L'episodio che sto per raccontare, che serve per introdurre l'argomento è frutto della fantasia, lo racconto in prima persona utilizzando un espediente letterario.

Un sabato, a pranzo, eravamo seduti a tavola in cucina, io, mia moglie e i nostri tre figli, di fianco a me c'era come al solito la nostra cagnolina. Uno dei figli raccontava del giorno precedente, a scuola era stato fatto un incontro, non collettivo ma classe per classe, con il responsabile di una comunità per il recupero dalle dipendenze, insieme a lui c'era un ragazzo obbligato dal tribunale ad essere ospite della comunità, per problemi legati al suo consumo di cannabis. La classe accolse la cosa con interesse e mio figlio, diversamente dal solito, si profuse nell'esposizione degli argomenti trattati.
Abbiamo ascoltato tutti con attenzione il racconto, alla fine del quale il figlio relatore si rivolse a me con una domanda diretta: - Papà, ma parlando di erba, tu cosa ne pensi del consumo di un grammo a settimana ?-.
La risposta che diedi così a freddo, che ora non ricordo, deve essere stata sbagliata, perché il figlio relatore si rovesciò all'indietro sulla sedia ridendo a squarciagola e gli altri presenti, compreso il cane si voltarono verso di me, in silenzio, guardandomi come se fossi un extraterrestre.
Sorpreso da ciò riuscii solo a balbettare: -mah, perché?, è poco?, è tanto?-
Vedendo che le espressioni sui visi dei presenti non mutavano e che il figlio relatore dovette alzarsi per andare a continuare a ridere in un'altra stanza insieme al cane, decisi di orientarmi su una risposta scientifica.
-Vedi, in un adulto con bassa tolleranza, quel volume di consumo può essere utile ad alleviare il disagio psichico dovuto a ansia, stress, eccessivo carico lavorativo. Magari per patologie più importanti o per il dolore cronico, potrebbe essere insufficiente.-
Questa risposta fu accettata con soddisfazione di tutti, anche del cane.

Questo episodio riguarda una situazione famigliare, ma potrebbe essere trasposto in un altra agenzia di socializzazione e educazione, come la scuola o il posto di lavoro quando si dovesse rivestire il ruolo di formatore anche dell'etica di colleghi nuovi.
L'interrogativo che nasce spontaneo è: La mia manifesta posizione di antiproibizionista, si contrappone al mio ruolo di educatore?