tizio vuole fumare ma non può allo stesso tempo sobbarcarsi sia l'onere di coltivare sia l'onere della tassa, inoltre (giustamente*) non vuol esser schedato come coltivatore.
Opzioni di Tizio:
a) Coltivazione senza tassa e auto-schedatura, rischiando però una multa
b) rinunciare alla privacy (coi correlati rischi evidenti*) e al suo diritto di coltivare liberamente una pianta per uso NON commerciale e quindi pagare "il pizzo" allo stato per una condotta priva di scopo di lucro e che non porterebbe comunque (tassa o non tassa) un guadagno, in termini di denaro, a Tizio. (nota: Tizio NON vuol vendere)
c) pagare prezzi esorbitanti ai negozianti per comprare la cannabis quelle poche volte che se lo può permettere (dubito che in italia avremo prezzi "da Uruguay" tipo meno di un euro al grammo, penso che saremmo piuttosto simili al Colorado, con ~15 euro al grammo)
Ha senso, con la crisi economica, tassare anche il CONSUMO di cannabis autoprodotta?
Il buon senso ci dice che una legge sensata dovrebbe innanzi tutto:
1) garantire la libera scelta dei consumatori fra acquisto (legale) e autoproduzione.
2) proteggere i consumatori garantendo loro il diritto di consumare un prodotto sicuro (es.: evitando galera e contatti col mercato nero)
Giusto una nota: la legge passata in Uruguay pare sia la proposta di legge nostrana che venne presentata (ma non approvata) nel parlamento italiano nel 1995. Pare che l'ambasciatore dell'Uruguay per l'Italia abbia consultato coloro che nel 1995 avevano scritto la proposta di legge. Dopodichè naque la propoposta in Uruguay, in gran parte basata su quella legge. (fonte: fuoriluogo.it , la notizia è proprio di questi giorni )
*) L'aspetto tutt'altro che secondario: PRIVACY:
In un paese come l'Italia dove tutto è sempre possibile per quanto riguarda l'emissione di leggi assurde (vedi Fini-Giovanardi) e/o cancellazione di leggi da poco approvate, veramente qualcuno si sentirebbe tranquillo a dire allo stato "Io Pinco Pallino, coltivo cannabis per uso personale" ?
Scenario:
Tizio (come molta altra gente) s'autodenuncia, paga la tassa (magari anche sproporzionata, es: maggiore di 10 o 20 euro ) e coltiva felicemente l'erba.
Già dopo qualche mese (es: appena prima il raccolto) oppure l'anno seguente, Berlusconi fa il "gran ritorno" al governo e Giovanardi torna a fare disastri dove gli riesce meglio: crea la "Gasparri-Giovanardi" (LOL) e prontamente fa partire retate (rastrellamenti) in tutt'Italia grazie all'elenco dei coltivatori.
Finali:
finale A) Tizio non ha ancora fatto il raccolto e, giunta la notizia dell'approvazione della legge "G-G" decide di disfarsi di piante e raccolto/i precedenti per prepararsi all'ovvio rastrellamento. Tizio e altri che han fatto come lui, quando arriva la perquisa si salvano, però non avranno alcun raccolto.
finale B) Tizio (che è un utente appassionato di FessBook e quindi era già pratico dell'atto dell'autoschedatura) non ha mai avuto a cuore la propria privacy e non crede a tutti questi "complottismi" (è anche "amico" di Attivissomo [] , su FB) e prosegue come se nulla fosse: lui si fida totalmente dello Stato e pensa che subdole cose del genere possono solo avvenire nei remoti USA o in Korea del Nord. arriva la perquisa e Tizio ed altri che la pensano come lui finiscono al gabbio con condanne da 15/20 anni.
finale C) Caio, tipo sveglio, evita Facebook come la peste perchè sa che la privacy non è un aspetto importante solo per chi vive in regimi pericolosi tipo la China o gli USA. Caio ha accuratamente evitato di autoschedarsi e pagare la tassa.
Caio sa bene che robe come la sorveglianza/monitoraggio di massa sono pericolose come l'atomica: perchè sa che quando si permette allo Stato di avere eccessivo controllo sulle persone questo può tranquillamente essere usato per "Fini" repressivi non appena un cambio di governo (elezioni) porta al potere forze politiche autoritarie.
