L'Italia è molto diversa dalla Grecia. la Grecia prende soldi in prestito per poter sostenere la propria economia, noi invece prendiamo soldi in prestito regolarmente e semplicemente per pagare gli interessi sul debito, il che vuole dire che un default non avrebbe un impatto sulla crescita economica del paese, noi non dipendiamo dai mercati dei capitali per crescere, noi dipendiamo dai mercati dei capitali per pagare gli interessi.

Negli ultimi quindici anni la situazione è profondamente mutata. La quota dei detentori esteri di titoli di stato è passata dal 5,59% del 1991 al 51,4% del 2009.

L’enorme debito pubblico italiano è nei portafogli di banche, assicurazioni ed altre istituzioni finanziarie estere per l’86,34 per cento, contro il 13,66% (179 miliardi di euro) in mano alle famiglie.

E dunque chiaro che tutti gli enormi sacrifici che si richiedono per pagare debito e interessi servono a tener su i bilanci del sistema bancario-finanziario italiano, nonché quelli delle banche, degli Hedge fund e dei lupi della speculazione internazionale.

Prendiamo le banche e partiamo dalla nostra, la Banca d’Italia. Dovrebbe essere pubblica, come dice la legge bancaria del 1936 e come ha ribadito una sentenza della Corte Suprema di Cassazione, invece è privata, così costituita:

Gruppo Intesa S. Paolo - 44,25% (proprio quella del neo Ministro Passera);
Gruppo Capitalia Unicredito - 22,12%;
Banca Carige - 3,96%;
Banca Nazionale del Lavoro - 2,83%;
Monte Paschi di Siena - 2,50%;
Cassa di Risparmio di Firenze - 1,85%;
Gruppo Banca Popolare Italiana - 1,23%;
Assicurazioni Generali - 6,33%;
RAS Assicurazioni - 1,33%;
altri soci (ma chi sono?) - 7,93%;
Inps - 5,00%;
Inail - 0,67%.

E come se non bastasse, è curioso accorgersi che anche la composizione della Banca Centrale Europea, che per Costituzione Europea (anche se nessuno di noi l’ha mai votata o lontanamente discussa) è come si suol dire un ente sovranazionale sia probabilmente, per un gioco di scatole cinesi, in mano ai privati:


Banca Nazionale della Germania - 23,40%;
Banca di Francia - 16,52%;
Banca d’Inghilterra - 15,98% (paese fuori dall’Euro);
Banca d’Italia - 14,57%;
Banco de Espana - 8,78%;
Banca d’Olanda - 4,43%;
Banca Nazionale del Belgio - 2,83%;
Banca Centrale di Svezia - 2,66% (paese fuori dall’Euro);
Banca Nazionale d’Austria - 2,30%;
Banca della Grecia - 2,16%;
Banca Centrale del Portogallo - 2,01%;
Banca Nazionale di Danimarca - 1,72% (paese fuori dall’Euro);
Banca Nazionale di Finlandia - 1,43%;
Banca Centrale d’Irlanda - 1,03%;
Banca Centrale Lussemburgo - 0,17%.