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Discussione: Pure Feltri e Facci pro-legalizzazione

  1. #1
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    1 - CHE IPOCRISIA VIETARLO E CONSENTIRE IL CICCHETTO
    Vittorio Feltri per "Il Giornale"

    Sono più di trent'anni che se ne parla, periodicamente, e ogni volta che la questione torna a bomba scattano le polemiche. Sempre le stesse, il solito bla bla che non chiarisce le idee e semmai le confonde. Una barba infinita. Mi riferisco alle droghe leggere, le cosiddette canne, cioè sigarettone artigianali contenenti vegetali strani, tipo la marijuana, grazie alle quali, aspirandone il fumo, si proverebbero sensazioni piacevoli e, addirittura, secondo alcuni si trarrebbero effetti benefici per l'organismo.
    Vero o falso? Non sono in grado di rispondere. Sono costretto ad attenermi ai luoghi comuni che proliferano in quest'ostica materia. Una cosa tuttavia è certa. Mettere sullo stesso piano le sostanze definite leggere e quelle riconosciute pesanti (eroina, cocaina eccetera) è sbagliato e non serve a dirimere il contenzioso: depenalizzare o no il consumo degli stupefacenti senza distinguere quali di essi uccidono e quali, invece, non sono affatto letali?
    Ecco il punto. Ragionando senza farsi annebbiare dai pregiudizi nemici della razionalità, occorre ammettere che la marijuana, per esempio, per quanto non sia preferibile all'aerosol, non è più nociva di un bicchiere di vino o di un grappino. Non si comprende quindi perché debba essere osteggiata e proibita quasi fosse un pericolo per la salute pubblica, essendo stata equiparata gratuitamente alle «pere» e alle strisciate di polverina bianca. Non ha senso.
    Per andare giù piatti, se è consentito bersi tre birre o due whisky o altrettanti cognac senza andare incontro a guai con la legge, non si capisce per quale motivo una boccata o cinque di fumo debbano costituire reato. Suvvia, si eviti di demonizzare i vizietti giovanili mentre si tollerano allegramente quelli senili: il cicchetto e le Marlboro, le cui conseguenze per la salute non sono né meno gravi né più trascurabili.
    È ora di aggiornarsi. Finiamola di ripetere come dischi rotti che le droghe leggere aprono la strada a quelle pesanti. Non è così o lo è solo in alcuni rari casi relativi a persone la cui fragilità è tale da renderle incapaci di difendersi da ogni tentazione, anche quella di distruggersi alla velocità della luce.
    È inammissibile arrestare uno che aspiri hashish e similari e chiudere un occhio, anzi, due, davanti a uno che bruci 40 Camel al dì. Come è assurdo sbattere in galera un tipo che nell'orto di casa coltivi la cannabis con l'intento di «spararsela» nei polmoni e non di venderla al mercato nero. A proposito del quale vi è da precisare che viene incrementato proprio dal proibizionismo, che non ha mai fornito un buon servizio sociale.
    Al contrario, gli spacciatori, i «venditori di morte » e perfino quelli di erba, hanno sempre tratto enormi vantaggi dal contrabbando (che agisce nell'ombra alterando prezzi e finanziando la criminalità organizzata) fonte di denaro sporco e macchina inesauribile di propaganda favorevole alla diffusione delle sostanze vietate.
    Le leggi restrittive, in questi campi, hanno sempre ottenuto risultati opposti a quelli desiderati da chi le ha scritte. Lo Stato, infine, pensi a sanare il debito pubblico e lasci ai cittadini la facoltà di scegliere ciò che fa bene e ciò che fa male. Di sicuro, ne uccide di più il fisco della marijuana.
    Link: http://www.dagospia.com/rubrica-2/me...civa-69659.htm
    -----------------------
    E poi Facci:
    Si può essere a favore della legalizzazione e però non della cannabis. L’equivoco è credere che legalizzarla sia obiettivo anzitutto dei consumatori - quelli che si fanno le canne, cioè - e non anche di chi della cannabis resta sostanzialmente un nemico culturale, e pensa perciò che questa abitudine vada combattuta in altro modo rispetto a come si fa o non si fa oggi. Poi, siccome sui temi civili siamo un Paese sottosviluppato, da noi il dibattito embrionale sulla legalizzazione prende le forme schizoidi per esempio già raccontate da Libero di ieri: l’assessore leghista Gianni Fava si è detto a favore della legalizzazione (via twitter) al punto che Roberto Maroni ha rilanciato e sottoscritto, ma poi è intervenuto Matteo Salvini con la solita formula tartufesca («non è una priorità», espressione per dire che non si vuol saperne) e allora anche Maroni si è tirato indietro: peccato che l’assessore Fava intanto avesse rilanciato.

