A partire dagli anni Sessanta la lotta alle sostanze stupefacenti è stata uno dei cavalli di battaglia di quasi tutti i governi, almeno di quelli occidentali. Già agli inizi degli anni settanta in America, essere un consumatore di marijuana poteva costare fino a 20 anni di reclusione e lo spaccio poteva significare l’ergastolo. La linea dura americana, che persiste ancora oggi anche se con contorni diversi, ha fatto scuola in tutto l’occidente, portando alla demonizzazione e alla repressione nei confronti delle sostanze stupefacenti, ma in particolare nei confronti della cannabis, come dimostra apertamente la nuova proposta Fini.
Se pensassimo che le amministrazioni di questi paesi hanno agito nell’interesse dei loro cittadini, potremo aver risolto il problema, convincendoci del fatto che se la marijuana è oggetto di tutta questa repressione significa che effettivamente è deleteria e dannosa per il nostro organismo. Se anche questo fosse vero, viene da domandarsi per quale motivo alcolici e tabacco non rientrano in questa lista di sostanze da cancellare dalla faccia della terra. Dati alla mano è dimostrato come solo in Italia ci siano circa 400.000 alcoldipendenti e che ogni anno muoiono 20.000 persone per patologie legate all’abuso di alcol. A queste 20.000 vanno aggiunti altri 5.000 decessi a causa di incidenti mortali provocati dalla guida in stato di ebbrezza. Se passiamo al fumo di tabacco, sempre dati alla mano, i decessi per cancro e per problemi cardio-circolatori arrivano a 90.000 l’anno.
Quindi viene da chiedersi: Quante persone sono morte a causa della cannabis? La risposta è semplice: NESSUNA. Da uno studio scientifico commissionato da un ex segretario alla Sanità francese è emerso che per la cannabis non è stata dimostrata alcuna neurotossicità, mentre alcol, e cocaina, per non parlare delle droghe sintetiche, hanno un’altissima tossicità per il nostro sistema nervoso, arrecandogli danni irrimediabili in un arco di tempo relativamente modesto. Mettendo a confronto le centinaia di migliaia di morti provocate dall’alcol e dal tabacco e l’assoluta certezza che nessuno sia mai morto per malattie dovute alla cannabis, appare evidente come tutta questa repressione non è fatta nell’interesse dei cittadini, ma di pochi, che si sono arricchiti con l’industria del tabacco. La marijuana è una pianta che può essere coltivata da tutti in casa propria, mentre il tabacco ha bisogno di trattamenti che non possiamo riprodurre nei nostri appartamenti. I dati sulla pericolosità dell’alcol e del tabacco in confronto alla cannabis, emergono evidenti agli occhi di chi si è interessato all’argomento, ma sono sconosciuti ai più che quindi ritengono veritiere le tesi di chi ha come primo e unico obiettivo la repressione e il proibizionismo. (Damiano)