Citazione Originariamente Scritto da Avv. Zaina Visualizza Messaggio
Segnalo un link molto interessante su corriere.it in relazione alla svolta del Colorado

http://www.corriere.it/foto-gallery/...-8c4a-c355fa40

Buona lettura
Avvocato, mi son permesso di copiare di seguito il testo (anche perchè così rimane) che, ha ragione lei, offre molti spunti.
p.s. anche le foto sono bellissime

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Nel 2000, gli elettori del Colorado hanno approvato un emendamento per legalizzare il possesso di marijuana terapeutica per i pazienti con condizioni debilitanti. Originariamente, i pazienti potevano delegare a un amico o un vicino (definiti assistenti) la coltivazione di massimo sei piante di marijuana. Ogni assistente poteva aver al massimo cinque pazienti.

Nel 2007, Sensible Colorado, un’associazione impegnata nella legalizzazione della cannabis, ha fatto causa al dipartimento della Sanità statale e il tribunale ha dichiarato il limite di cinque pazienti incostituzionale. Nei due anni successivi hanno aperto oltre 1.000 dispensari, dove è possibile acquistare marijuana. I pazienti sono diventati improvvisamente 100.000.

Oggi in America sono venti gli Stati ad aver legalizzato la marijuana medica, oltre al District Of Columbia. Dopo che gli elettori hanno approvato l’Amendment 64 il 6 novembre 2012, il primo gennaio di quest’anno il Colorado è divenuto il primo Stato a legalizzare la marijuana per scopo ricreativo. Nello stesso giorno gli elettori dello Stato di Washington hanno approvato l’Initiative 502: oggi la marijuana è già legale, ma il parlamento locale sta ancora concedendo le licenze per venderla e i primi negozi apriranno entro l’estate. In Colorado, invece, le vendite sono iniziate il primo gennaio.

Secondo l’Amendment 64, i residenti dello Stato al di sopra dei 21 anni possono comprare fino a un’oncia di marijuana (28,35 grammi), mentre i turisti possono acquistarne un quarto (poco più di 7 grammi). I minori di 21 anni possono fare uso di marijuana medica con il consenso dei genitori. I cittadini potranno inoltre coltivare sei piante a scopo ricreativo, mentre per i nuclei familiari si sale a dodici. I negozi autorizzati dovranno invece coltivare almeno il 70 per cento della marijuana che venderanno. Resta illegale fumare in pubblico o guidare dopo aver fumato.

Il primo gennaio fuori dai rivenditori autorizzati si sono formate lunghe file, con persone arrivate da ogni angolo dell’America per acquistare marijuana. Per evitare di rimanere a corto, i negozianti avevano imposto un limite alla quantità di erba acquistabile da ogni cliente. Gli orari di vendita sono regolati dallo Stato: non è possibile acquistare marijuana prima delle 8 di mattina. La prima persona ad acquistarla è stata Sean Azzariti, un veterano della guerra in Iraq che soffre di disturbo post traumatico da stress.
Nelle prime 24 ore i clienti sono stati più di 10.000 ed è stata venduta marijuana per oltre un milione di dollari, mentre nella prima settimana di attività, i 37 rivenditori che hanno già aperto in Colorado (17 solo a Denver) hanno riportato vendite per 5 milioni.
Le stime per il primo anno parlano di ricavi per 600 milioni di dollari e lo Stato ha in programma di raccogliere circa 70 milioni di dollari in tasse, che saranno utilizzati per finanziare l’istruzione e per il controllo dell’industria della marijuana.

Lo Stato del Colorado ha concesso in totale 137 licenze per vendere marijuana a scopo ricreativo. I commercianti che inizialmente hanno potuto richiederle, però, erano quelli che già lavoravano con quella medica. I dispensari possono coltivare sei piante per ogni cliente che li segnala come fornitore. I consumatori non sono obbligati a comprare erba solamente dal proprio fornitore, mentre i dispensari possono venderla ad altri.

Il Colorado si sta trasformando in un laboratorio per l’industria della marijuana.Prima che la legge entrasse in vigore, in Colorado hanno cominciato a nascere numerose aziende secondarie legate al business della marijuana fra cui consulenti, avvocati specializzati in marijuana, agenzie di marketing e di sicurezza. Una di queste, Blue Line Protection Group, ha trenta dipendenti e lavora con dodici società del settore della marijuana. Finora sono stati creati decine di migliaia di posti di lavoro.

Secondo un rapporto di ArcView Market Research, la vendita di marijuana legale in Colorado aggiungerà 359 milioni di dollari all’economia, mentre nello Stato di Washington i milioni saranno 208. A beneficiare dalla legalizzazione, fra gli altri, sono le fabbriche (ad esempio quelle che producono sacchetti di plastica), il settore immobiliare (gli agenti puntano sulla possibilità di coltivare erba in casa) e il turismo: almeno tre agenzie turistiche hanno cominciato a organizzare tour tematici mentre, secondo un rapporto del sito Hopper.com, le ricerche di voli per Denver sono aumentate del 6,3% rispetto alla media nazionale.

