Citazione Originariamente Scritto da Gam Visualizza Messaggio
La voglia di far festa e l'antipro non devono necessariamente andare di pari passo eh
Su questo siamo assolutamente d'accordo, infatti la differenza tra consumatori ed attivisti è che i fattoni partecipano passivamente alla vita politica e sociale dell'Italia, partecipano a Canapisa piuttosto che alla MMM perché sanno che per un giorno all'anno possono fumarsi i cannoni "in libertà". Poi ci sono gli attivisti, che si ritrovano nella situazione di organizzare un evento in quattro gatti perché gli sballoni non hanno voglia di fare attivismo, organizzarsi ed impegnarsi. Infatti chi sta dietro il canapisa organizza eventi non festaioli in toscana durante il resto dell'anno, quelli di MMM son coinvolti in progetti cannabici pratici al di fuori della MMM, etc.


Per quanto riguarda il resto ti rispondo che da quando frequento le realtà antipro' ho imparato ad avere giudizi critici su ciò che mi accade attorno, dico la mia sulla questione dell'azienda. Ci lamentiamo della sbagliata informazione che fa Matrix su Canale 5, però quando il proprietario dell'azienda pubblica post disinformativi a livello legale che screditano altri tipi di cannabis bisogna essere democratici e accettare nel nome del progresso sociale (tanto che la maggior parte di chi ha iniziato a coltivare canapa pensa di star coltivando "cannabis light"? Anche quando si viene additati come "haters della cannabis light" perché accusi il business che specula sulla cannabis ma poi chi prima accusava gli "haters" fa le campagne contro la vera cannabis light, cioè quella che viene dalal Svizzera? Ci lamentiamo che alla tv non vengano fatti servizi informativi e culturali sensati e poi quando chi può dire cose sensate davanti alla telecamere preferisce difendere la propria azienda che rivende prodotti comprati e coltivati chissà dove nel nome della "filiera italiana"?
Chiusa per me la questione sull'azienda.
Riguardo i ragazzi dell'associazione no profit loro non hanno alcun tipo di produzione, io non ne faccio parte (so chi sono, cosa fanno ma non ci sono in mezzo perché le cose voglio farle con i miei metodi e con i miei tempi, per evitare che mi si venga a dire che sono di quella associazione). Dici che mancano le idee, loro hanno cercato di riunire i produttori italiani di canapa creando un Codice di Autoregolamentazione etica per portare avanti il percorso in un'organizzazione compatta, unita, verso un determinato traguardo, sono pure aperti a qualsiasi forma di dialogo che non sia "io mi faccio i cazzi miei e te non devi cagarmi il cazzo". Tralasciando i flame che portano avanti (seppur con valide argomentazioni a mio parere), cercano con quel poco di fondi che hanno di partecipare a tutti gli eventi cannabici (anche le fiere commerciali) facendo informazione e sensibilizzando.
Per quanto riguarda il discorso sui ragazzi mi sono espresso più volte, son fattoni e non hanno voglia di fare attivismo pratico.
Riguardo l'attivismo su facebook... facebook è importante come mezzo per arrivare a più persone possibili (ho iniziato a frequentare questo forum da quando hanno pubblicato un mio testo preso dalla mia pagina) divulgando più informazione possibile, sia a livello di materiale cannabico che a livello di eventi antiproibizionisti. Non dimentichiamoci però che è la stessa faccia della medaglia dell'antiproibizionismo fatto con le fiere commerciali. Davvero adesso l'antiproibizionismo si fa chiudendosi in posti dove per partecipare devi pagare delle cifre, sperando che chi vuole informarsi arrivi da tutte le parti dell'italia per andare dagli stand che fanno informazione e non vendono prodotti? Eddai, chi frequenta le fiere sono persone già per lo più sensibilizzate o che comunque puntano il business della cannabis. Perché non si fanno più gli eventi nelle strade, nelle piazze, tra le persone? Tra l'altro è quello che vorrei fare col collettivo infojoint di genova.

La mia proposta, oltre che lavorare con i ragazzi su fb sensibilizzandoli ai benefici dell'autoproduzione contro la mafia? E' utopia. La mia proposta è quella di riuscire a riunire i consumatori fattoni in luoghi dove possono usare cannabis e di nascosto o meno nascosto coltivarla (a genova lo fanno da 20 anni, a milano e torino pure, a bergamo lo stanno facendo), questi consumatori e produttori organizzati più o meno legalmente dovrebbero ricevere fondi e sconti da chi vende kit per coltivare e fondi/finanziamenti dalle aziende che stanno facendo ingressi elevati tramite la commercializzazione dei fiori di canapa. Il tutto affiancato dagli avvocati esperti in materia, medici che fanno prescrizioni ai malati che possono andare in questi luoghi e ricevere la terapia, se non si fidano possono anche andare in farmacia però, a loro scelta e discrezione (senza sminuire il lavoro altrui però).
Il tutto portando avanti percorsi più o meno diversi, facendo sensibilizzazione aprendosi alla società civile e non chiudendosi in luoghi dove verrà solo chi è d'accordo.
Qualcuno può spiegarmi perché è utopia?