Citazione Originariamente Scritto da ecko Visualizza Messaggio
Pochi minuti fa il deputato 5 stelle Ferraresi ha condiviso su Facebook questo post:
Caro Ecko mi permetta solo un’osservazione sintetica.
Il problema non è solo politico (che è già profilo gravissimo),ma anche di metodologia e preparazione.
Non ci si vuole rendere conto della circostanza che i parlamentari antiproibizionisti (veri, non quelli di maniera o solo di immagine alla Civati e Manconi, solo per citarne alcuni) non hanno una preparazione assolutamente adeguata al tema e, quindi, non sono in grado di porre con le spalle al muro i proibizionisti, come sarebbe, invece, agevole fare, se vi fossero competenze e conoscenze in tema.
Non possono bastare i lamenti e le giustificazioni dell’on. Ferraresi, perchè la realtà dei fatti dimostra l’impotenza sua e dei suoi colleghi di partito, capaci solo di plateali proteste (su tanti altri argomenti), ma per nulla capaci di incidere su di un argomento del genere e, mi permetta di dire, purtroppo, velleitari ed inconcludenti.
Sorprende, poi, che vi sia una dichiarazione nella quale proprio l’on. Farina parli di non sensi scientifici avanzati da alcuni esponenti proibizionisti, quando è lui il primo a proporre una modifica all’art. 73 che è un vero nonsenso logico.
Abbinare, infatti, la sacrosante richiesta di depenalizzazione della coltivazione a quella del cd. piccolo spaccio, significa non capire una verità elementare, e cioè che una proposta del genere non potrà mai essere accolta per innumerevoli ragioni, primo il dovere di non fare gentili regali alla malavita che dallo spaccio (piccolo e grande) trae vantaggi indubbi e non ultimo il dovere del nostro ordinamento di rispettare convenzioni internazionali.
Unire la coltivazione domestica all’antitetica idea di depenalizzare il cd. piccolo spaccio, in un unico testo è, quindi, come pretendere che ebrei e nazisti facciamo amicizia.
Unire questi due termini che sono l’uno all’opposto dell’altro, significa affossare colpevolmente e scelleratamente qualsiasi possibilità di giungere alla auspicabile depenalizzazione della coltivazione domestica.
Domando, quindi, perchè non presentare la sola richiesta di depenalizzazione della coltivazione, sulla quale potrebbe convergere una ragionevole maggioranza trasversale?
Troppo difficile da capirsi?
Ormai la unica strada della modifica normativa appare, quindi, solo quella giudiziaria, sperando che sempre più giudici si rendano conto di quale sia le realtà coltivativa, e cioè una condotta che va desanzionalizzata.

PS Le risposte e le osservazioni a questa mie considerazioni sono ben accette, ma sappiate sin d'ora che non parteciperò a polemiche.