    Ecco, è tutto un po’ così, sospeso tra la ratio di chi ci ha semplicemente riflettuto e di chi teme di perdere voti, di passare per amico dei drogati, propugnatore di una comunità che si abbruttisce di canne da mane a sera. Come se la recente legalizzazione in Colorado e in altri Stati statunitensi (o in Svizzera, in Uruguay o nello Stato canadese del British Columbia) mirasse a stordire l’umanità e non più semplicemente a debellare i narcos, a colpire al cuore i cartelli del traffico senza che tuttavia - è il punto chiave - aumentino i consumatori. La vera scommessa infatti è questa: verificare se la legalizzazione possa far calare i consumi eliminando l’aura del proibito - come accadde a suo tempo per l’alcol, ovviamente dopo una prima fase di euforia - o se invece le cose peggiorerebbero e basta. Oddio, difficile che peggiorino, visto che oggi farsi una canna è la cosa più semplice e comune del mondo e la proibizione non fa che regalare status a un consuetudine tutto sommato banale. C’è chi giura che a una legalizzazione ci arriveremo tutti, anche perché porterebbe soldi all’erario: ma è frustrante che l’Europa - figurarsi l’Italia - debba andare a rimorchio di esperimenti e cambiamenti che al solito vengono anticipati oltreoceano, diversamente da come accadeva in passato. Nel nostro Paese, in particolare, resta in vigore la malfamata legge Fini-Giovanardi che ha reso opaca la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti e ha creato un bacino di potenziale criminalità che coinvolge tutti gli strati sociali, oltretutto stipando le carceri all’inverosimile. La legge non funziona, e siamo fermi a questo.

    Dopodiché c’è il discorso sobrio e comprensibile di chi è a favore della legalizzazione ma non della cannabis, che resta - con la marijuana - un piacere sperimentale e tipicamente da giovani. I danni da consumo, limitati, sono comunque provati da vari studi scientifici: ma a questo si potrebbe obiettare che il consumo e la dipendenza da alcol producono danni assai peggiori. È noto che la maggior parte dei consumatori fanno uso di cannabis in gioventù e poi smettono gradualmente, senza strappi o drammatiche decisioni: lo stordimento diventa pericoloso (alla guida, per esempio) o comunque poco compatibile con una vita lavorativa o di relazione; dunque una persona che ritenesse di doversi stonare anche da adulta - troppo spesso, cioè - forse non dovrebbe essere incoraggiata dallo Stato: tutto qui, il discorso è questo. È come se le farmacie di mettessero a distribuire psicofarmaci senza ricetta: e beninteso, poco ci manca. Ma è un discorso delicato. Uno stile di vita legato alla cannabis difficilmente potrà essere definito come costruttivo: il problema è che pontificare su questo, al tempo stesso, comporta il sostenere che un modello di vita sia migliore di un altro. È complicato, è poco liberale ma soprattutto è contraddittorio rispetto ad altri stili di vita che lo Stato certo non incoraggia - le sigarette, l’alcol, certi cibi, il gioco d’azzardo - ma al tempo stesso non proibisce. Uno Stato moderno dovrebbe rendere eticamente accettabile tutto ciò che sia legale: ha poco senso legalizzare qualcosa e contemporaneamente disincentivarne l’uso o condannarlo moralmente. Nel dubbio, nazioni cattoliche come la nostra preferiscono scegliere di proibire e contemporaneamente di tollerare che le leggi vengano evase: dunque il consumo della cannabis è proibito, per esempio, ma è come se non lo fosse, col dettaglio che in tutto questo si arricchiscono le organizzazioni criminali e si alimenta un infinito indotto illegale. È assurdo. E non stupisce che oltreoceano se ne siano accorti da un pezzo.

    di Filippo Facci

    Link: http://www.liberoquotidiano.it/news/...alizzarla.html

  2. #2
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    Alla fine mi sembra, nel complesso che si stanno veramente muovendo le cose dall'interno degli apparati...quasi ci fosse un disegno a livello globale ...non sono certo contento per le vere motivazioni che generano tale movimento, pero' ...se chi non deve mollare (cedere agli interessi) fa il suo dovere anche solo al al 30 % si puo' considerare un bel passo avanti.
    Poi, piano globale o semplice effetto domino dovuto all'informazione... sarà il tempo a svelarlo...e non ce ne vorra' molto.

  3. #3
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    Incredibilmente sorprendente (nel senso positivo) leggere le parole di Feltri... forse qualcosa sta veramente cambiando.
    Alfano invece si mantiene inflessibile sui suoi "valori" e nella lotta contro il MALE (canne, matrimoni gay e adozioni) http://www.corriere.it/politica/14_g...e88c1718.shtml
    Intanto sto notando che non passa giorno senza notizie verdi sui quotidiani, anche quelli local http://mattinopadova.gelocal.it/cron...uana-1.8442449 (almeno sto povero ragazzo non è andato in carcere).

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da rolando Visualizza Messaggio
    È ora di aggiornarsi. Finiamola di ripetere come dischi rotti che le droghe leggere aprono la strada a quelle pesanti.[/url]
    Certo è risaputo che le sigarette sono un trampolino per le canne e il vino per l'eroina

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