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Discussione: Intervista al Prof. Gessa - ASCIA

  1. #1
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    Intervista al Prof. Gessa


    « Nel corso degli ultimi cento anni i governi di differenti nazioni hanno incaricato delle commissioni per stabilire i danni del consumo di marijuana sui consumatori e sulla società. Le conclusioni delle commissioni, a cominciare da quella indiana sulla cannabis del 1894 al più recente Cannabis 2002 dei Ministeri della Sanità di Belgio, Francia, Svizzera, Germania e Olanda, sono state che l’uso della marijuana non è un problema tanto grave da sottoporre a procedimenti penali le persone che ne facciano uso o la possiedano a tale scopo. »

    (Gian Luigi Gessa, Quaderni della SIF, Società Italiana di Farmacologia pag.10 Vol.6 Ed.2006)

    Il P! rofessor Gian Luigi Gessa è docente di Neuropsicofarmacologia all'Università di Cagliari dove ha diretto per lungo tempo il Dipartimento di neuroscienze.
    È il responsabile del gruppo italiano sullo studio delle dipendenze da droghe e da farmaci, dirigendo in materia anche gruppi di ricerca del CNR.
    Per la sua attività di ricerca ha ricevuto dall'Accademia Nazionale dei Lincei il Premio Camillo Golgi.


    Vista la chiara e incontestabile osservazione del Prof. Gessa, possiamo dedurre come sia evidente che il proibizionismo mantenga il Potere e come qualsiasi Potere non possa far altro che mantenere in vita il proibizionismo per potersi alimentare!


    Disgustoso e inaccettabile!


    Riproponiamo altre considerazioni del Prof. Gessa, che anche se fatte qualche anno fa, non fanno altro che confermarci che la nostra lotta sarà anche dura e lunga, ma indispensabile per difendere la verità, la dignità e la libertà!


    Oggi si sente dire che le droghe leggere sono pericolosissime quanto quelle pesanti, producono la stessa dipendenza. E' così? Davvero la marijuana rende schiavi come l'eroina?

    "La marijuana e l'hashish contengono una molecola dal nome impronunciabile, il tetraidrocannabinolo, corrispettivo della nicotina per il tabacco. Questa molecola in genere procura un senso di euforia e "dispercezioni" molto ben descritte da Baudelaire e tanti altri. Senz'altro agisce sul cervello e ne altera la normale attività, ma non produce danni fisici: l'accanimento con cui da sempre si cerca di dimostrarne la tossicità non ha portato finora a nulla. In altre parole, u! n fumatore di marijuana che ne abbia fatto uso anche per decenni in modo costante e smetta all'improvviso non avrà pregiudicato la sua salute fisica né presenterà quella che si definisce una sindrome di astinenza."

    E' giusto allora che i genitori siano molto allarmati?

    "Molto allarmati? Ma no. In America dicono "Sai, tuo figlio non fuma!", e il genitore di quel ragazzo si preoccupa, pensa: qui c'è qualcosa che non va. Io dico: nessun grave allarme, solo un po' di attenzione. E sopra i diciott'anni, non mi preoccuperei più di tanto".

    Ma la marijuana e l'hashish non producono comunque una qualche dipendenza psicologica?

    "Vede, la distinzione apparentemente semplice tra dipendenza fisica e psicologica è una faccenda molto complessa, apre un mondo, per decenni ha intrigato schiere di ricercatori. Quelli che parlano di dipendenza psicologica dicono: si tratt! a di una dipendenza sine materia, ma noi scienziati diciamo: i! n realt& agrave; non esiste dipendenza se non quella biologica."

    Da una ricerca dell'Eurispes, condotta in collaborazione con la comunità di San Patrignano, si ricava che le droghe leggere sono un "ponte di passaggio" per quelle pesanti e, nel 23 per cento dei casi, provocano episodi psicotici. Lei che ne dice?

    "E' uno studio scientificamente indecente, questo è il mio commento.
    Chi fa uso di eroina ha anche fumato erba? Io dico di sì nel 99 per cento dei casi, ma questo che dimostra? E' come dire che il latte materno porta all'eroina, perché quelli che si bucano sono stati allattati dalla mamma. Solo dieci su mille fumatori "passeranno" alle droghe pesanti, anche perché il mercato nero non aiuta a tenere distinte le sostanze".
    E gli episodi psicotici?"Questa storia è proprio una balla.
    Se con le droghe leggere 23 persone su 100 avessero deliri e allucinazioni, nessuno fumerebbe, n! on crede? E invece fumano in tanti. La verità è un'altra, è che ci sono casi a rischio: alcuni hanno disturbi gravi delle psicosi, che le droghe leggere "slatentizzano", e fanno affiorare in modo a volte dirompente. Questo è un problema serio, anche per gli adulti ovviamente, ma senza invertire cause ed effetti, non si diventa schizofrenici con la marijuana, ma alcuni fumatori fanno la brutta scoperta di esserlo".
    legalizziamolacanapa.org Team