Caio quindi, appena iniziano i rastrellamenti, è al sicuro e non viene sfiorato da perquise perchè non s'è autodenunciato. Quindi termina l'attuale raccolto e, eventualmente, cessa di coltivare (o sposta la coltivazione in zone più sicure).
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Il metodo migliore sarebbe Liberalizzare, ovvero trattare la cannabis al pari dell'insalata, tassandone la vendita e sanzionando chi vende evadendo le tasse (come avviene in caso di fruttivendolo abusivo). Per il resto andrebbe solo mantenuto il divieto di guida sotto effetto di cannabis (ma questo dovrebbe essere solo una legge generale che sanzioni la guida quando il soggetto è in altri stati mentali, tipo quelli dovuti a insonnia o a droghe quali alcool, oppio ecc. o a sostanze psicotrope tipo cannabis, funghetti eccetera)
Volendo invece parlare di legalizzazione, una sana proposta di legge dovrebbe:
1)tassare la vendita e garantire controlli di qualità della vendita o dei locali commerciali adibiti a vendita/consumo (semplici controlli ASL come per i bar).
2)consumo libero, mantenendo un limite massimo 10 o 20 grammi che uno può avere addosso quando è fuori di casa
3)stabilire che è legale la cessione di piccole quantità (es: 10 o 20 grammi)
4)libera coltivazione fino a 6 ( o 10) piante.
Si potrebbe anche (e sarebbe meglio) sancire la libera coltivazione di un numero ILLIMITATO di piante ammesso che non siano ad uso di spaccio.
Potrebbe sembrare assurdo, eppure questo aspetto (produzione illimitata) sarebbe conforme con certi aspetti della legge 309/90 (quella precedente alla Fini-Giovanardi), infatti la 309/90 stabiliva che:
(quote non letterale ma il senso è questo)
"che si tratti di spaccio o meno, questo va dimostrato dalla Forze dell' "ordine" tramite indagini.
Costituisce spaccio automaticamente SOLO il caso in cui il soggetto abbia ingenti quantitativi di sostanza addosso quando è fuori casa."
Me lo spiegarono anche (oltre 10 anni fa) i carabinieri quando mi fermarono con circa 10 grammi di fumo che possedevo per uso personale.
Mi dissero che non è spaccio, a prescindere della quantità, a meno che io non venissi beccato a spacciare.
Secondo quella legge se uno possiede anche solo 1 grammo di fumo e ne cede mezzo in cambio di denaro, quello viene considerato spaccio.
Allo stesso modo la regola vale anche se uno possiede un chilo.
Ricordo qualche anno fa (sempre prima della Fini-Giovanardi) un articolo di giornale che parlava di un tizio arrestato in aeroporto perchè cercava di importare 1 chilo di pakistano e poi venne liberato per uso personale (anche se in quel caso si trattava d'uso medico, mi pare per l'epilessia)
Quello che voglio dire è che si potrebbe fare una legge che permette la coltivazione di un numero ragionevole di piante (anche 20 o 30 o più) e che questo venga ritenuto spaccio solo se viene riconosciuto tale (sia che si tratti di vendita di un chilo, sia che si tratti di vendita di un grammo).
Ciò che chi fa le leggi deve capire è che non importa quanta ganja uno produce PER SÈ: per questioni penali dovrebbe essere considerato spaccio solo la vendita di ganja. Teoricamente (ma non tanto) io potrei anche voler coltivare tanta ganja da fare il bagno in una vasca da bagno piena di olio, dopotutto che faccio di male? Finchè non c'è spaccio la coltivazione dovrebbe essere libera.
Spero che qualcuno, nel forum 5 stelle (inaccessibile anche in lettura, mi pare, a chi non s'è iscritto prima di una certa data nel 2013 o 2012) faccia notare che la libera coltivazione a fini di uso personale è un requisito CARDINE di tutte le leggi di regolamentazione, anche delle meno evolute.
E' un punto fermo: se la legge proposta non sancisce questo si rischia di rendere inefficace (se non fallimentare) tutto l'impianto legislativo e ci troveremmo dopo pochi mesi coi Giovanardi che tornano alla riscossa.
Scusate se son stato un tantino prolisso
KGB