Rintoccare di campane che rimbomba nel vuoto,
in un villaggio.

Il suolo è bordeaux con un tocco di grigio nerastro. Residui di case arse dal rogo più impetuoso prodotto dal west. Alberi secchi, viali desertici, pozzi maleodoranti, arbusti per le vie ogni tanto rotolanti.
Cielo nero di zinco e rosso il sole bruciante.
Nessun essere attraversa il villaggio di Toth, perchè è abbandonato pure dall'anima più malvagia.
Solo due cose lo abitano: le due campane sospese nell'aere.
Si muovono in continuazione a destra e a sinistra, e DO DON, DON DON DON, DAN, DIN DON, ed eccetera ed eccetera.
Sul cupissimo sfondo risplendono dorate, incastonate di perle e incise con scene di battaglie alessandrine.
DON
DAN
DIN DIN
DON

DONDON
DIN
DON
DON

DON

DAN

Ho attraversato la via principale e le avevo alla mia sinistra, tra la sagoma di una banca e quella della casa dello sceriffo.
Brillavano, davvero.
Ciò mi ha invogliato a rubarne una.
Pesava settecento chili, così l'ho lasciata lì.