Entro questo mese devono essere raccolte le firme necessarie (500.000) per poter effettuare i referendum proposti dai radicali, riguardanti 12 quesiti, dalla giustizia ai diritti civili, tra cui quello per l’abrogazione della pena carceraria per i reati sugli stupefacenti definiti di lieve entità come previsto dal comma 5 dell’articolo 73 del DPR 309/90.
I promotori dichiarano: “Se vincesse il referendum, verrebbe eliminata per tutte le violazioni che riguardano fatti di lieve entità (ad es coltivazione domestica, possesso e trasporto di quantità medie, condotte borderline tra consumo e piccolo spaccio) la pena detentiva mentre rimarrebbe la sanzione penale pecuniaria della multa da 3mila a 26 mila euro.”
A sostegno della proposta referendaria è stato presentato anche un video, dal titolo “La legalizzazione illustrata agli adulti”, che può essere visto qui: http://www.youtube.com/watch?v=0TUKKpGCDSU
In Italia i referendum sono sottoposti ad ogni sorta di limite, nonostante sia stato previsto dalla costituzione (art.75), per la sua legge attuativa abbiamo dovuto aspettare fino al 1970. Uno dei suoi limiti più evidenti, previsto dalla costituzione, è quello che recita: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”.
Ed infatti una delle problematiche più grandi per quanto concerne il cambio dell’attuale normativa attraverso i referendum è proprio la “Convenzione unica del 30 marzo 1961” in ambito ONU, come dichiarato dai Radicali che sicuramente avrebbero voluto fare di più: “Per via referendaria, a causa delle convenzioni internazionali stipulate dall’Italia, una legalizzazione completa non è raggiungibile. Ma è la nostra prospettiva. Effetti: Mai il carcere per fatti di lieve entità; Probabile riduzione pressione investigativa su condotte scarsamente offensive e conseguente riduzione carico giudiziario e penitenziario. Propedeutico a riforma politica criminale e uso corretto forze polizia”. http://www.cambiamonoi.it/referendum/droghe
Invitiamo tutti a sostenere, con una firma, la possibilità che i quesiti possano essere sottoposti all’elettorato, ma naturalmente diamo (nel caso i referendum si facciano) indicazione di voto sul ‘Si’ esclusivamente nell’ambito a noi più pertinente: quello sulla modifica per i fatti di lieve entità sulle sostanze stupefacenti, lasciando totale libertà di coscienza di voto per tutte le altre proposte.
Sicuramente una modifica dell’attuale legislazione, anche se non risolutiva, come questa proposta, è sempre buona cosa rispetto allo stato attuale, visto anche i limiti con cui bisogna andare incontro con i referendum, in pratica la novità è rappresentata dall’eliminazione delle pene carcerarie lasciando intatte però quelle pecuniarie.
Sarebbe stata buona cosa a nostro parere se fosse stato presentato un ulteriore quesito che riguardasse la sanzione amministrativa (art.75 e art.75 bis), con un abrogazione totale o parziale della norma. Nome che in certi casi (art.75 bis) arrivano a prevedere una limitazione della libertà personale, introducendo degli elementi che sono di fatto delle ‘misure cautelari personali coercitive’ analoghe a quelle sui reati penali, tra cui obbligo di presentarsi alla Polizia giudiziaria, obbligo di rientrare nella propria abitazione entro una determinata ora, divieto di allontanarsi dal comune, etc. Norme che già di per se dovrebbero essere considerate anticostituzionali, perchè introducono trattamenti simil-penali nell’ambito delle sanzioni amministrative, travolgendo il concetto stesso di ‘consumo consentito’, di cui tanto si ‘vanta’ chi è favorevole alla legge. Di fatto il cosidetto ‘consumo consentito’ non è considerato reato penale, ma il consumatore è sottoposto ad ogni sorta di angheria, dal ritiro della patente (anche se non guidava, in quanto il comportamento di ‘guida sotto effetto di sostanze stupefacenti’, che è considerato reato penale, è contenuto nell.art.187 Codice della Strada), al ritiro del passoporto ed altri documenti, alle analisi periodiche, etc, in pratica una normativa moralista che poco ha a che vedere con la salute e la sicurezza.
