La tecnica di degustazione di un vino è molto complessa, ci vogliono mesi di studio, anni di pratica e un bagaglio mnemonico il più ampio possibile per essere in grado di fare una approfondita valutazione. Ci sono comunque delle regole base che ci permettono di valutare un vino, in questa rubrica riusciremo a descriverle solo in parte. Nei prossimi numeri cercheremo di approfondire e rapportare l’aspetto che riguarda l’abbinamento cibo-vino e canapa-bevande.
Le difficoltà maggiori le troveremo sia in una forte componente soggettiva, poiché gli strumenti di valutazione sono i nostri organi sensoriali, sia nel fatto che non è facile descrivere delle sensazioni. Avete mai provato a descrivere un profumo o un sapore a qualcuno che non lo aveva mai provato? Per questo si ricorre a qualcosa che lo ricordi, da qui quei sentori e quei profumi che vengono di volta in volta citati nelle degustazioni dei vini, spesso ritenuti dai neofiti un po’ “strambi” ed eccessivi.
Un vino si valuta con esami visivi, olfattivi e gustativi. L’esame visivo ci consente di valutare la limpidezza, il colore, la fluidità e un eventuale effervescenza. Per la canapa andremo a valutare la consistenza dei fiori, la presenza di cristalli, il colore dei fiori stessi e degli steli. L’esame olfattivo ci porta a scoprire il bagaglio odoroso del vino, ricco di decine e decine di sentori diversificati che spaziano tra i profumi di tutto quello che ci circonda in natura, in più ci permette di rilevare la presenza di eventuali difetti nel vino (odori e sapori di tappo, muffa, anidride solforosa ecc).
L’olfattiva comprende la valutazione dell’intensità, della persistenza, della qualità e della descrizione dei profumi che si dividono in diverse categorie: floreali, fruttati, frutti secchi e confetture, erbacei e vegetali, erbe aromatiche e spezie, profumi tostati, di animali, eterei e altro ancora. Come accennato i sentori sono moltissimi, a volte possono sembrare eccessivi e stravaganti, in più non necessariamente un sentore ritenuto poco gradevole in natura è automaticamente un difetto del vino, qualche esempio possiamo trovarlo tra alcuni vini francesi di grande pregio e dal costo elevatissimo che hanno la caratteristica olfattiva di un forte odore di pipi di gatto, o un altro vino, un riesling del nord molto apprezzato che ha dei netti sentori di idrocarburi, sgradevoli a primo impatto, ma ottimi vini ad una attenta valutazione.
Nella canapa potrei citare un piccolo esempio parallelo con una NYC Diesel degustata più volte in coffeeshops olandesi, ha dei netti sentori di idrocarburi e altri odori ritenuti sgradevoli in natura, ma senza dubbio una delle varietà più interessanti degli ultimi tempi, molto complessa e non a caso molto apprezzata dai growers. Infine arriviamo all’esame gustativo, il più complesso, con il quale si valuta l’acidità, la presenza e la quantità di zuccheri, di alcoli e polialcoli, la presenza e la quantità dei tannini e dei sali minerali (sapidità), da questi si evince la struttura di un vino. Ma non è finita, si valuteranno anche l’equilibrio, l’intensità, la persistenza e la qualità di un vino.
Per l’analisi sulla canapa stiamo elaborando una scheda con delle tecniche di valutazione approfondite, realizzata unendo l’esperienza di degustazione delle Cannabis Cups e dei vari concorsi olandesi e le tecniche di degustazione dei vini. Una scheda da portare con se nei viaggi olandesi e sulla quale prendere appunti, annotare le proprie esperienze e fare una propria classifica.
Gennaro Maulucci
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Pubblicato su Dolce Vita n°4 – Aprile/Maggio 2006