“Legalizzazione in 3 minuti”, ovvero una proposta spiegata in modo semplice, ma preciso con l’animazione in computer grafica 3D. Il video, prodotto da Radio Radicale per FaiNotizia.it, mostra le conseguenze del regime proibizionista in Italia e racconta le traversie vissute da chi cerca marijuana. Una particolare attenzione è riservata però ai costi delle politiche di repressione e al volume del business garantito alla criminalità organizzata (60 miliardi di euro l’anno con conseguenze preoccupanti sull’economia legale).
In conclusione si descrivono le possibili conseguenze di un provvedimento di legalizzazione.
Così Radio Radicale dopo il primo video “Amnistia in 3 minuti”, che racconta il collasso della giustizia italiana e la proposta del Partito Radicale, continua a promuovere modi di comunicazione innovativi, nel tentativo di rompere l’isolamento che le proposte e gli argomenti radicali subiscono sui media main-stream.
IL TESTO DEL VIDEO
Cercare marijuana e hashish nelle nostre città significa entrare nel territorio dell’illegalità e della criminalità.
Se è impossibile comprare del pane dopo le venti, la droga è sempre disponibile a qualsiasi ora, basta sapere dove cercare.
Il 32% degli italiani ha fumato cannabis almeno una volta nella vita. i consumatori abituali Sono 3 milioni, con oltre 800 mila persone coinvolte in Italia in procedimenti per possesso di droga, e sono 28 mila i carcerati per violazione della legge sugli stupefacenti.
Le soglie di quantità permessa, periodicamente aggiornate dal ministero della salute, sono irrealistiche. L’applicazione delle normative è molto discrezionale. Viene ritenuta tossicodipendente anche una persona trovata in possesso di qualche grammo di hashish o di 2-3 canne. Capita di vedersi ritirare la patente, di essere costretti a dei controlli periodici sanitari e psicologici per diversi anni oppure a farsi qualche giorno di carcere, o un soggiorno in comunità di recupero.
Il commercio dello stupefacente è gestito dal mercato nero, in cui gli spacciatori spesso sono l’anello più povero del sistema.
Le mafie secondo un rapporto di Sos Impresa, ne hanno fatto un business, che frutta 60 miliardi di euro l’anno.
Grazie ai profitti garantiti alla criminalità organizzata dalle leggi proibizioniste, le narcomafie con il riciclaggio hanno infiltrato l’economia legale (al Nord come al Sud e al Centro) e si stanno letteralmente comprando le nostre città.
Dopo un secolo di politiche proibizioniste, ci si interroga in tutto il mondo su quali siano gli effettivi benefici. E se la via giusta da intraprendere fosse quella della legalizzazione? Quanto incasserebbero gli Stati? E quanto ci costa invece proibire?
Se lo stato italiano avesse esteso la regolamentazione fiscale dei tabacchi anche alle droghe non legali avrebbe risparmiato circa due miliardi l’anno e ne avrebbe incassati 8. Un totale di 10 miliardi l’anno.
Fatte le debite proporzioni questo risparmio ad esempio solo a Roma potrebbe ammontare a circa 66 milioni di euro l’anno.
Ma già nel marzo 2009 l’Economist in un lungo articolo-analisi intitolato “la legalizzazione è il male minore” sosteneva apertamente che la lotta alle sostanze stupefacenti è stata un fallimento.
Legalizzare la droga non significa renderla libera. Innanzitutto si dovrebbe legalizzare la produzione delle piante, consentendo un guadagno non alla criminalità organizzata ma a chi legalmente produce e vende, registrandosi, pagando le tasse, includendo così in un sistema lavorativo legale i propri dipendenti.
Mezzo secolo di caccia alle streghe può essere invertito rivedendo una dopo l’altra le misure che hanno messo le droghe fuori legge. Gli italiani hanno dimostrato di essere favorevoli nel referendum promosso dal partito radicale e poi stravolto dalla legge Fini-Giovanardi. E tu? Da che parte stai?