Lo chiamano il prete «comunista», il prete che vuole legalizzare le droghe, famoso per aver fumato uno spinello, per l'immancabile presenza al «Gay pride», osannato dai giovani e criticatissimo dalla borghesia cattolica, l'amico di Vasco Rossi e Piero Pelù. Ma don Andrea Gallo si definisce semplicemente un evangelizzatore, senza etichetta alcuna: « Un umile portatore della parola di Dio». E la parola di Dio annuncia che la vita va vissuta tra gli ultimi e per gli ultimi: ed è così che vive Don Gallo, dedicando la sua vita agli emerginati. L'altra sera a Brescia nella parrocchia di Santa Maria in Silva ha saputo richiamare una folla di ragazzi, come fosse una rock star, tutti accorsi ad ascoltare la sua «buona novella». «ABBIAMO BISOGNO di una buona parola, in questo difficile momento di disgregazione della società. e la buona novella ce la fornisce il Vangelo con i suoi mille messaggi d'amore». Le sue giornate a Genova, dove gestisce la comunità di San Benedetto al Porto, si dividono tra senzatetto, prostitute e tossicodipendenti. Lui che nacque missionario in Africa, la sua missione l' ha trovata in Italia: «Anche qui si può fare del bene, non crediate che la miseria sia lontana e non sia una caratteristica di questo paese, lo è eccome». Don Gallo, nonostante sia una persona di grande cultura non è uno che ama parlare forbito, ma con un linguaggio semplice arriva dritto al cuore: « Ragazzi la crisi che ha colpito il mondo economico è un'occasione unica per ristabilire i valori veri di questa società. Dovete farvi portatori di giustizia, attraverso la ricostruzione di una democrazia, che guardi prima di tutto a chi sta peggio.Non perchè chi ha la fortuna di avere una tranquillità econonomica non conti nulla e non meriti nulla. Anzi, è chiamato a un ruolo primario nella vita sociale. È proprio grazie alla generosità di chi ha, che la società si può risollevare,dando voce a chi non l'ha mai a chi non si può difendere: ai poveri». Da qui il monito: «Imparate a tendervi la mano e il resto sarà facile, verrà da sè. In un momento come questo, in cui stanno crollando i falsi miti di questi ultimi venti anni di follie politiche e di deriva, recuperiamo quel sentimento di umanità messo per iscritto nella Costituzione o nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo». Documenti che, per Don Gallo, «sono stati frutto di dolorose battaglie, ma che esistono per ricordarci se la smarriamo quale è la strada sulla quale dobbiamo proseguire. Dimentichiamoci la Padania, e tutte le assurde lotte politiche che hanno dilaniato il nostro mondo. Facciamo un passo indietro e con uno sguardo al Vangelo, credenti o no, diamoci la possibilità di ripartire per la costruzione di un'umanità nuova».
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«La crisi aiuti a riscoprire i veri valori»
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