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  2. #2
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    Video intervista al Prof. Gianluigi Gessa





    Finalmente Online la video intervista rilasciataci dal Professor Gianluigi Gessa, Neurofarmacologo di fama internazionale, appositamente per la nostra associazione ASCIA. L’intervista è stata rilasciata il 3 Marzo presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Cagliari, ed è incentrata a scardinare le numerosi inesattezze, falsità, esagerazioni contenute all’interno del volume ‘Cannabis e danni alla salute‘, redatto dal D.p.a (dipartimento politiche antidroga) di Giovanardi e Serpelloni, che era stato da poco pubblicato.
    L’intervista è divisa in due parti, per la durata totale di circa 19 minuti.
    L’intervista si snoda su delle domande inerenti la presunta pericolosità della canapa così come contrabbandato dal D.p.a., e mette in evidenza anche la malafede con cui vengono citati degli studi che in realtà arrivano a conclusioni diametralmente opposte rispetto a quanto citato nel testo da loro redatto.


    intervista dot. Gianluigi Gessa 1 di 2 by ASCIA
    YouTube - intervista dot. Gianluigi Gessa 1 di 2 by ASCIA


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    FONTE: Video intervista al Prof. Gianluigi Gessa | legalizziamolacanapa.org
    canale Youtube: ASCIATV
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  3. #3
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    Il Prof. Gessa ha un curriculum ineccepibile, chiaro e sicuro nelle risposte, umile e talvolta schivo. E' una delle voci che ho ritrovato più spesso citata nei movimenti antiproibizionisti italiani, autorevole ed affidabile. Dargli più risalto in rete sarebbe una delle mosse migliori da fare. Il come ancora non lo so
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  4. #4
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  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da teppa Visualizza Messaggio
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    Benissimo! Non conosco bene la struttura di Facebook personalmente! Avendolo avuto per tre-quattro giorni

    Il rischio dei blog, forum e simili è quello del circolo vizioso: ad esempio in un forum che tratta di stili di vita alternativi saranno presenti persone interessate a questi stili di vita!

    Ciò di cui parlo è la diffusione del messaggio al di fuori dei canali degli "addetti ai lavori".

    In questo forum, ad esempio, credo che più del 90% delle persone conoscono quale sia la reale pericolosità dei cannabinoidi (personalmente la reputo ASSOLUTAMENTE MOLTO BASSA, se non siamo esageratamente ingordi).
    Quindi, per quanto riguarda la diffusione dei contenuti dell' esperienza scientifica di Gessa, avere come target persone con "i nostri interessi" può essere relativamente inutile. O meglio ha solo l' utilità di rafforzare le nostre convinzioni, per carità non fa mai male.

    Ma quello che mi piacerebbe veramente sarebbe il poter instillare il minimo, microscopico DUBBIO in chi ha la certezza assoluta della nocività totale, della pericolosità sociale della cannabis.

    C' è un modo su facebook per colpire "di sorpresa" chi non se ne è mai interessato?

    Esempio semplicistico:

    Mi ha colpito, mentre seguivo su Twitter l' andamento dell' ultima grossa manifestazione No Tav a Chiomonte, il dirottamento delle Hashtags!

    In pratica la "tag" di ogni messaggio, oltre a essere #No Tav#, era anche " nervi #saldi# ", così da dirottare sulle vicende della manifestazione tutti gli ignari cacciatori di saldi domenicali!

    Immaginatevi Federico Maria De Sanctis Serbelloni Mazzanti Viendalmare, mentre si accinge a predare il T-Shirt Fashion Shop di Borgofighetto, cercare su twitter l' hashtag #saldi# e leggere come primo "tweet": "I POLIZIOTTI STANNO SPARANDO I LACRIMOGENI AD ALTEZZA UOMO, UN RAGAZZO HA LA GAMBA SQUARCIATA".

    Come minimo gli va di traverso il Bellini.
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  6. #6
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    ciao Giacomo,

    certo che la tua analisi è giustissima, come tutti sappiamo Giovanardi ha con i media un canale privileggiato, e riesce a raggiungere tutte le case, ma sopratutto riesce a raggiungere la maggioranza degl'italiani, sopratutto quelli che non sanno neanche cosa sia internet.

    è qui che l'ASCIA (com'è accaduto per molti antipro) vuole puntare, ma visto che la TV non è di facile raggiungimento, si vuole tentare di raggiungere queste persone sul territorio, tramite i coordinamenti regionali....
    Ma come hai aggiunto tu, bisognerebbe battere anche i canali esterni.... anche se quì c'è molta censura...
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  7. #7
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    Solo che, ripeto, sul territorio come fate a coinvolgere "chi non se ne è mai interessato"?

    Cioè, in che modo i coordinamenti regionali riescono a convincere qualcuno della non pericolosità della canapa?
    Solitamente, chi se ne è interessato davvero, LO SA che non è nociva. Chi non lo sa è chi non se lo è domandato davvero...
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