ma stiamo veramente dando i numeri! dove siamo ritornati?,all'inquisizione?
ammazzalo, allora, lo fai piu' contento!
evviva le narcosalas e i paesi civili che trattano queste persone come cristiani e non come errori genetici o peggio immondizia elettorale........
Italia. Cassazione condanna genitore che incatenava figlio tossicodipendente. Muccioli: non sempre e' sbagliato farlo
Aveva tenuto legato al letto per piú di una settimana il figlio drogato con lo scopo di farlo disintossicare: per questo -nonostante le buone intenzioni- un padre pugliese è stato condannato, per sequestro di persona, a nove mesi di reclusione dalla Cassazione che, confermando la sentenza della Corte di appello di Lecce, dice 'no' ai metodi antidroga 'fai da te' adottati da genitori che non sanno piú cosa fare con i figli tossici. Voleva mettere fine alla spirale dell'uso di stupefacenti e si era limitato a salvaguardare l'integrita' psicofisica del figlio, insomma aveva agito per motivi di elevato significato etico e sociale: cosí ha tentato di giustificarsi il padre 'sequestratore'. L'uomo ha poi ricordato che 'nella prestigiosa Comunità di S. Patrignano era stato piú volte adoperato il sistema della coazione a fin di bene', la cui liceità era stata riconosciuta dalla Corte di Appello di Bologna'. Non solo, secondo il padre poi non si trattava di coercizione perchè il figlio aveva una mano libera ed il telefono a disposizione e non aveva mai chiesto aiuto.
La Quinta sezione penale della Cassazione (sentenza n.8276) non ha condiviso questa linea difensiva e ha ricordato che: 'non è configurabile un parallelismo con la situazione di chi, tossicodipendente, accettando la condizione di essere trattenuto a forza in una comunità, ha anticipatamente previsto e consentito di accettare la privazione della propria libertà personale'. Inoltre mai il sequestro di persona - concludono gli 'ermellini' - puó meritare di non essere punito, anche nel caso del tossicodipendente sottoposto, in comunità di recupero, a programmi terapeutici comprendenti la restrizione della libertà personale, allorchè la privazione della libertà venga attuata con modalità tali, ad esempio l'incatenamento, da lederne la dignità di persona umana'.
Per il responsabile della comunita' di San Patrignano Andrea Muccioli occorre 'non generalizzare e verificare se, da un parte, ci siano state reali condizioni di incapacita' di volere da parte delle persona, nel caso da parte del figlio dell'uomo condannato dai giudici. Dall'altra le reali preoccupazioni e intenzioni del genitore ad agire esclusivamente a difesa e tutela della vita della dignita' del figlio'. 'Se queste ultime erano le condizioni nella quali i fatti sono avvenuti, a mio parere la decisione della Corte di Cassazione non e' corretta. Nel caso contrario, ovviamente, i giudici hanno ragione'.
[addsig]