La proibizione della Cannabis ha motivo puramente ideologico. Essendo stata considerata “immorale” dalla classe politica, è stata bandita completamente dalle campagne e dalla mente degli italiani. Facendo dimenticare, perciò, il bene che una simile pianta ha fatto per l’essere umano, per l’economia, per la salute, per il divertimento di ogni singolo individuo. Per avvalere la tesi della nocività della Canapa sono stati inventati alcuni miti, che vanno dalla perdita di memoria, alla teoria della droga di passaggio (spiegata più avanti), alla demotivazione nel lavoro, fino alla morte. Con il tempo tutte queste tesi (palesemente inventate) sono state smentite da ogni studio scientifico serio e obiettivo. Addirittura la morte per overdose di Cannabis non è mai avvenuta nella storia dell’umanità, data la bassissima soglia di tossicità del principale principio attivo, il THC. Occorre quindi togliere alla Canapa quel velo di pericolosità che le è stato applicato, proponendo come alternativa al proibizionismo la legalizzazione della sostanza a qualsiasi scopo, sia esso industriale, terapeutico o ricreazionale.
La Legalizzazione e regolamentazione della Canapa, garantirebbe:
- Garanzia di un migliore prodotto per i consumatori. È ormai appurato da anni che nel mercato illegale della Cannabis vengano spesso utilizzate sostanze tossiche per l’organismo (paraffina, lucido da scarpe, fibra di vetro, ammoniaca) per aumentare la massa e quindi ricavare maggiore profitto rispetto alla sola sostanza naturale di partenza. Spesso si arriva ad una percentuale di sostanze di taglio del 30-40%, soprattutto nell’hashish, derivato delle infiorescenze femminili della Canapa. Legalizzare la Canapa garantirebbe ai consumatori una filiera controllata con rigidi controlli di qualità e si potrebbe dare vita anche ad una produzione biologica, assicurando una maggiore salubrità ai fumatori ricreazionali e ai malati che hanno scelto di curarsi con la Cannabis terapeutica.
- Nascita sul modello olandese, il turismo della Cannabis. Se lo stato italiano avesse esteso la regolamentazione fiscale dei tabacchi anche alla Cannabis avrebbe risparmiato circa due miliardi l’anno e ne avrebbe incassati 8. Un totale di 10 miliardi l’anno. Un’importante somma, che, se investita equamente nella società, permetterebbe l’avviamento di programmi di cura per le tossicodipendenze da droghe pesanti, come eroina, cocaina e acidi.
- Cancellazione del monopolio del commercio illecito alle mafie. Le mafie secondo un rapporto di Sos Impresa, hanno fatto del commercio della Cannabis un business, che frutta 60 miliardi di euro l’anno. L’arricchimento della mafia grazie al traffico di Cannabis ha permesso l’infiltrazione nel mercato legale, creando una commistione tra mercato legale e illegale. In molti casi le narcomafie arrivano a comprare interi quartieri dai guadagni derivanti dallo spaccio. Il commercio dello stupefacente è gestito dal mercato nero, unico ente che ha beneficiato del proibizionismo.
- Concessione della piena libertà di cura ai malati terminali. La Cannabis si è rivelata efficace per la cura di nausea e vomito nella chemioterapia e per la stimolazione dell’appetito nei malati di AIDS. Si sta inoltre sperimentando nella cura di sclerosi multipla, terapia del dolore, traumi cerebrali, ictus, sindrome di Tourette, glioblastomi, artrite reumatoide, malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa), glaucoma, epilessia.
- Risoluzione efficace del problema del sovraffollamento delle carceri. In Italia ci sono 3 milioni di consumatori, con oltre 800 mila persone coinvolte in Italia in procedimenti per possesso di Cannabis, e sono 28 mila i carcerati per violazione della legge sugli stupefacenti.
- Concentrazione dell’azione delle forze dell’ordine solo sul traffico delle droghe pesanti. L’azione di repressione nei confronti delle droghe leggere spesso fa perdere di vista il reale pericolo per la salute e sicurezza pubblica, ossia la droga pesante. Ogni forza dell’ordine che avvia un procedimento penale o amministrativo nei confronti di un consumatore di Cannabis è una persona in meno nella repressione del traffico di droghe pesanti, ben più pericolose delle altre.
- Diminuzione del consumo di tabacchi, alcolici e droghe pesanti, ben più pericolosi della Cannabis. Uno dei cavalli di battaglia del proibizionismo è sostenere che la Cannabis debba essere proibita in quanto porterebbe automaticamente al consumo di altri stupefacenti, in una ricerca, da parte del consumatore, di sensazioni di sballo sempre superiori. Nulla di più falso. Numerosi studi hanno dimostrato invece l’efficacia della cannabis come farmaco di uscita dalla dipendenza di droghe pesanti, di farmaci a base oppiacea, alcolici, sigarette.
- Rinascita della filiera della Canapa a scopo industriale, tessile, alimentare, edilizio, energetico, medicinale su tutto il territorio nazionale. Nel corso del decennio 1903-1913, nel nostro paese a tale coltura erano destinati 79.477 ettari con un rendimento di 795.000 quintali annui. La nostra produzione era seconda solo a quella della Russia ma per la qualità della fibra, l’Italia era prima sul mercato internazionale. Tale cultura assunse particolare importanza nell’Emilia, nella Campania, nel Veneto, nel Piemonte e in Toscana. In fatto di clima la canapa è poco esigente, inoltre non necessita per crescere di alcun pesticida ed erbicida, ma è anche eccezionale per la sua incredibile resa: da un’area coltivata a canapa si ottiene cellulosa in quantità quattro volte superiore rispetto a quella prodotta da un’equivalente coltivazione di pioppo. Allo stato attuale abbiamo 250 ettari: questa l’estensione in Italia delle coltivazioni di canapa (sativa a basso contenuto di THC) per uso alimentare e industriale. Le difficoltà sono molte, in particolare legate agli “incidenti” derivanti da un quadro normativo non ancora chiaro e da un recente forte abbassamento dei contributi europei alla coltivazione. Ma la canapa ha infiniti usi e per questo mille prospettive di sviluppo e come confermato da un recente studio che parla di un mercato potenziale garantirebbe oltre 300 miliardi solo nel nostro paese. Con la fibra di canapa si può fare di tutto: dalle parti accessorie delle automobili, ai cosmetici, alla carta e alla fibra tessile, oltre a mobilio Proprio quest’ultimo è il settore con le prospettive più interessanti (si parla di oltre 100 miliardi di possibile fatturato) e dove già oggi sono coinvolte importanti marchi.
di Matteo Sechi
Fonte: Tomateschie.blogspot.it