Gurdjeff diceva che l'evoluzione è un fatto individuale, non riguarda le masse.
Io non ho più voglia di pensare che tutto va male, non aiuta.
Trovo invece molto più fecondo il coltivare la mia mente, il mio cuore, dandogli il nutrimento delle cose buone.
Ascoltare i maestri, conscio che poi però sono io che devo camminare.
Cercare il tutto nell'uno e l'uno nel tutto.
Se voglio raggiungere 10, devo mirare a 100.
Avere fede (fiducia) nelle possibilità mie e altrui.
Non essere sempre troppo razionale ma lasciarmi andare, assecondarmi.
Cercare di sviluppare la disciplina in qualcosa.
Mettermi alla prova in attività che non conosco bene o che non ho voglia di fare.
Non essere pigro.
Non identificarmi sempre in qualcosa, in un gruppo ecc. ma essere come l'acqua, scorrere, non cristallizzarsi, concedersi la continua possibilità di movimento.

Soprattutto pensare che l'ego è il grande mio nemico.
Ogni volta che soffro, soffro perché il mio ego non ha quello che vorrebbe.
Ma se lo alimento non gli basterà.
Allora, devo pensare al ridicolo di questa situazione in cui io e altri siamo presi costantemente da questo ego che vuole sempre qualcosa.
In questo modo supero me stesso e mi si aprono possibilità inattese.