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Discussione: Senza l'IO. Psicoterapia e Bhuddismo.

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  1. #1
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    ciao cheese, sono d'accordo con te quasi su tutto...tranne all'inizio perché dici

    C'è differenza nel giungere alla meditazione spinti da un sentimento di disagio, voglia di cambiare, voglia di dimenticare etc.. oppure arrivare alla meditazione perchè passo naturale della nostra cultura.

    Ma io ti chiedo...come fa la meditazione a essere il passo naturale della nostra CULTURA? se è proprio la nostra cultura la causa di molti disturbi? E' chiaro che il percorso incomincia da una crisi. Benedetta sia ogni crisi, dunque. Perché ogni crisi personale è una critica anche universale.
    Noi "occidentali" spesso dunque arriviamo alle filosofie orientali dopo aver sofferto per qualche motivo. Chi più chi meno, ma è sempre così. E non solo orientali ovviamente. Ma in qualche modo sentiamo di dover ritornare a una saggezza che non solo è antica, ma è più moderna dei moderni, è eterna.
    Ricordo il discorso di un lama a cui assistetti tempo fa...

    Pensiamo a quanti esseri animali ci sono nel mondo....
    oppure pensiamo anche solo a quanti esseri animali ci sono nella tua città....miliardi di mosche...zanzare....e poi uccelli, cani, gatti....e quanti esseri vegetali.....piante, alberi....
    ora pensiamo a quanti esseri umani ci sono.......molti, molti di meno....l'un per cento forse? ma nemmeno
    e di questo uno per cento, quanti si sono avvicinati al Dharma?
    una percentuale ancora più microscopica...

    cerchiamo quindi di capire questo nostro privilegio, il privilegio di avere cercato e incontrato il Dharma sul nostro cammino...
    Hidden Content Originariamente Scritto da Pawan Kumar - ASCIA Hidden Content
    adesso li facciamo ballare con un'altra musica, la nostra, quella della Verità.
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  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da potpot23 Visualizza Messaggio
    ciao cheese, sono d'accordo con te quasi su tutto...tranne all'inizio perché dici

    C'è differenza nel giungere alla meditazione spinti da un sentimento di disagio, voglia di cambiare, voglia di dimenticare etc.. oppure arrivare alla meditazione perchè passo naturale della nostra cultura.

    Ma io ti chiedo...come fa la meditazione a essere il passo naturale della nostra CULTURA? se è proprio la nostra cultura la causa di molti disturbi? E' chiaro che il percorso incomincia da una crisi. Benedetta sia ogni crisi, dunque. Perché ogni crisi personale è una critica anche universale.
    Noi "occidentali" spesso dunque arriviamo alle filosofie orientali dopo aver sofferto per qualche motivo. Chi più chi meno, ma è sempre così. E non solo orientali ovviamente. Ma in qualche modo sentiamo di dover ritornare a una saggezza che non solo è antica, ma è più moderna dei moderni, è eterna.
    Mi sono espresso male forse, mi riferivo all'intera razza umana. Non intendevo che la meditazione fosse un ''passo'' della nostra cultura occidentale, bensì un passo della cultura di un buddhista ad esempio. Lui non arriva alla meditazione perchè ha un qualche problema, gli viene ''mostrata la strada'' dalle persone adulte già fin da bambino.
    Questo comporta un'enorme differenza, che spesso da perfetti occidentali con i paraocchi non riusciamo neanche a comprendere. La nostra mente è diventata troppo scientifica ed ha perso il suo lato più filosofico.


    Ma in qualche modo sentiamo di dover ritornare a una saggezza che non solo è antica, ma è più moderna dei moderni, è eterna.
    Qui non concordo. E' un'illusione. Ci si illude di ''una saggezza eterna'' e si tenta di perseguirla dandosi uno scopo per non sentirsi persi. Però lo scopo non esiste, non esiste nessuno scopo...fino a prova contraria. Ma se questa è la tua ''strada'' ben venga, ricordiamoci solo che l'ego che hanno nutrito in noi fin da bambini è a volte più grande di quanto ci si possa aspettare. La nostra vita, la nostra percezione è illusoria, per cui qualsiasi illusione può portare al cambiamento. Sapere che è un'illusione, esserne consapevoli, permette di trascenderla e di osservarla. Se non lo facciamo restiamo limitati nall'illusione stessa, da cui non potremo mai uscire, perchè non capiremo che come tutto, si tratta di una realtà percepita e in quanto tale, soggettiva, parziale.