Indirettamente ha ‘contribuito’ alla pubblicità sulla raccolta firme, anche Berlusconi firmando le proposte referendarie, attirato dalle ‘riforme’ sulla giustizia proposte dai quesiti, che potrebbero ‘concederli’ un salvacondotto.
Berlusconi dichiara: “Non sono d’accordo su tutti i punti, ma è giusto che gli italiani si esprimano”, un inaspettata apertura alla ‘democrazia popolare’ da colui che era il titolare della Presidenza del Consiglio ai tempi dell’emanazione delle leggi più reazionarie dell’ultimo ‘ventennio’, impregnate di conservatorismo post-fascista e clericale, la Bossi-Fini sull’immigrazione e naturalmente la Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, diversamente dalla posizione presa per i quesiti referendari proposti, votati e vincenti contro il nucleare quando dichiarò che erano dei “Quesiti demagogici e fuorvianti… un voto sul nulla”. Una apertura chiaramente di facciata che nasconde il suo opportunismo cronico.
Quella di Berlusconi è un azione che non è sicuramente passata inosservata sopratutto nel suo partito, infatti, Giovanardi raccogliendo anche l’adesione di ‘ben’ (solo) 3 comunità di recupero (“Il Risorto di Taranto”, “Mondo Nuovo di Tarquinia” e il “Centro Sociale Giovane di Udine”), ha invece costituito una sorta di ‘comitato per il no alla liberalizzazione dello spaccio di droga’, comitato appoggiato anche da Gasparri. Visto il numero esiguo delle comunità interessate al ‘comitato’ proposto dai 2 senatori, si può sicuramente dire che la loro iniziativa non abbia avuto molto successo.
Secondo Giovanardi e Gasparri, oramai molto spesso in sintonia, se il referendum vincesse verrebbe legalizzato lo spaccio di droga: “Sul referendum dei radicali che liberalizza lo spaccio della droga condivido le tesi del collega Giovanardi e promuovero’ insieme a lui il comitato per il no. Ho piu’ volte detto che alcuni quesiti referendari sono pericolosi….”
Ma non si è ben capito come si possa interpretare il quesito referendario proposto sulle ‘droghe’ come una liberalizzazione, ma essendo abituati alle ‘normali’ dichiarazioni e frescacce dei due, la cosa non ci allarma di certo.
Prettamente smentiti da Marco Perduca dei Radicali, che ha dichiarato il reale intento del referendum: “Leggo che il Senatore Giovanardi insiste colla sua predilezione per la mistificazione della realtà quando si tratta di droghe….. grazie a Silvio Berlusconi che li ha firmati tutti stanno riscuotendo un successo di pubblico da sabato scorso, ve ne è uno che vuole cancellare alcune parti della legge Fini-Giovanardi relative ai fatti di lieve entità, ad esempio la coltivazione domestica, il possesso e il trasporto di quantità medie – quindi condotte “borderline” tra consumo e piccolo spaccio. Togliendo la pena detentiva, che tra la altre cose contribuisce a circa il 30% della popolazione carceraria, rimarrebbe la sanzione penale pecuniaria della multa da 3mila a 26 mila euro. Altro che liberalizzazione!…. Invito quindi anche il Senatore Giovanardi e i responsabili delle comunità che ha già raccolto nel suo comitato a seguire l’esempio di liberalità di Silvio Berlusconi e di firmare e far firmare anche quel referendum. Immagino che chi si interessa sinceramente della salute dei tossicomani ritenga che il carcere non sia la risposta più appropriata.”
Per chi ancora non lo ha letto, questo è il testo del quesito referendario: “Volete che sia abrogato il D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, limitatamente all’articolo 73, comma 5, limitatamente alle parole: “della reclusione da uno a sei a anni e” e comma 5-bis, limitatamente al primo periodo, limitatamente alle parole: “detentive e“, e al terzo periodo: “In deroga a quanto disposto dall’articolo 54 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, il lavoro di pubblica utilità ha una durata corrispondente a quella della sanzione detentiva irrogata?”
Per informazioni sui referendum e dove firmare: http://www.referendumradicali.it/ – http://www.cambiamonoi.it
Davide Corda – ASCIA
http://www.ascia-web.org/home/?p=1266