(...) A quel poveretto gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib. Le violenze commesse in quella prigione furono senz'altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l'indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest'ultimo anche figlio dell'indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano (l'imperialismo non e' soltanto nordamericano) che ha portato milioni di persone a morire di fame.
Si potrebbe continuare all'infinito ma serve a qualcosa? Ha qualche utilità sapere “chi ha sparato per primo”? (...)
Il pensiero dominante ha scelto di contrastare il terrorismo in modo totalmente fallimentare e questo e' un fatto. Possibile che, nel 2014, l'essere umano, capace di conquiste scientifiche e tecnologiche straordinarie, pensi ancora che l'unico modo per risolvere un conflitto sia la violenza, siano le bombe o armare qualcuno?
Dopo l'11 settembre 2001 si e' scelta una strada. Si sono inseriti concetti nuovi: “guerra giusta”, “bombe intelligenti”, “guerra preventiva”, “esportazione di democrazia”. E' possibile mettere in discussione tutto questo? E' possibile affermare che le orrende violenze commesse in questi giorni dall'ISIS siano collegate a quel che e' accaduto negli ultimi anni in Medio Oriente?
Ci sono paesi, come quelli dell'ALBA che, al netto di tutti i loro difetti e limiti, stanno introducendo nuove visioni di sviluppo. Perché non chiedere a loro idee e proposte per gestire la crisi mediorientale, una crisi che non riguarda certamente soltanto l'Iraq? Vi sembra davvero sensato obbedire, ancora una volta, a Washington nonostante non ne abbia fatta una giusta?
Armare porta alla guerra e, come scrisse Terzani, “non c'e' mai stata una guerra che ha messo fine alle guerre”.