    Ricordo il discorso di un lama a cui assistetti tempo fa...
    Pensiamo a quanti esseri animali ci sono nel mondo....
    oppure pensiamo anche solo a quanti esseri animali ci sono nella tua città....miliardi di mosche...zanzare....e poi uccelli, cani, gatti....e quanti esseri vegetali.....piante, alberi....
    ora pensiamo a quanti esseri umani ci sono.......molti, molti di meno....l'un per cento forse? ma nemmeno
    e di questo uno per cento, quanti si sono avvicinati al Dharma?
    una percentuale ancora più microscopica...
    Credi abbia importanza essere formica o elefante? Uomo o coniglio? Credi abbia importanza avvicinarsi al ''dharma''? Come altre, è solo una visione della realtà.
    Io penso che nulla abbia importanza se non relativamente all'osservatore. Ma se togliamo l'osservatore allora cosa resta? Nulla. L'esistenza non cerca nulla, è un caso. Frutto del caos.

    Questo è ovviamente il mio modesto punto di vista e le domande sono retoriche. Punto di vista più o meno giusto del tuo? Nessuna delle due, non si tratta di avere ragione...e credo tu lo sappia.


    cerchiamo quindi di capire questo nostro privilegio, il privilegio di avere cercato e incontrato il Dharma sul nostro cammino...
    Io volevo la pillola blu, non posso tornare indietro?

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da potpot23 Visualizza Messaggio
    Un'altra cosa, cheese: hai tirato in ballo più di una volta il sistema di controllo sulle masse della religione, in un topic sul buddhismo.Ma io ti chiedo: mettiamo che non sia vero niente, che sia tutta un'illusione, il karma, le rinascite... OK.Se io seguo gli insegnamenti buddhisti, sono una persona che lavora su di sé nel momento in cui trova delle impurità. Sono uno che rispetta gli esseri e non fa loro del male. Sarebbe un mondo migliore o peggiore?Se le persone credessero che la vita umana non è un caso ma è un dono prezioso e un'opportunità, una fortuna insomma...e credessero di dover rinascere fino a raggiungere l'Illuminazione... Sarebbe un mondo migliore o peggiore?In cui le paure si affrontano e non sono sventolate con la minaccia della punizione e dell'inferno?Hai ragione ad avercela con la religione quando è usata come strumento di potere terreno. Ma questa è un'altra storia...è una storia vicina alla scienza, se vuoi, quella però animata dal sacro spirito di conoscenza...così come è un'altra storia il cristianesimo...che non c'entra niente col cattolicesimo...così come i musulmani..i sufi...non c'entrano niente con quell'aberrazione che è il potere quando si maschera di argomenti religiosi per scopi scellerati.
    Se rileggi attentamente i miei post troverai che non credo che approfittarsi degli altri sia l'unico motivo che dà vita alle religioni. L'altro è la debolezza stessa dell'uomo. Si illude egli stesso che sia così. Non vuole approfittarsi degli altri, è semplicemente pazzo, ignorante, ingenuo, e così via.

    Non sto affermando che il buddhismo sia originato da pazzi, anche perchè non lo classifico come religione.La sua ''verità'' si nasconda tra le righe. La nasconde tra le righe perchè la mente umana altrimenti non potrebbe mai neanche intuirla se gli venisse spiegata semplicemente. Non è alla nostra raziocinante portata. Per questo abbiamo bisogno di illuderci, perchè l'illusione ci coccola e ci aiuta. Nel frattempo avremo la possibilità di intuire la verità, perchè abbiamo perso la nostra identità, ci siamo illusi abbastanza per riuscire a comprendere. Ci siano fidati abbastanza per vedere.

    Per questo abbiamo bisogno di illuderci credendo che il mondo sarebbe migliore se fossimo tutti buoni, o se tutti meditassimo e così via. Dobbiamo avere un'illusione altrimenti impazziamo. Non possiamo permetterci di dire a noi stessi che la selezione sulla razza umana sarebbe giusta, che il libertinaggio sarebbe giusto, che le guerre siano giuste, che l'inquinamento sia giusto e così via. Ritorneremmo ad essere ''bestie'' nel giro di poco tempo.

    Eppure la mente dell'uomo sa che non vi è giusto e sbagliato, riesce a concepire una realtà priva di sentimento, priva di giudizio, una realtà che esiste solo perchè ve ne è la possibilità. Esiste in quella forma piuttosto che in un altra solo per puro caso.

    Se io seguo gli insegnamenti buddhisti, sono una persona che lavora su di sé nel momento in cui trova delle impurità. Sono uno che rispetta gli esseri e non fa loro del male. Sarebbe un mondo migliore o peggiore?
    Riprendo questa frase perchè ne approfitto per darti una visione alternativa.Hai presente quei paesi Indiani dove i topi la fanno da padrone perchè non vengono scacciati dai locali? Oppure dove le scimmie ti entrano dentro casa a rubare quel pò di cibo che trovano?

    Ogni medaglia ha due lati, anche se la ripiegassi su sè stessa continuerebbe ad averne due. Ci sono i pro e i contro, come sempre.

    Per rispondere alla domanda, proabiblmente si. Un'iniezione di sana umiltà buddhista potrebbe insegnare molto a questa società e forse si vivrebbe un filino meglio. Ovviamente è una mia modestissima speculazione e non mi sorprenderei se in realtà osservassi il contrario.

    Questo è quanto.

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