Nella prima settimana di gennaio si è registrato un aumento del 14%.Dopo la “Corsa all’oro”, che popolò la regione negli anni Sessanta dell’Ottocento, in Colorado si è ora scatenata una vera e propria “Green Rush”, ovvero la “Corsa all’erba”.
I pionieri, in questo caso, sono imprenditori e uomini d’affari che stanno invadendo lo Stato alla ricerca di nuove fonti di guadagno con il business della marijuana. L’industria dell’erba è considerata infatti una di quelle in più rapida crescita in tutti gli Stati Uniti, insieme alle stampanti 3D e al cloud computing. Secodo il magazine Governing, che monitora il parlamento locale, nel 2013 sono state 36.284 le persone che si sono trasferite in Colorado. Circa 8.000 in più rispetto all’anno precedente.

La “corsa all’oro”, nel Ventunesimo secolo, si basa soprattutto sulle startup. Lo scorso settembre, oltre sessanta investitori hanno incontrato a Denver 22 startup che puntano sull’industria della marijuana, scommettendo più di un milione di dollari. Per fare investimenti, però, bisogna essere residenti del Colorado da almeno tre anni. Fra le startup di maggior successo c’è Leafly, azienda di Seattle considerata lo Yelp dell’erba: si tratta di un database della cannabis con oltre 50.000 recensioni e 2,6 milioni di visitatori al mese.

I dirigenti del magazine di settore High Times, intanto, hanno annunciato il lancio di un nuovo fondo di private equity che investirà in startup legate alla cannabis e che punta a raccogliere 100 milioni di dollari nei prossimi due anni. Max Patton, un 26enne arrivato dall’Oklahoma a novembre, ha lanciato invece maxqualityglass.com, una startup specializzata in pipette di vetro, di qualità e costose.

Nei primi sessanta giorni di attività ha guadagnato 12.000 dollari al mese. «E’ un lavoro fantastico», ha specificato al Daily Beast. «Faccio sorridere le persone».Dal momento che la marijuana è ancora classificata a livello federale come narcotico di primo livello, tutti coloro che ne facilitano coltivazione o distribuzione – anche in Stati dove è legale – violano il Controlled Substances Act.
Per questo motivo le banche non possono fornire servizi alle aziende dell’industria della marijuana, alle quali è impedito di aprire conti correnti o di fare transazioni con carte di credito. Molte sono inoltre costrette a pagare tasse e licenze – decine di migliaia di dollari – in contanti. Se le banche accettassero soldi da aziende illegali a livello federale, rischierebbero di essere condannate per riciclaggio. Alla fine di gennaio, però, il ministro di Giustizia Eric Holder ha dichiarato che le aziende che operano nell’industria della marijuana legale dovranno avere accesso al sistema bancario americano e che il governo si impegnerà a trovare una soluzione.

Da quando la marijuana è diventata legale, ci sono due modi di acquistarla in Colorado: andare in un negozio autorizzato dove le tasse sono molto alte (fino al 36%), oppure ottenere una tessera per la marijuana medica e comprarla a prezzi molto minori. Nel primo caso si spende molto di più, nel secondo si finisce nei registri statali.
Per questo motivo in molti continuano a servirsi di spacciatori, come ad esempio Mario, uno studente trentunenne che ha specificato a Buzzfeed di non voler essere iscritto nei registri statali finché va all’università e di comprare l’erba da un vicino di casa. Un’oncia (28,35 grammi) legale costa 400 dollari, una di erba medica 200 dollari, mentre rifornendosi da uno spacciatore si scende a 150 dollari. Uno dei principali argomenti a favore della liberalizzazione era proprio l’eliminazione del mercato nero, ma non è ancora chiaro se avverrà davvero.

Nonostante l’entrata in vigore della legge statale, i datori di lavoro del Colorado non hanno intenzione di cambiare i propri regolamenti. Secondo l’Amendment 64, i datori di lavoro mantengono infatti il diritto di effettuare test antidroga e di licenziare i dipendenti qualora dovessero risultare positivi. La questione ha dato il via al dibattito: quanto è legale l’uso di marijuana se chi la fuma può potenzialmente perdere il lavoro, la casa o la custodia dei figli? Dopo l’entrata in vigore della legge, alcuni datori di lavoro hanno ampliato i controlli, specialmente quelli che possono essere ritenuti responsabili degli errori dei propri dipendenti.

Da quando la marijuana è diventata legale, gli aeroporti di Denver e Colorado Springs hanno chiarito immediatamente che sarà vietato portare marijuana (medica o ricreativa) all’interno dei terminal, dove i passeggeri sono soggetti alla legge federale.
I gestori dell’aeroporto di Colorado Springs, la seconda città più popolosa dello Stato, non volevano che la marijuana fosse gettata nei normali cestini. Per questo motivo sono stati installati tre contenitori verdi di metallo, dove i viaggiatori possono gettare l’erba prima dei controlli. I cestini – chiamati “scatole dell’amnistia” – vengono monitorati 24 ore su 24, e solamente la polizia locale ha l’autorità di svuotarli e distruggerne il contenuto. Se i passeggeri vengono trovati in possesso di marijuana rischiano una multa fino a 2.500 dollari e la prigione. All’aeroporto di Denver non sono invece stati installati cestini.