fonte: ANSA 28/09/2004 22:30

ROMA - L' aereo dell' Aeronautica Militare che ha riportato in Italia Simona Torretta e Simona Pari e' atterrato nell' aeroporto di Ciampino poco prima delle 23.15.

''Shukran'', grazie. E via verso l'Italia, verso la liberta', dalle famiglie esultanti dopo ventidue giorni di angoscia, da quando il 7 settembre Simona Pari e Simona Torretta, le due operatrici umanitarie italiane della Ong 'Un ponte per...', vennero rapite dal loro ufficio nel centro di Baghdad.

La notizia del rilascio e' arrivata in Italia a meta' pomeriggio, dalla televisione del Qatar al Jazira. E' giunta improvvisa, malgrado i segnali diversi che incoraggiavano all'ottimismo, dopo bui giorni di annunci violenti, di ''terrorismo mediatico''. Lugubri annunci di morti atroci, di terrificanti esecuzioni, pubblicate via Internet, da chi rimarra' per sempre nell'ignoto. Messaggi che la realta', per fortuna, ha smentito.

La speranza di poter ritrovare in vita le due Simone e i loro colleghi iracheni, Mahnaz Bassam e Raad Ali Abdul Raziz, e' rinata venerdi' con l'annuncio del quotidiano del Kuwait, Al Rai al Aam (L'opinione pubblica), che gli ostaggi stavano bene, che avevano anche la preziosa acqua minerale, yoghurt e frutta.

E ieri le ipotesi, le supposizioni, le previsioni hanno trovato conferma nelle parole di un personaggio al di sopra delle parti, che non avrebbe mai potuto mettere in gioco la propria credibilita' con affermazioni avventate. ''Sono vive'', ha detto il re di Giordania, Abdullah Secondo. ''Avro' notizie entro martedi' '', aveva preannunciato, alla vigilia del suo arrivo in Italia. ''Entro venerdi' saranno rilasciate'', ha detto ieri sera al quotidiano al Rai al Aam la misteriosa, evidentemente molto ben informata, fonte a Baghdad.

I negoziati sono ad uno stadio avanzato, aveva affermato la fonte al corrispondente del giornale. E' stato raggiunto un accordo per il pagamento di un riscatto di un milione di dollari, la meta' e' gia' stata consegnata, titolava oggi il giornale.

In mattinata, il presidente dell'Unione delle Comunita' islamiche in Italia Mohamed Nour Dachan, arrivato ieri a Baghdad, dopo un incontro con il Consiglio degli Ulema (religiosi sunniti) aveva detto di ritenere che il sequestro fosse opera di ''criminalita' comune''. Una conferma indiretta di una possibile richiesta di riscatto.

Poi alle 17.35 (ora italiana), l'annuncio di al Jazira. Mentre il tramonto calava su Baghdad, le telecamere pochi minuti prima avevano ripreso le due giovani donne, con il capo e il volto coperti da un velo nero. Le due Simone, ambedue di 29 anni, che sembrano in buone condizioni di salute, erano spaesate e confuse. Si sono scoperte il volto, hanno ringraziato e sono andate via con il rappresentante della Croce rossa italiana Maurizio Scelli. Alle loro spalle, contro il cielo che si stava scurendo, il profilo della moschea di Umm al Qura, quella del Consiglio degli Ulema, a Baghdad. I due iracheni, che non appaiono nelle riprese della televisione del Qatar, sono tornati a casa in taxi. Da soli. Mentre le due Simone sono partite con un aereo militare per Kuwait city, dove sono passate su un volo civile dirette in Italia.

I rapitori, sostiene il direttore di al Roz, fanno parte di un gruppo islamico 'jihadista', ma non di ''estremisti'', e per questo, probabilmente, si sono salvate. Non si sa dove siano state trattenute in questi giorni, se sempre nelle mani degli stessi uomini o se siano state ''passate di mano''. Mahnaz, 29 anni, di Intersos, ha detto di essere stata trattata bene, ma di non sapere nulla sui suoi carcerieri. Raad, 32 anni, di 'Un ponte per...' ha detto di essere stato sempre solo, di aver rivisto le tre donne solo questa mattina.

Il direttore di al Roz ribadisce che e' stato pagato un riscatto e che le trattative erano in corso da almeno una settimana. Una delegazione italiana di ''alto livello'', ha detto il direttore, era giunta appositamente a Baghdad per negoziare con i rapitori. Chi abbia fatto da mediatore, chi li abbia convinti a calare il prezzo - cinque milioni di dollari era la richiesta iniziale - ancora non si sa.

La notizia del rilascio ha fatto il giro del mondo e in pochi minuti sono arrivate le reazioni dei politici, concordi nella soddisfazione. Riscatto o meno. In Italia le famiglie hanno esultato: ''Le diro' bentornata'', ha detto il padre di Simona Pari. ''Non le impediro' di tornare in Iraq, se lo vorra' '', ha affermato la madre di Simona Torretta.