Alessandro Buccolieri, meglio conosciuto con il nome di Mefisto, è un pezzo di storia del movimento antiproibizionista italiano, da sempre impegnato nelle lotte per i diritti sociali e civili ed è l’organizzatore della Million Marijuana March.
Ci si rivede da sconfitti, perchè i movimenti contro la Fini-Giovanardi non sono riusciti a impedire la svolta proibizionista sulle droghe nel nostro Paese. Una svolta prima attuata dal Governo Berlusconi e poi rimasta tale con un centro-sinistra che non è riuscito ad andare oltre le promesse per effetto dei veti dei centristi del PD. Ora qual’è la situazione?
Siamo stati sconfitti è vero, perchè questa legge è in vigore da sette anni, ma non siamo spariti, abbiamo continuato a tenere aperta una prospettiva di cambiamento. La Million Marijuana March è stata da questo punto di vista una testimonianza di resistenza che ogni anno ha continuato ad affermare il punto di vista di chi non si è piegato alla repressione. Noi ci siamo ancora, e c’è un’ampia rete pronta a riprendere in mano la lotta.
Tutto quello che denunciava il movimento contro la Fini-Giovanardi sulle droghe si è verificato. Oggi sono passati 7 anni dall’entrata in vigore della legge, qual’è il tuo bilancio su questa normativa?
Le politiche repressive sulle droghe hanno prodotto in questi anni solo disastri, se pensiamo ad esempio ai costi sociali dovuti all’incarcerazione di massa dei consumatori ed alle sofferenze umane. La vicenda di Stefano Cucchi o a quella di Aldo Bianzino sono gli esempi di questo disastro, tutte le cose che denunciamo prima dell’entrata della Fini-Giovanardi si sono poi verificate. Anche il fatto che questa normativa era viziata da elementi di incostituzionalità. Occorre far sapere a tutti ad esempio quello che ha detto la Terza Sezione della Corte di Appello di Roma, che ha rinviato la norma alla Consulta denunciandone l’incostituzionalità. Ora siamo impegnati in particolar modo per far sapere a tutti l’importanza di questa pronuncia e provare a bloccarla fino a quando la Consulta non deciderà.
Prevedi quindi di rimettere in piedi un movimento per sensibilizzare il Paese?
Sì, noi siamo intenzionati ad esempio a fare una manifestazione il giorno in cui la Consulta deciderà se la norma è costituzionale o meno. Occorre riprendere in mano il tema del consumo personale, della libertà individuale al di fuori del pronunciamento etico o morale. Giusto o sbagliato non può essere reato . Da questo punto di vista l’appello di Ferrero di oggi è importante, come quello di altri che si stanno pronunciando per riaprire la partita sulle droghe.
In questi giorni hai lavorato per fare in modo che i politici impegnati in queste elezioni prendessero posizione al riguardo, ed oggi Ferrero ha chiesto a tutti i parlamentari di sostenere le vostre sollecitazioni con un appello. Anche Ingroia del resto è chiaro su questi punti, ma come vedi un Magistrato che dice di essere a favore della legalizzazione e al tempo stesso però è molto duro con i reati legati alla mafia. Cosa ne pensi?
Non penso che ci sia una contraddizione in questo, la Fini-Giovanardi è stata messa dallo stesso Governo che ha avuto 61 seggi in Sicilia, non scordiamocelo. Quando sento dire che il Governo Berlusconi ha combattuto la mafia mi viene da ridere, una legge come la Fini-Giovanardi rafforza il monopolio del proibizionismo. Una quantità di denaro esentasse che rientra dentro il circuito delle banche italiane enorme. Ingroia questa cosa l’ha capita benissimo, e non a caso ha un approccio antiproibizionista.
La vostra proposta quindi qual’è?
Noi siamo per l’autocoltivazione della marijuana per uso ludico o terapeutico. La marijuana è una pianta utile all’umanità. Un bene comune che non dovrebbe essere sganciato dalla logica del profitto e del commercio. L’autocoltivazione di fatto sottrae questa pianta al meccanismo delle mafie e del profitto capitalista.
fonte: controlacrisi.org
