Ok
proposte concrete.
Bene diffondere info scientifiche, informando quindi la gente riguardo gli usi medici della cannabis e la sua innoquità.
Ma non è il modo in cui vinceremo questa battaglia. (o per lo meno non ne è il punto cardine )
Bisogna fare una "rivoluzione culturale" !
ecco come:
La base fondante dell'ideologia proibizionista sta nell'accettazione "comune" del principio che l'uso/coltivazione di cannabis vada punito per motivi "morali" , prima ancora che per motivi (pseudo)scientifici.
Provare per credere:
Cercate di convincere un parente/conoscente proibizionista mostrandogli degli studi scientifici (in Rete si trovano facilmente) e vedrete che riuscirete a convincerlo, ma non fino in fondo.
Capirà che la cannabis ha usi medici, magari si convincerà anche che "la cannabis fa male, ma poco poco".
Però vedrà ancora il TG5 con "scoop" "giornalistici" su autisti di pulmini della scuola che fanno incidenti e risultano positivi al test della cannabis.
Se gli si chiede di sostenere la legalizzazione sarà un po' titubante, perchè in lui vive ancora il pregiudizio sull'uso della cannabis: ritiene che lo stato abbia diritto, dopo tutto, a fare almeno "un po'" di repressione.
Non c'è da biasimarlo: in lui è ancora ben ancorato il concetto aberrante della "giusta repressione", quindi il terrorismo mediatico di tg e giornali hanno ancora facile presa su di lui.
Come si direbbe in un film di Peppone e don camillo:
"Dio ti vede, il partito no" ... Ovvero:
Il tipo del nostro esperimento quando andrà a votare si o no in un eventuale referendum per la pro-legalizzazione, magari alla fine voterà contro la legalizzazione. perchè ha ancora paura delle conseguenze. Ha paura, perchè non riesce a immaginarsi una società senza repressione.
La ritiene indispensabile, protettiva nei suoi confronti, e anello fondante della sicurezza sociale.
1)Bisogna difendere concetti come l'autonomia dei genitori nell'educazione dei figli.
Bisogna appoggiare in tutti i modi questo concetto, visto che il timore per i minori è uno dei principali cavalli di Troia del proibizionismo
Dobbiamo dire alla gente che non è vero che (cit. film di G.M.Volontè) "il popolo è minorenne"!
Dobbiamo comunicare che siamo tutti cittadini adulti e vaccinati e abbiamo diritto di disporre liberamente della norstra vita e fare le nostre decisioni.
Bisogna far capire alla gente che lo stato non ha alcun diritto di immischiarsi nella vita privata delle persone. Le persone DEVONO disporre della libertà di scelta.
Dobbiamo comunicare alla gente che ha figli che lo Stato toglie loro il diritto di educare i propri figli come meglio credono!
2)Ogniuno di noi dovrebbe, nel proprio piccolo, cercare di contrastare OGNI forma di repressione.
perchè un clima repressivo che la società condivide in un ambito preciso crea i presupposti per la formazione di repressione anche in altri ambiti!
Ad esempio:
Quando si sente un conoscente fare discorsi razzisti o intolleranti (ad esempio contro gli stranieri, i rom, o i drogati) dobbiamo intervenire e cercare di mitigare i toni, talvolta violenti, della discussione. Dobbiamo argomentare e spiegare, senza cadere nella trappola della "gara" di chi urla più forte. Dobbiamo ascoltare e poi cercare di far capire perchè la repressione è sbagliata.
Il tutto evitando di cadere in comportamenti da tifoserie o insulti. Il nostro obiettivo non dev'essere quello di "sentirci appagati per aver raggiunto un consenso di maggioranza in una discussione da bar" !
Dobbiamo cercare di parlare in maniera ragionevole e amichevole anche (e specialmente) con quelli che più sostengono la repressione! Riuscire a far notare a queste persone quali sono le ipocrisie, i nonsense della repressione e i suoi aspetti controproducenti; significa raggiungere obiettivo paragonabile al convincimento di 10 "persone normali".
È un cambiamento di mentalità che dobbiamo raggiungere. Non dobbiamo solo lottare tramite la diffusione delle informazioni su ricerche scientifiche ed economiche.
Dobbiamo innanzittutto puntare sulla persuasione emotiva onde causare cambiamenti morali nelle persone. Indurremo quindi un cambiamento dei valori della società!
Bisogna ribaltare il paradigma.
Bisogna far capire alla gente che lo stato non ha alcun diritto di immischiarsi nella vita privata delle persone.
Un buon punto d'inizio sarebbe fare un'analisi di crowdsourcing ... brainstorming collettivo per capire le radici che hanno portato al predominio dell'ideologia proibizionista.
Questo serve per capire "dove attaccare" e quindi come effettuare azioni opposte, atte ad indurre reazioni opposte nella gente.
In questo modo possiamo cambiare i valori su cui il consenso proibizionista si basa, creando nuovi valori che fungano da base per il nuovo consenso: [b]un consenso unanime antiautoritario e quindi anti-repressivo.
Solo allora nascerà una società unanimemente antiproibizionista.
Dobbiamo, in sintesi, mandare a tutti il messaggio che la repressione è barbara e immorale e non ha giustificazioni, in un paese civile e LIBERO.
Torno a postare un video che credo ci possa tornare utile (anche se da solo il video, ovviamente, non basta) per mostrare l'immoralità del proibizionismo.
Mostra un comportamento comune a moltissima gente: l'amore per una piante e l'amore per il divertimeno con gli amici. Questo video (3 minuti) può servire a far sì che un proibizionista si immedesimi nel coltivatore di cannabis e capisca l'essenza della repressione
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allora, che ne dite?
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